“E’ terremonato”, il presepe installato sulla palazzina e anche Gesù Bambino, questa nuova vita nasce tra le case puntellate e i ruderi segnati dagli eventi. Nasce sotto un balcone inceronato di legna e acciaio, quello di casa Monti-Di Costanzo , di una casa puntellata e cerchiata dopo il sisma del 21 agosto 2017 tra lo svincolo Di Piazza Majo, Via D’Aloisio e Via Epomeo nel cuore del sisma. Un Natale spaccato a metà nel Cratere , dove il clima di festa è segnato, come il territorio, da quella tragica scossa che ha devastato una parte del paese, l’antico centro casamicciolese. Il sisma vive ed è presente nei pensieri e nella vita quotidiana delle persone, tanto che anche l’elemento classico della tradizione natalizia, il presepe, rappresenta una terra spaccata, ma che non ha perso la voglia di rialzarsi. Come le statuine di San Gregorio Armeno a Napoli si rinnovano ogni anno per raccontare i personaggi più in vista del momento, a Casamicciola si è rinnovata la tradizione delle luci e degli addobbi in ogni angolo del paese al Majo Gesù Bambino, grazie all’artista Felice Meo e ai dipendenti Eav di Ischia con la disponibilità del dottor Umberto De Gregorio, il presepe di Legno e compensato racconta insieme alla Natività, gli ultimi mesi di sofferenza dell’entroterra. Grazie a Nunzio Capuano, Mario Taliercio e Michele Prota. Anche Piazza Majo dopo il presepe nella damigiana “spaccata“ della Riscossa ha la sua natività: il presepe terremotato portato tra i puntelli di legno e il lento degrado qualche ora fa. Poco, ma tanto, pur sempre un segno di una nuova nascita, quella che deve portare entusiasmo e voglia di esserci.