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venerdì, Aprile 19, 2024

Il nuovo mondo del Metaverso | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 settembre 2022

Così come accadde per Internet nei lontani anni ottanta, nei giorni nostri si è incominciato a parlare di Metaverso. Un approccio timido, quello della gente, contro quello prudente ma non per questo disinteressato di importanti aziende di vari settori -non solo informatici-, che nel giro dei prossimi due lustri certamente riuscirà a coinvolgerci al pari (se non ben più) del world wide web.

A vantaggio di chi non ne ha mai sentito parlare, ovvero non si è mai dedicato ad approfondirne il significato, ricorderò che stiamo parlando di un vero e proprio mondo virtuale, fatto di tanto 3D e realtà aumentata (quella, per capirci, che aumenta la percezione umana ben oltre le capacità dei cinque sensi). Vi riporto, però, volentieri la definizione di Wikipedia delle attuali principali caratteristiche del Metaverso, che per quanto in continua evoluzione, può già essere utile a capirci di più:

  • Si tratta di spazi tridimensionali dove gli utenti si muovono liberamente utilizzando degli avatar; qui si può giocare, creare, lavorare e anche concludere accordi commerciali.
  • Il Metaverso non è di proprietà delle aziende, ma si tratta di una struttura tecnica condivisa.
  • Gli spazi virtuali possono essere creati dagli utenti stessi che li mettono a disposizione di altri utenti.
  • Per rendere possibile il collegamento tra lo spazio reale e quello digitale si usano la realtà aumentata e tecnologie di realtà ibride.
  • Si possono utilizzare valute virtuali e reali.
  • Alla base degli spazi virtuali ci sono degli standard tecnici compatibili, protocolli, l’interoperabilità, la proprietà digitale, la tecnologia blockchain e legislazioni che ne regolano l’uso.

La domanda è d’obbligo: in un pianeta che tende sempre più all’isolamento tra i suoi stessi abitanti e, talvolta, all’isolazionismo di molti dei paesi che lo compongono, con la ricerca spaziale che potrebbe, prima o poi, aprire nuove importanti frontiere universali, era proprio necessario ricercare un nuovo mondo (per giunta virtuale) prim’ancora di riuscire a migliorare seriamente quello in cui viviamo?

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