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giovedì, Aprile 25, 2024

Il palazzo di giustizia di Ischia trema, convocata l’assemblea degli avvocati

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Tutti gli iscritti dell’Assoforense saranno convocati in un luogo da definire per motivi legati all’emergenza sanitaria. Dura la presa di posizione del presidente Gianpaolo Buono, che si dice sconcertato delle dure dichiarazioni dei massimi vertici del tribunale di Napoli al Csm

Paolo Mosè | Dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta nel week-end scorso con la divulgazione della delibera consiliare del Csm che ha proposto alla III commissione il trasferimento per incompatibilità ambientale del giudice Eugenio Polcari, è arrivata la reazione dei vertici dell’Associazione Forense dell’isola d’Ischia. Con la convocazione urgente del direttivo, che ha deliberato la convocazione dell’assemblea di tutti gli iscritti, la cui data sarà divulgata solo dopo aver individuato un luogo che dia tutte le garanzie per evitare gli assembramenti. Si preferisce un luogo all’aperto, in modo tale da consentire la partecipazione degli oltre 150 iscritti.

E’ un’iniziativa che serve a discutere gli ultimi avvenimenti e approvare un ordine del giorno per rispondere a certe affermazioni che avrebbero leso l’intera avvocatura senza far alcun distinguo. Capire, insomma, come realmente si sono svolti i fatti, se ci sono responsabilità e da parte di chi, in modo da dare una risposta la più significativa possibile. Alla luce anche di una indagine penale e coordinata direttamente dal procuratore capo di Roma Prestipino, che tra l’altro è comparso dinanzi alla commissione per riferire i fatti non coperti dal segreto d’ufficio.

Confermando che attualmente si procede per il reato di abuso d’ufficio. Ciò, però, avveniva alla fine dell’anno scorso ed è presumibile che le indagini siano proseguite con acquisizione di ulteriori elementi e con l’interrogatorio di testi informati sui fatti. Soprattutto legati ad alcuni episodi che si riferiscono a delle mangiate in ristoranti o relax sotto gli ombrelloni di stabilimenti balneari soprattutto ai Maronti, addebiti che vengono contestati al magistrato coordinatore della sezione di Ischia.

Nel deliberato l’Associazione si rimette alla magistratura per quanto attiene alle attività che emergerebbero per comportamenti non consoni, non solo nei confronti dello stesso magistrato, ma anche per tutti gli altri possibili indagati, compresi anche avvocati. Solo quando le indagini termineranno e saranno resi pubblici i documenti, la categoria potrà svolgere compiutamente tutte le valutazioni del caso.

In questa fase l’Associazione intende affrontare in assemblea ciò che hanno riferito alcuni alti magistrati che hanno l’incarico del governo del tribunale di Napoli. Ritenendo alcune affermazioni rese dinanzi alla commissione lesive e tendenti in qualche modo a condurre con una strategia ben precisa alla chiusura dell’ufficio giudiziario. Non tralasciando che l’obiettivo principale dell’avvocatura è quello di giungere al più presto alla stabilizzazione della sezione distaccata. Una possibilità che non troverebbe il favore della presidenza del tribunale.

Il presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono ha riferito ai suoi colleghi che «in disparte ogni valutazione sui fatti che hanno dato origine al procedimento ai sensi dell’art. 2 del Regio Decreto n. 511 del 1946, che saranno valutati nella loro reale dimensione dalle autorità competenti, non possono restare indifferenti – e con me, penso, l’intera avvocatura isolana – rispetto a talune, gravissime dichiarazioni rilasciate da importanti rappresentanti delle istituzioni deputate all’amministrazione della giustizia, che hanno descritto la situazione della sezione distaccata di Ischia utilizzando un lessico dal contenuto sicuramente diffamatorio, denigratorio, poco equilibrato e per niente conferente».

E aggiunge ancora il presidente Buono: «Sorprende, poi, la mancanza di ogni cautela nel debordare in ambiti riservati ad altri poteri dello Stato e, soprattutto, di obiettività nell’analizzare la situazione generale. L’avvocatura dell’isola, pur tra indiscutibili demeriti, legati alla mancanza di compattezza, non merita giudizi tanto sferzanti e dequalificanti, che intaccano e mettono in dubbio l’etica della professione e valori, come quelli dell’onestà e probità, al cui presidio è preposto il ministero difensivo per i fini della giustizia. E non lo merita l’intera comunità ischitana, considerato che i giudizi negativi espressi non investono una categoria professionale, ma l’intera isola».

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