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Il pallone nel pallone | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 13 marzo 2020

Il calcio europeo e le autorità che lo comandano o gli gravitano intorno perseverano nel ridicolo assoluto. L’altro ieri sera abbiamo assistito ad una splendida Liverpool–Atletico Madrid, giocata ad Anfield con una cornice di pubblico pazzesca, mentre a Parigi il PSG batteva a porte chiuse il Borussia Dortmund, incoraggiato dalla presenza di migliaia di tifosi autorizzati (sì, proprio così) dalle autorità locali ad “assembrarsi” fuori dallo stadio per sostenere a distanza i loro beniamini e, successivamente, ad organizzare feste in ogni dove della città per celebrare la qualificazione ai quarti.

Il Ministro dello Sport inglese (strano sia ancora in carica) dichiara che non c’è motivo di sospendere la Premier League o di giocarla a porte chiuse, salvo essere smentito pochi giorni dopo dall’auto-quarantena disposta dall’Arsenal per tutti i propri tesserati e dai tre giocatori del Leicester trovati positivi al Coronavirus. Ma… non si è dimesso ancora?

L’Uefa dispone il rinvio in data e formula da decidersi di Inter-Getafe e Siviglia-Roma, ma consente che nella stessa giornata si disputino tutte (e sottolineo tutte) le altre partite in programma. E come se non bastasse, profila la sospensione delle gare di Champions League in programma il 17 e il 18, fatta eccezione di Bayern Monaco-Chelsea, in quanto “si può disputare in sicurezza”. Questa, se avete tempo, provate a spiegarmela, perché sto interrogando il mondo intero senza ottenere risposta degna di nota.

Vanno poi ricordati anche i due casi di “positivi” in serie A (Rugani per la Juventus e Gabbiadini per la Sampdoria); e se da una parte il Governo nazionale ha preceduto le intenzioni del Presidente Gravina (“Al primo calciatore positivo fermiamo tutto”), dall’altra continuiamo ad assistere, a tutti i livelli, a dichiarazioni e intenzioni tutt’altro che univoche sul futuro del campionato italiano di massima serie (playoff, assegnazione con classifica attuale, non assegnazione etc.). Ma va detto che, in Europa, gli altri non sembrano affatto più decisi, determinati (e forse capaci) di noi. Il che è tutto dire!

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