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giovedì, Marzo 28, 2024

IL MURALES DELLA DISCORDIA di Geppino Cuomo

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Disse decenni fa S.E. Dino Tomassini, vescovo d’Ischia:” Gli ischitani spesso sono simili a Dio” e a chi chiedeva spiegazioni per una definizione sicuramente originale rispondeva:” Perché dal nulla creano tutte le cose”. Spesso noi ischitani creiamo dei casi dal nulla o quasi. Tiene banco in questi giorni il murales dipinto sulla facciata del liceo Buchner.

Indubbiamente è visivamente bello, tecnicamente fatto benissimo, ma sul quale si sono interrogati in parecchi, senza comunque sbilanciarsi più di tanto, fermandosi ad apprezzamenti artistici e basta. Mi viene in mente una barca alla festa di Sant’Anna del 1968, “ Ischia 2000 e Maschere”. Erano anni di contestazione, anni di rivoluzioni culturali ed anche la festa ebbe la sua barca che fece discutere tantissimo. Gino Palumbo, quotatissimo giornalista in giuria disse:” di questa barca non ci ho capito niente, ma le do il massimo dei voti per non far capire che non ho capito niente.” Come lui la pensarono molti giurati, tanto da farle prendere il terzo premio su undici barche in sfilata. Erano tutti capolavori nell’acqua, la barca fatta da studenti di allora, non erano altro che tre canotti messi in fila, con una splendida ragazza in piedi e tre cartelli con la scritta Ischia 2000 e maschere sulla prima, continua sulla seconda e l’ultima barchetta portava la scritta fine.

Non diceva niente ma poteva celare molto. In effetti gli autori se la ridevano, non sapevano nemmeno loro cosa volevano esprimere. Dovettero farlo con un volantino l’indomani per spiegare una barca che non aveva niente da dire, ma che parola dopo parola complicò ancor più la discussione. Questo per dire cosa? Per dire che in questi giorni si sta crocifiggendo un ragazzo del liceo per aver espresso il proprio pensiero (in maniera sbagliata sicuramente), diametralmente opposto a quello dell’autore.

Un ragazzo che ho scoperto lo scorso anno in un suo intervento al bar Calise in un convegno politico. Un ragazzo che mi impressionò moltissimo per la sua maturità, tanto da voler chiedere un suo documento per accertarmi che avesse davvero sedici anni. Un ragazzo pacato, con idee chiare. Un ragazzo che secondo me farà molta strada nel sociale. Questo non vuol dire che uno così intelligente, educato, capace, non possa incappare in un errore.

Se sbaglia basta farglielo notare nella maniera giusta. Ha sbagliato perchè una volta tanto si è calato nella sua realtà di diciassettenne discutendo con coetanei, mentre le sue dichiarazioni sono invece state prese seriamente e denunciate da adulti nel loro mondo di adulti. “Anche i ricchi piangono” è una serie TV, parafrasando:“ anche i grandi sbagliano”. Il ragazzo del liceo è uno che da grande sarà qualcuno. Non è immune da errori e nessuno lo è mai stato. Ci dicono, chi lo conosce, che non è fascista, nonostante quelle frasi lo lascino pensare. Chi di noi, una volta, una sola volta nella nostra vita non ha avuto atteggiamento da fascista? Non per questo siamo fascisti.

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” sono duemila anni che lo si sente dire. Maradona, il genio del calcio, è continuato ad essere Maradona, anche dopo aver sbagliato un rigore decisivo in coppa campioni. Tutti sbagliano, tutti hanno il diritto di sbagliare, come tutti hanno il dovere di correggere, ma non di giudicare e condannare. Fra chi punta il dito, anche qualche insegnate del liceo. Ma una domanda sorge spontanea, il ragazzo nel liceo non passa inosservato, è componente del consiglio d’istituto. Fosse veramente fascista, come hanno fatto gli insegnanti a non accorgersi dei suoi atteggiamenti e a non correggerli? Le loro colpe nessuno le analizza? Alla fin fine, chi ne esce esaltato e messo su di un piedistallo, è proprio il ragazzo. Solo contro tutti. Ora nella discussione restano solo l’autore dell’opera ed il suo contestatore, le altre migliaia di persone che giudicano, sparlano, dicono tante cose, in pratica non esistono.

La scena è solo del ragazzo e dell’autore dell’opera, del quale non si giudica la bravura tecnica, molto bella la realizzazione, ma si discute dell’interpretazione. Ho ammirato il giovane liceale quando l’ho sentito parlare al Calise, lo seguo costantemente nei suoi interventi da allora e ne resto sempre colpito. Ha sbagliato il suo “calcio di rigore”, se ne sarà sicuramente reso conto anche da solo ma è giusto farglielo notare con garbo e raziocinio. Nonostante un incidente di percorso resta uno al di sopra della media, da lui la società ischitana si aspetta molto. Avesse avuto l’età giusta, oggi ce lo saremmo ritrovato in una lista e sarebbe stato sicuramente eletto.

Il suo torto è quello di aver espresso la sua idea con parole non meditate, parole che da lui non ci saremmo mai aspettate, ma almeno ha espresso un concetto. Quanti altri giovani lo hanno fatto? Noi, lo vogliamo giudicare da adulto quale non è, dimenticando i nostri 17 anni. E’ difficile voltarci e guardare il nostro passato. Spesso alle spalle di molti di noi non vediamo niente, solamente il vuoto. E sul vuoto non si costruisce il domani. “sbagliando si impara” ma noi dei detti antichi, frutto dell’esperienza popolare, non ne facciamo tesoro quasi mai! Mi auguro che per il ragazzo sia solo un incidente di percorso che lo aiuterà nella sua crescita senza bloccarlo psicologicamente.

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