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venerdì, Aprile 19, 2024

Il palcoscenico è servito

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Gaetano Di Meglio | Più volte mi sono chiesto quale era lo scopo del corteo di ieri mattina. Per cosa si stava protestando? Quale era la motivazione principe per cui, ieri mattina, si è scesi in piazza? Ancora oggi resta un grande boh.

Chi ha seguito il corteo non l’ha capito. Contro chi si protestava non si è capito. Ma si è capito, bene, chi invece, aveva bisogno di un palcoscenico per provare a soddisfare il proprio ego. Una mossa egoistica che appaga gli animi e serve da placebo a smanie di protagonismo eccessivo.

Facendo due conti rapidi: non si è protestato contro il sindaco che, dal 21 agosto, tiene ancora Via Spezieria chiusa. Ma ci si è messi al suo fianco, quasi fosse uno che si occupa dei problemi dei casamicciolesi!

Non si è protestato contro chi, ancora ad oggi, non ha una soluzione per le scuole e costringe i figli di Casamicciola a fastidiosi doppi turni. Si va a braccetto con giunta e assessori vari.

Non si è protestato contro chi tiene bloccate le opere di messa in sicurezza perché ha formulato atti contro la normativa. Anzi, si va a braccetto con chi ha sperperato 80mila euro tra Pio Monte e Manzoni.

Non si è protestato contro la Regione Campania che resta lontana e distante dai veri problemi della nostra isola. Si preferisce fare la “OLA” al governatore che se ne frega della nostra sanità, dei nostri trasporti e tanto altro.

Non si è protestato contro il Commissario Grimaldi.

Non si è protestato contro Angelo Borrelli.

Non si è protestato, in maniera specifica, contro il governo del PD che deve legiferare, perché si sarebbe dovuto partire da De Luca (che invece viene osannato)

Si è gridato “decreto, decreto”. Decreto di cosa? Non si è capito ancora.

La favoletta della legge finanziaria che deve essere approvata serve solo a chi agita “anime innocenti”.

Il governo del partito di De Luca (quello che combatterà con noi, così dicono le novelle Evita Peron di Casamicciola) si è ricordato con ritardo di sospenderci le tasse e, forse, avremo un emendamento inserito in una legge di conversione riservata ad altre calamità. Non credo che all’interno della conversione per Livorno si possa inserire tutto quello di cui abbiamo bisogno ma, soprattutto, mi chiedo: prima che termini il periodo dell’emergenza, ovvero il 25 febbraio, è possibile già passare e avere quello di cui abbiamo bisogno per la ricostruzione?

Seguendo solo un leggero filo logico e, pensando che Amatrice ha ricevuto il “suo” decreto per la ricostruzione SOLO otto mesi dopo l’evento sismico, è legittimo chiedersi se oggi non siamo preda di ansie giustificate e di mala informazione preordinata.

Chi crede nel valore della protesta (e partecipa a tutte le proteste non solo per lavoro, come chi scrive) anche oggi crede che l’evento di ieri mattina sia stato utile. Ha riacceso i riflettori, ha rimesso al centro della polemica la parola “Ischia”, ma ha indebolito il tavolo della trattativa.

Il messaggio che arriva è che gli enti preposti si sono dimenticati di Ischia. Una protesta di piazza, con i suoi momenti di tensione con le forze dell’ordine, non è mai di supporto. 700 persone che sfidano il meteo e bloccano un’isola non è un’azione di supporto, ma ha un significato di condanna verso chi, invece, deve intervenire. Dobbiamo deciderci: protestiamo perché non ci pensano o ci sediamo al tavolo della trattativa?

Forse questa non è la sede più opportuna e consona, ma è opportuno sottolineare una questione che sembra sopita.

La protesta, le grida, le rivendicazioni e i cortei chiedono, a gran voce, una sorta di solidarietà interisolana. Si vive il contrario dei primi giorni. Se prima una parte di Ischia si impegnava a dire “il terremoto è successo solo a Casamicciola”, oggi sono solo quelli “del terremoto” che alzano la voce.

Se il governo accetterà le richieste del popolo di Casamicciola e, in qualche modo, risolverà il problema del condono? Per chi lo farà? Solo per il Maio? Solo per il Fango? Solo per la zona rossa? O anche per le zone verdi e per gli altri comuni?

Quando inizieremo a protestare affinchè le giuste rivendicazioni del popolo del sisma siano applicate a tutto il sistema Ischia che, di riflesso e senza crepe nelle mura, paga i danni del terremoto? E penso ai lavoratori licenziati, alle prenotazioni annullate e al tutto il sistema Ischia che versa, ancora, in ginocchio.

Tutto questo è assente da ogni tipo di ragionamento. Tutto questo non viene preso in considerazione. Si sbandiera un vessillo di unità, ma la battaglia resta “solo” per la zona e per il singolo.

 

 

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