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giovedì, Aprile 25, 2024

Il Mazzella è in condizioni pietose, anche Ischia ha il suo Spelacchio

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Mentre la Rinascita Ischia Isolaverde ed il Gescal Boys Marano, domenica pomeriggio, lasciavano il terreno di gioco del Mazzella dopo aver pareggiato 1-1 nella dodicesima giornata del girone A di Prima Categoria, si faceva largo uno spettacolo davvero deprimente. Era quello offerto dallo stato del terreno di gioco su cui fino a pochi istanti prima si erano date battaglia le due squadre, ridotto – a dir poco – a qualcosa di molto vicino ad una steppa bruciata se non ad un fondo lasciato incolto per parecchie settimane, o addirittura mesi. Ciò è un po’ quello che è successo all’ex prato verde della struttura di Fondo Bosso, che non si sa da quanti anni non vede una semina (crediamo dai tempi della presidenza Carlino, nessuno se la prenda perché ne è stato fatto il nome in questa sede), piuttosto che una rullata fatta come Dio comanda. Fatto sta, che chi è costretto a giocare sul rettangolo del Mazzella, più che provare a controllare un pallone da calcio ed imbastire insieme ai compagni di squadra azioni da tradurre in rete, deve riuscire a domare un ovale da rugby fatto rotolare malignamente sul prato, nel caso su quello che ne resta.

Tutto, non degno nemmeno della Prima Categoria, non ce ne voglia nessuno, serie in cui militano squadre più dedicate al dopolavoro che non alla crescita di sportiva, fatta salva la Rinascita Ischia Isolaverde (probabilmente per la rosa di oggi potrebbe disputare degnamente anche la Promozione) e poche altre società – attrezzate per il vertice – facenti parte del lotto. E non degno nemmeno di essere equiparato ad un normale campo in terra battuta, tenuto decentemente, come era il Rispoli 15 anni fa. Se è vero, come è vero, che la Rinascita Ischia Isolaverde, dopo le difficoltà iniziali, sta facendo di tutto per essere e rappresentare la vera Ischia, è anche vero che le strutture su cui si muove la squadra devono essere adeguate al nome che si porta in giro, oltre ad essere presentate agli ospiti in maniera superiore al medio decoro. Ciò non accade al Mazzella, che per come sono messi gli spogliatoi e gli spalti (per presenza di pubblico, della polvere inveterata sulle sedioline magari ne parleremo più avanti) offre uno spettacolo che riporta quasi ai tempi che furono.

COSA FARE – Nei vari appuntamenti a chi la dirigenza gialloblu ha invitato i tifosi, l’Amministrazione comunale ed anche la stampa – parliamo della prima tenutasi al Polifunzionale in una caldissima sera di agosto fino ad arrivare a quella tenuta allo Spasso prima di Natale – la politica si è detta pronta a dare una mano ai maggiorenti del club per facilitare il loro transitorio cammino fino a raggiungere le categorie che competono alla piazza ischitana. Tralasciando il mero l’appoggio “amministrativo” alla società gialloblu, il vero e concreto aiuto che in questo momento può essere dato alla Rinascita Ischia da chi governa il primo Comune dell’isola, sta nel riuscire a mettere a posto – in tempi non politici, quindi non biblici – quello che dovrebbe essere il prato del Mazzella, che oltre alla squadra che porta il nome dell’Ischia è il nostro vero biglietto da visita per le avversarie che vi si susseguono a calcarlo. L’impianto incute timore, ma anche voglia di misurarsi al massimo contro la squadra allenata da Isidoro Di Meglio, a chi arriva a giocarci all’interno, ma in tutti (crediamo) lasci anche un senso di disagio nel vedere (e praticare) l’attuale stato del suo terreno di gioco.

Fra l’altro, se non ricordiamo male, ultimamente, sia il Sindaco Enzo Ferrandino, che il Presidente del Consiglio Comunale Ottorino Mattera (che non ha praticamente mai abbandonato la delega allo sport) hanno “promesso” un intervento per quanto riguarda una nuova semina al fine di rinverdire le numerose parti di fondo che verdi non lo sono più da un pezzo. Ovviamente, se oggi il Mazzella è davvero ridotto male non è colpa (o non lo è certamente in maniera esclusiva) della nuova Amministrazione, visto che ormai da anni manca un restyling al fondo erboso dello stadio. Quindi il problema ha radici profonde. E’ anche vero che parte del rettangolo di gioco del Mazzella, per lunghi tratti dell’inverno, non riceve adeguata irradiazione diretta dai raggi solari, cosa che favorisce il protrarsi del gelo anche nelle ore diurne, che ovviamente accelera il rinsecchimento dell’erba contestualmente all’incuria. Insomma, il terreno di gioco del Mazzella ha bisogno di un intervento, nudo, crudo ed apportato in temi brevi.

SPELACCHIO – Come la città Roma ha avuto il suo brutto albero di Natale, ribattezzato quasi immediatamente Spelacchio dal tam tam social, eletto così a simbolo (non) vivente della non capacissima Amministrazione comunale capitolina (non ce ne voglia mister Billone Monti), così – speriamo – che il prato spelacchiato del Mazzella non resti immagine dello condizione in cui versa lo sport ed il calcio sulla nostra isola o, peggio, dell’interesse che oggi ha la politica ischitana per gli stessi. Qualcosa si è mosso e si sta muovendo, vedi la Piscina “Ferrandino” come il riscaldamento al Palazzetto “Taglialatela”. Quindi qualche capacità c’è. Dunque, si rimedi, finchè si è in tempo.

1 COMMENT

  1. perchè questi atleti non calciatori perchè si definisce calciatore dalla quarta serie in sù, sono degni di entrare in un campo che ha visto signor calciatori? già e tanto che ci giochino vorrebbero anche un campo degno di nota? il grande impagliazzo lo ha detto in un intervista la promozione e figuriamoci la prima categoria non e calcio meglio vincere l’amatoriale…. amen

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