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Il Papa non si fida dei preti ischitani

By Redazione Web

January 20, 2021

Gaetano Di Meglio | Le cronache di preti chiavettieri, scorretti, cacciati, messi in punizione, sospesi a divinis e tanto altro hanno spinto Papa Francesco a non fidarsi dei sacerdoti ischitani e a non affidare il prosieguo della Diocesi di Ischia ad uno dei componenti del Consiglio Presbiteriale, ovvero ad un “Amministratore Diocesano” come era successo nel recente passato.

Dopo la morte di Mons. Filippo Strofaldi, lo ricordiamolo ai lettori, fu eletto un Amministratore Diocesano. Era il 2012 quando Don Carlo Candido e Don Giuseppe Regine ebbero gli stessi voti e, per anzianità, Mons. Giovì, resse la Diocesi di Ischia. Fu proprio Don Giuseppe Regine, infatti, che annunciò la nomina di Mons. Lagnese in Cattedrale quale Vescovo di Ischia.Ma veniamo alla storia dei nostri giorni.Leggendo il comunicato della Nunziatura Apostolica, si evince che «l’Ecc.mo Mons. Pietro Lagnese, con i diritti, le facoltà e gli obblighi che spettano al Vescovo Diocesano in conformità al diritto, tenuto conto, tuttavia, di quanto contenuto al n. 244 del Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi “Apostolorum Successores».Ops.Come mai Roma ha optato per un “Amministratore Apostolico” e non per un “Amministratore diocesano”?

Vediamo cosa è contenuto al n. 244 del Direttorio: «L’Amministratore Apostolico “sede vacante”. La Santa Sede può provvedere al governo della diocesi (758) nominando un Amministratore Apostolico. Anche se gli sono concesse tutte le facoltà del Vescovo diocesano, il regime della diocesi è quello della sede vacante, pertanto cessano gli uffici del Vicario Generale e dei Vicari episcopali, nonché la funzione dei Consigli presbiterale e pastorale. L’Amministratore Apostolico può però confermare, in forma delegata, il Vicario Generale e i Vicari episcopali, fino alla presa di possesso della diocesi da parte del nuovo Vescovo, ma non può prorogare i compiti dei Consigli, in quanto le loro funzioni sono svolte dal Collegio dei consultori”

Il passaggio “cessano gli uffici del Vicario Generale e dei Vicari episcopali, nonché la funzione dei Consigli presbiterale e pastorale” non è passato inosservato. Una grande differenza tra il dopo Strofaldi e dopo il Lagnese. In qualche modo oggi nessuno può entrare nella stanza del vescovo e “machinarie aum aum”.Quali saranno le “scelte” di Lagnese? Confermerà Don Agostino Iovene? Confermerà gli altri dei vari uffici? Una cosa è certa, Roma ha “commissariato” la Diocesi e ha lasciato le chiavi nelle mani di Lagnese.

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