venerdì, Giugno 20, 2025

Il mercato immobiliare come termometro della qualità della vita. L’allarme di una agente immobiliare

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A breve le valutazioni immobiliari scenderanno a 900 euro al metro quadro per l’inquinamento, l’aria irrespirabile, sporcizia per le strade, traffico, spiagge sporche, mare inquinato dalle barche, costoni cadenti. Un immobile a Procida costa di più che in Sardegna, dove c’è una tutela del patrimonio marittimo indescrivibile. Per cortesia”

Con queste parole, l’agente immobiliare Jessica Giaquinto – dal suo profilo social – ha lanciato un messaggio chiaro e allarmante che va ben oltre il mero ambito del mattone: il mercato immobiliare sta diventando sempre più specchio fedele dello stato di salute di un territorio. E quando il territorio si ammala, anche il valore delle abitazioni crolla.

Il mercato immobiliare non è soltanto una questione economica. È, di fatto, un indicatore molto sensibile della qualità della vita in una città o in una località turistica. La domanda di immobili si concentra là dove le persone trovano condizioni favorevoli per vivere, lavorare o investire: servizi efficienti, ambiente salubre, sicurezza, bellezza paesaggistica.
Nel caso segnalato da Giaquinto, il problema è evidente: sporcizia, inquinamento marino e urbano, degrado naturalistico e urbanistico stanno progressivamente erodendo l’attrattiva di un contesto che, sulla carta, dovrebbe essere valorizzato e protetto.

La professionista immobiliare sottolinea come in alcune zone di Procida il prezzo al metro quadro superi quello di località sarde dove, al contrario, si riscontrano alti standard di tutela ambientale. Un paradosso che apre ad una riflessione più ampia: il valore percepito di un luogo non sempre coincide con la sua reale qualità ambientale o infrastrutturale. Ma questa discrepanza non può durare a lungo.

Quando il contesto degrada, il mercato se ne accorge. E reagisce.
La svalutazione immobiliare, infatti, è spesso la prima manifestazione tangibile di un malessere urbano più profondo. Quando i prezzi scendono non è solo colpa dell’inflazione o della congiuntura economica: può essere il segnale che le persone stanno perdendo fiducia nel futuro di un luogo.

Le cause? Molteplici, e spesso interconnesse: Inquinamento atmosferico e marino; Carenza di manutenzione del patrimonio paesaggistico; Traffico e mancanza di mobilità sostenibile; Degrado urbano e sociale
Questi fattori non solo rendono meno desiderabile l’acquisto o l’affitto di un immobile, ma minano profondamente il benessere quotidiano dei residenti.
L’esempio della Sardegna, citato da Giaquinto, evidenzia l’importanza di politiche territoriali lungimiranti. Dove si investe nella tutela ambientale, nella valorizzazione del paesaggio, nella gestione sostenibile delle risorse costiere, il mercato immobiliare non solo regge, ma cresce.

Perché il valore di una casa non si misura soltanto in metri quadri, ma nella qualità di ciò che la circonda.
Il mercato immobiliare si conferma quindi un “termometro” della qualità della vita: se i prezzi scendono, spesso è perché la città o il territorio stanno perdendo appeal, vivibilità e prospettive. Ecco perché le parole di Jessica Giaquinto non devono essere considerate solo un monito per operatori del settore, ma un campanello d’allarme per amministratori, cittadini e istituzioni.
Dove l’ambiente si tutela, la casa vale di più. Dove il territorio si abbandona, anche il futuro si svaluta.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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