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venerdì, Aprile 19, 2024

Il piacere a Vito, le mani del Comune sul viale privato. Raia denunciato per abuso d’ufficio e falso ideologico!

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E’ finita in Procura la vicenda della strada dove è ubicata la casa di Vito Manzi, che al Comune di Forio avevano cercato di rendere di uso pubblico con inserimento nello stradario comunale. E a beccarsi la denuncia per abuso d’ufficio e falso ideologico è l’arch. Marco Raia. Era stato infatti il dirigente del I Settore a firmare gli atti “incriminati”. Una storia di palese favoritismo che sin dall’inizio aveva destato scalpore e che ora viene portata all’attenzione della magistratura. L’ultima spiaggia per ottenere giustizia e anche il risarcimento dei danni.
A denunciare il grave episodio alla procura della Repubblica di Napoli i proprietari di un fabbricato ubicato in via Bellomo, Lucio e Daniele Serappo e Vera Grimaldi. Che nella denuncia ripercorrono i fatti sin dall’acquisto dei due appartamenti del fabbricato, nel 2001. Evidenziando che «In entrambi gli atti veniva precisato che: sul primo tratto del viale acquistato, individuato in catasto con la p.lla 169, vi era pratica di passaggio del sig. Cuomo Giovanni e che sullo stesso, da pochi anni, vi è una pratica abusiva di passaggio da parte del sig. Manzi Vito che ha aperto dei varchi, abusivamente, per accedere alla limitrofa sua proprietà; il fabbricato in questione era stato realizzato in virtù di concessione edilizia n. 467 del 29 dicembre 1978 e che, per opere eseguite in difformità, era stata presentata regolare istanza di condono edilizio prot. n. 3365/86 e rilasciata concessione edilizia in sanatoria n. 3 del 10 febbraio 1993».

IL RUOLO DELLA POLITICA
Già quindi si precisa che la casa di Vito Manzi era abusiva, così come i varchi aperti e il relativo passaggio. Mentre invece era acclarato il diritto di passaggio del Cuomo. Ovviamente quello che preme ai denuncianti è evidenziare come negli uffici comunali si siano mossi per favorire il potente ex assessore di Del Deo. E infatti nella denuncia, presentata prima delle ultime elezioni, si evidenzia: «Va subito chiarito, prima di ogni altra cosa, che il sig. Manzi Vito, oltre ad essere assessore in carica della Giunta Comunale di Forio, è un politico di lungo corso che ha ottenuto nella precedente tornata elettorale del 2013 ben 359 preferenze e figura attualmente tra i candidati di spicco della coalizione che appoggia il candidato a Sindaco Francesco Del Deo alle prossime elezioni comunali di domenica 10 giugno 2018».
Un elezione che ha visto eleggere, nuovamente, Vito Manzi nel consiglio comunale di Forio!
Si riporta quindi una perizia giurata del 2003 a firma del geom. Caliendo che delineava lo stato dei luoghi. In particolare per quanto riguarda i due varchi: «Tali varchi consentono l’accesso al fondo di proprietà Manzi. Il fondo Manzi confina, comunque, per due lati con la strada pubblica via Bellomo ivi sita, e precisamente per un fronte di 18 metri circa a sud e di metri 55 circa sulla diramazione ad est. All’interno del fondo di proprietà Manzi insiste, allo stato, un fabbricato ad un piano, con antistante tettoia che si prolunga fino sul confine con il viale di proprietà dei committenti». E che «Il fondo Manzi risultava, inoltre, provvisto, nell’anno 1982, di ben due varchi diretti sulla via pubblica Bellomo: uno dalla strada principale; l’altro dalla diramazione ad est». Tutto questo per comprovare l’ingiustificata appropriazione.

LA NOTA DI RAIA
Il nodo principale infatti è la decisione dell’Amministrazione Del Deo assunta a tutto beneficio di Manzi. Con una delibera di Consiglio comunale che si basava sulla nota redatta dall’arch. Raia, che cercava di far passare per viale aperto al pubblico transito quello che invece è un viale privato. E tutto questo viene ben evidenziato nella denuncia: «Con delibera n. 2 del 27 gennaio 2017, il Consiglio Comunale di Forio, nell’ambito della ricognizione del sistema viario comunale, inseriva nello stesso la “Via Diramazione località Bellomo” avente come caposaldo la particella n. 169 del foglio di mappa n. 30, così come riportato sullo stralcio planimetrico allegato.
Tale deliberazione veniva assunta sulla base di una nota del Responsabile del Settore I, prot. n. 1527 del 17 gennaio 2017, con la quale si rappresentava che “il tracciato stradale denominato Via Diramazione loc.tà Bellomo, come riportato sull’allegato stralcio catastale evidenziato con colore giallo, risulta da tempo aperto al pubblico transito veicolare e pedonale, pacificamente, rappresentando via di accesso a numerose proprietà ed abitazioni private. Nel corso del tempo è stata già oggetto di lavori di miglioria eseguiti dall’Amministrazione ed in particolare con l’installazione della pubblica illuminazione. Ciò premesso, al fine di meglio e più organicamente intervenire nell’esecuzione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, si ritiene opportuno avviare le procedure amministrative volte all’inclusione del predetto tratto viario nel sistema stradale comunale”».
Questo aveva scritto Raia, per sostenere l’utilizzo pubblico del viale. Ma veniva smentito da una ulteriore perizia redatta dall’ing. Benito Trani per conto dei Serappo, che evidenziava la presenza di altri due varchi che possono tranquillamente essere utilizzati: «Un ulteriore ampio varco carrabile (sulla via Bellomo); un ulteriore varco pedonale (sulla diramazione di via Bellomo a monte, verso est)».

DOVE SONO I LAVORI DI MIGLIORIA?
Ma questo non ha impedito il tentativo di “aprire” il viale trasformandolo in comunale, a tutto beneficio del Manzi. Eppure, come si sottolinea ancora nella denuncia: «In definitiva, può concludersi che il viale di cui alla particella 169, oggetto di inserimento nel sistema viario comunale, contrariamente a quanto sostenuto nella nota del Responsabile del Settore I del Comune di Forio, rappresenta via di accesso, oltre che ai titolari di diritti di proprietà sullo stesso (Serappo) ed all’unico titolare di diritto di passaggio (Cuomo) tra l’altro attraverso ulteriore fondo non interessato dalla delibera di C.C., solo al fondo, già p.lla 123 di proprietà Manzi Vito, ora riportato all’urbano con il numero di particella 378, catastalmente intestato a Manzi Doro, nato a Ischia il 13 febbraio 1976: altro che viale “aperto al pubblico transito veicolare e pedonale, pacificamente,” e “via di accesso a numerose proprietà ed abitazioni private”, come inspiegabilmente riportato nella nota del Responsabile del I Settore; in realtà, via di accesso (tra l’altro, contestato e dichiarato abusivo negli atti del 2001) ad un’unica proprietà (Manzi) con un’unica abitazione, invero già adeguatamente servita da un varco carrabile ed un varco pedonale posti a diretto confine con la strada pubblica via Bellomo, con la quale il fondo Manzi confina direttamente per un fronte di ben 75 metri lineari circa».
Eppure Raia ha scritto tutt’altra cosa, di qui la denuncia per falso ideologico. E nella denuncia si contestano anche i fantomatici lavori di miglioria eseguiti dal Comune: «Ebbene, di tali presunti lavori di miglioria, tra l’altro non documentati, non vi è traccia alcuna sui luoghi. I rilievi fotografici seguenti evidenziano bene che trattasi di viale carrabile sterrato, tuttora interessato dalla presenza di vegetazione (interrotta solo dalle strisce formatesi per effetto del passaggio delle ruote degli autoveicoli), assolutamente privo di segni di opere edilizie od altri lavori; ad eccezione di un sol piccolissimo punto interessato da getto di massetto cementizio, effettuato con tutta evidenza dagli stessi committenti (come da loro riferito) per coprire una buca. Inoltre, come si ricava dall’esame delle stesse foto, il viale in questione, contrariamente a quanto (del tutto erroneamente) riportato nella nota del Responsabile del I Settore, è assolutamente privo di impianto di pubblica illuminazione».

LA RETROMARCIA
A Forio è chiaro a tutti che si è voluto fare un favore a Vito Manzi. Ma quel viale non ha alcuno dei requisiti richiesti per un pubblico interesse: «Non presenta alcuna finalità di collegamento, con funzione di raccordo o sbocco su pubbliche vie, essendo invece cieco e collegato ad un’unica abitazione, tra l’altro già confinante ed aperta sulla pubblica via Bellomo; non è affatto “aperto al pubblico transito veicolare e pedonale, pacificamente,” né rappresenta “via di accesso a numerose proprietà ed abitazioni private”…». E così via.
A questo punto i Serappo, per opporsi alla servitù di uso pubblico con l’inserimento nello stradario comunale, avevano tentato una mediazione con il Comune di Forio, come obbligatorio per legge. E il legale dell’Ente, lette le carte, aveva definito «erronea la decisione presa in consiglio comunale e che, in un eventuale giudizio civile, l’Ente andrebbe incontro a sicura soccombenza con condanna al pagamento delle spese legali salvo ulteriori eventuali condanne al risarcimento dei danni subiti». Un errore marchiano, voluto e certamente non in buonafede. A quel punto Raia, con l’ausilio del fido ing. Luca De Girolamo, correva ai ripari, redigendo una nuova nota nella quale si sosteneva che «vi era stato un errore materiale nell’individuazione del tratto di strada de quo, così come riportato sulla planimetrica catastale allegata alla nota dell’arch. Marco Raia prot n. 1527 del 17.1.2017, in quanto la diramazione di via Bellomo munita di numeri civici ed interessata da interventi di miglioria eseguiti dall’Ente non è quella oggetto del contenzioso e di inserimento di cui alla D.C.C. n. 02/2017, individuata catastalmente al foglio 30 p.lla 169, ma invece quella immediatamente a monte della stessa».
Ma era solo un tentativo per prendere tempo, peraltro con la solita giustificazione risibile. Invano comunque i Serappo attendevano che il Consiglio comunale annullasse in autotutela la precedente delibera. Il relativo atto non è stato mai approvato. Quando al processo di conciliazione, «è stato anche chiuso “con esito negativo per inconciliabilità delle rispettive posizioni”».

ERRORE MARCHIANO
A questo punto non è rimasto altro che ricorrere alla magistratura. E a essere chiamato in causa per le scelte di Del Deo è Raia (e chiunque altro venga eventualmente ritenuto responsabile): «E’ fuor di dubbio che, con le iniziative assunte dai pubblici amministratori e funzionari nella vicenda che ne occupa ed in particolare con la nota dell’arch. Raia del 17 gennaio 2017, prot. n. 1527, si sia inteso favorire illegittimamente l’assessore comunale Vito Manzi (o suoi aventi causa), il quale sul tratto di strada in interesse non vanta alcun diritto di passaggio.
E’ fuor di dubbio, altresì, che, nel redigere e sottoscrivere la suddetta nota, basata su una falsa rappresentazione della situazione di fatto e di diritto, il dirigente del Settore, arch. Marco Raia, si sia reso scientemente responsabile dei reati di falso ideologico e abuso di ufficio, salvo altri».
E anche la “pezza” che si è cercato di mettere per porre rimedio al misfatto è una «conferma della illiceità della condotta posta in essere dall’arch. Raia». Peraltro quella nota firmata con De Girolamo pure contiene errori ed omissioni: «Con la riferita nota, quindi, i Responsabili dei Settori I e VIII tentano ingenuamente di giustificare l’errore e, nell’effettuare la “correzione”, sbagliano ancora perché non si avvedono (o fanno finta di non avvedersi) del fatto che il nuovo tratto stradale individuato a monte non solo è privo di pubblica illuminazione, ma è, in ogni caso, già di proprietà comunale». Sic!
E dunque: «Può, dunque, concludersi che, nella specie, anche il reato di abuso di ufficio è incontrovertibilmente dimostrato, oltre che nella sua componente oggettiva, come si è visto, anche e soprattutto nella sua componente soggettiva, in particolare dalla riconosciuta competenza professionale del pubblico funzionario, dal comportamento tenuto dallo stesso prima ed in concomitanza con la condotta posta in essere e dalla gravità delle violazioni commesse».
Si è voluto favorire Vito Manzi. Il Comune, “rubando” il viale ai Serappo, voleva consentire il pacifico accesso al potente amministratore che non ne aveva diritto. E a conclusione della denuncia, si cita quanto affermato in giurisprudenza: «Quando manca l’interesse pubblico e l’evento (illecito) è conseguenza immediatamente perseguita dal soggetto attivo, l’accertamento del dolo intenzionale si esaurisce nella oggettiva verifica del favoritismo posto in essere con l’abuso dell’atto di ufficio, senza che rilevi la motivazione che abbia indotto l’agente a perseguire, come fine della condotta, la realizzazione del reato, né in tal caso è necessaria la prova della collusione del pubblico ufficiale con i beneficiari dell’abuso».
Una vicenda clamorosa che farà scrivere ancora molti capitoli, a tutta vergogna di Del Deo e dei suoi funzionari, passivi esecutori di una politica di favoritismi.

3 COMMENTS

  1. Un imbroglio che hanno fatto anche in altre parti di Forio con alberghi per parcheggi e ingressi abusivi.Speriamo che indaghino!

    • Ma chi vuoi che indaga? Se nessuno denuncia chi vuoi che indaghi il fantasma F ormaggino Poi se si tratta di alberghi c è potere economico e quindi c è potere politico!!!! Hai mai visto che un cittadino vince contro un amministrazione? Non lo vedrai mai … l unica vittoria e farli scendere dal piedistallo….

  2. La politica é sporca ma i responsabili degli uffici sono pessimi.
    Lui li nomina a tempo ……e loro devono ubbidire!
    Speriamo che aprano gli occhi

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