Un ponte tra Ischia e Washington, tra il giornalismo italiano e quello statunitense. È questo il senso profondo della cerimonia che si è svolta venerdì 3 ottobre nella capitale americana, dove, presso l’Ambasciata d’Italia, è stato presentato alla stampa accreditata il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo.
L’appuntamento, che anticipa la 47ª edizione in programma il 12 giugno 2026, segna un nuovo passo nel percorso di internazionalizzazione di una manifestazione ormai riconosciuta come una delle più prestigiose del panorama mediatico europeo.
L’iniziativa è stata promossa dal presidente del Premio, l’Ambasciatore Giampiero Massolo, che ha illustrato alla platea di giornalisti, diplomatici e rappresentanti del mondo economico e istituzionale il valore simbolico e culturale dell’evento.
A Washington, il Premio Ischia ha trovato un naturale alleato nel Premio Urbino, organizzato dal 2006 dal giornalista Giovanni Lani, con il quale è stato siglato un gemellaggio che sancisce una nuova collaborazione tra due manifestazioni accomunate dall’obiettivo di valorizzare il giornalismo come strumento di dialogo tra Paesi e culture.
Alla presentazione hanno partecipato, oltre all’Ambasciatore Marco Peronaci, numerosi esponenti del mondo dell’informazione americana, rappresentanti della business community e giornalisti accreditati presso le principali testate internazionali. Momento centrale dell’incontro è stata la presentazione di Steve Clemons, premiato con il Premio Urbino 2025, che sarà tra gli ospiti della prossima edizione del Premio Ischia. Clemons, figura di spicco del giornalismo statunitense, è redattore capo della sezione di Washington di The Atlantic e direttore di AtlanticLIVE, oltre a essere Senior Fellow presso New America, think tank di riferimento negli Stati Uniti.
La sua lunga carriera lo ha visto collaborare con figure politiche di primo piano e guidare istituzioni di ricerca di livello internazionale, come l’Economic Strategy Institute e il Nixon Center.
Durante la cerimonia è stato proiettato un video che ha emozionato i presenti, mostrando le immagini più suggestive dell’isola d’Ischia: la chiesa del Soccorso, il Castello Aragonese, la città sommersa di Aenaria, la Coppa di Nestore e il Regina Isabella, simboli di un patrimonio culturale e naturale unico. Accanto alle vedute dell’isola, scorrevano anche le immagini di Urbino, in un racconto visivo che ha unito idealmente due città simbolo di bellezza e cultura.
Il legame tra il Premio Ischia e gli Stati Uniti non è nuovo. Nel suo albo d’oro figurano nomi leggendari del giornalismo americano: Harrison Salisbury, Walter Cronkite, Peter Arnett, David Gilkey e Anton Troianovski, a conferma di una vocazione internazionale radicata nel tempo.
Il successo della tappa americana rappresenta un ulteriore traguardo per i fratelli Valentino, che nei giorni scorsi hanno ottenuto grandi consensi anche con la prima edizione del Premio Icnhos al Forte Village in Sardegna. Due appuntamenti che portano il nome di Ischia oltre i confini nazionali e rafforzano l’immagine dell’isola come crocevia di cultura, turismo e diplomazia.
Il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, forte di una storia lunga quasi mezzo secolo, si conferma non solo custode del giornalismo di qualità, ma anche ambasciatore di un territorio che continua a raccontarsi al mondo. La tappa di Washington D.C. ne è la prova più evidente: un segno concreto di come Ischia, attraverso il linguaggio universale dell’informazione, riesca ancora a far parlare di sé oltreoceano.









