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giovedì, Aprile 18, 2024

Il Papa non si fida dei preti ischitani

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Gaetano Di Meglio | Le cronache di preti chiavettieri, scorretti, cacciati, messi in punizione, sospesi a divinis e tanto altro hanno spinto Papa Francesco a non fidarsi dei sacerdoti ischitani e a non affidare il prosieguo della Diocesi di Ischia ad uno dei componenti del Consiglio Presbiteriale, ovvero ad un “Amministratore Diocesano” come era successo nel recente passato.

Dopo la morte di Mons. Filippo Strofaldi, lo ricordiamolo ai lettori, fu eletto un Amministratore Diocesano. Era il 2012 quando Don Carlo Candido e Don Giuseppe Regine ebbero gli stessi voti e, per anzianità, Mons. Giovì, resse la Diocesi di Ischia. Fu proprio Don Giuseppe Regine, infatti, che annunciò la nomina di Mons. Lagnese in Cattedrale quale Vescovo di Ischia.
Ma veniamo alla storia dei nostri giorni.
Leggendo il comunicato della Nunziatura Apostolica, si evince che «l’Ecc.mo Mons. Pietro Lagnese, con i diritti, le facoltà e gli obblighi che spettano al Vescovo Diocesano in conformità al diritto, tenuto conto, tuttavia, di quanto contenuto al n. 244 del Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi “Apostolorum Successores».
Ops.Come mai Roma ha optato per un “Amministratore Apostolico” e non per un “Amministratore diocesano”?

Vediamo cosa è contenuto al n. 244 del Direttorio: «L’Amministratore Apostolico “sede vacante”. La Santa Sede può provvedere al governo della diocesi (758) nominando un Amministratore Apostolico. Anche se gli sono concesse tutte le facoltà del Vescovo diocesano, il regime della diocesi è quello della sede vacante, pertanto cessano gli uffici del Vicario Generale e dei Vicari episcopali, nonché la funzione dei Consigli presbiterale e pastorale. L’Amministratore Apostolico può però confermare, in forma delegata, il Vicario Generale e i Vicari episcopali, fino alla presa di possesso della diocesi da parte del nuovo Vescovo, ma non può prorogare i compiti dei Consigli, in quanto le loro funzioni sono svolte dal Collegio dei consultori”

Il passaggio “cessano gli uffici del Vicario Generale e dei Vicari episcopali, nonché la funzione dei Consigli presbiterale e pastorale” non è passato inosservato. Una grande differenza tra il dopo Strofaldi e dopo il Lagnese. In qualche modo oggi nessuno può entrare nella stanza del vescovo e “machinarie aum aum”.
Quali saranno le “scelte” di Lagnese? Confermerà Don Agostino Iovene? Confermerà gli altri dei vari uffici? Una cosa è certa, Roma ha “commissariato” la Diocesi e ha lasciato le chiavi nelle mani di Lagnese.

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6 COMMENTS

  1. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Caro Francesco ma solo dei preti ischitani? A che posto stanno tutti gli altri preti del mondo? Con questo non voglio prendere le parti di nessuno ma ognuno dovrebbe passare la mano sulla propria coscienza.

  2. Direttore, non riesco a capire “il Papa non si fida dei preti ischitani”, ha parlato Lei personalmente con il Santo Padre? Mah!……………

  3. Non credo che i preti, e non solo quelli della nostra isola, possono essere lasciati liberi senza uno guida o una missione. Un giornalista dice le sode che dice finché vanno bene al direttore e a quelli che pagano per la pubblicità. I preti non hanno questa libertà.

  4. A mio parere fa bene il papa a non fidarsi, visto che la storia e la cronaca ci insegnano come nel clero isolano ci siano vari sacerdoti legati al potere, o alla politica, o alla ricchezza, o ai “rapporti amorosi” con donne o con persone dello stesso sesso. P.s.: qualsiasi riferimento a fatti o persone è puramente casuale.

  5. la differenza credo stia nel fatto che per la morte di mons.strofaldi fu necessario scegliere fra uno dei preti di ischia in quanto lui era deceduto
    , adesso il vescovo è solo trasferito, vivo e vegeto, e come in molti altri casi si affida a lui la responsabilità della “sua” vecchia sposa fino all’arrivo del nuovo pastore….cosa ci incastra la fiducia nei preti??? e lo dico da fiorentino e non da ischetano!

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