fbpx
venerdì, Aprile 19, 2024

Il grande accusatore nel processo Erg a giudizio per bancarotta fraudolenta

Gli ultimi articoli

Soldi &… Si tratta del casamicciolese Antonio Barulli, insieme al fratello Andrea. Il pubblico ministero Claudia De Luca ha chiesto il rinvio a giudizio anche dei revisori dei conti che certificarono i bilanci delle società “IN.E.CO. Gas srl” e “AB Trade”, dichiarate fallite rispettivamente il 6 marzo e il 25 settembre del 2013. Sarebbero stati distratti ai creditori alcuni milioni di euro. Avrebbero distratto una somma complessiva di oltre 11 milioni di euro

 

PAOLO MOSE’ |  Era l’imprenditore che si era costituito parte civile nel processo per la realizzazione del distributore Erg di Casamicciola. Perché si riteneva danneggiato da una presunta azione amministrativa dell’allora sindaco Vincenzo D’Ambrosio e del suo assessore Stanislao Senese, che lo avrebbero indotto a non tentare la “scalata” per realizzare l’impianto, che poi venne concesso alla società petrolifera genovese. Quel processo si è concluso, come tutti sanno, con una stragrande maggioranza di assoluzioni salvo qualche prescrizione, ma per reati prettamente ambientali. Antonio Barulli era venuto in aula a confermare le accuse, c’era stata un’udienza dibattimentale molto lunga con una serie di domande che vertevano sui rapporti con gli allora imputati, sui presunti o reali incontri, sulle presunte o meno promesse. Ma in quella stessa sede si parlò anche dei suoi problemi imprenditoriali, di società facente capo alla sua persona, che sarebbe finita sotto la lente d’ingrandimento del giudice fallimentare. Erano voci, più o meno smentite e confermate, ma alla fine l’indagine c’era e come, partita nel 2013 da parte della Procura di Napoli e del suo sostituto Claudia De Luca. Oltre ad Antonio Barulli, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio anche di Fabrizio Monticelli, di Luca Vasaturo, Vitale D’Alessandro e Andrea Barulli.

Le società che sarebbero state coinvolte nel fallimento sono più di una e i curatori fallimentari risultano essere parti offese e sono coloro che hanno gestito le finanze e hanno accertato che ci sarebbero state delle attività illecite per quanto riguarda la “IN.E.CO. Gas srl” e la “AB Trade di Barulli Andrea”. Costoro avrebbero, secondo l’accusa, messo in atto tutta una serie di irregolarità nell’ambito societario, danneggiando una massa di creditori che vantavano un bel po’ di soldi e tutto girava intorno ai fratelli Barulli. Cifre consistenti per centinaia di migliaia di euro, come viene spiegato in un primo capo d’imputazione che riguarda tutti gli imputati. E’ contestata la bancarotta fraudolenta con le aggravanti previste dalla legge in merito alla gestione della società “IN.E.CO. Gas”: «Perché, nelle qualità rispettivamente indicate, BARULLI Andrea di legale rappresentante e Barulli Antonio (fratello del primo) di socio occulto amministratore di fatto della società IN.E.CO.GAS s.r.l. dichiarata fallita dal tribunale di Napoli con sentenza 68/2013 del 6.03.2013. Monticelli Fabrizio, Vasaturo Luca e D’Alessandro Vitale in qualità di componenti effettivi del Collegio Sindacale in carica alla data delle movimentazioni operazioni di seguito indicate (a far data dal 20.12.2010) al fine di danneggiare la massa dei creditori e, per i Barulli, di conseguire per se un ingiusto vantaggio, in concorso tra loro, ponevano in essere le seguenti condotte, dalle quali derivava per i creditori un danno di rilevante entità patrimoniale – Barulli Andrea, in concorso con i componenti del Collegio Sindacale, occultava  o comunque distruggeva le scritture contabili e i libri di cui era obbligatoria la conservazione, a partire dall’anno 2012 (nonchè ometteva di depositare il  bilancio fallimentare), impedendo, in questo modo, la esatta ricostruzione del volume di affari e del patrimonio della società stessa.

Barulli Andrea ed il fratello Barulli Antonio, in concorso con i componenti de Collegio Sindacale, che omettevano qualsivoglia controllo ex lege sulla evidente scorretta gestione della società e che, anzi, esprimevano parare favorevole all’approvazione del bilancio al 31.12.10 e al 31.12.11, distraevano interamente la massa attiva della società, con le modalità di seguito indicate, creando un disavanzo -non giustificabile dalle esigenze di corretta gestione della società – tra l’attivo rinvenuto e realizzato, pari (al 2.3.15) ad euro 1.077.253,84, e il passivo accertato ed approvato, pari (al 23.15) ad euro 10.930.713,84, e precisamente, nell’anno 2012, Barulli Andrea bonificava: dal conto corrente, intestato alla società ed acceso presso la Banca popolare di Novara, le seguenti somme euro 764.631,00 in favore di se stesso; euro 51.050,00 in favore della ditta individuale a sé intestata, AB-TRADE di Andrea Barulli; euro 49.140,00 in favore di Barulli Antonio; euro 79.405,00 in favore della Erre e Erre s.r.l., le cui quote di partecipazioni risultano detenute, al 1005, dalla B&B Group s.r.l.; euro 518.319,00 in favore della B&B Group s.r.l., legalmente rappresentata da Antonio Barulli e proprietaria della metà del capitale sociale della fallita; dal conto corrente intestato alla società ed acceso presso la Banca Popolare di Sviluppo le seguenti somme: euro 621.650,00,00 in favore di se stesso; euro 201.680,00 in favore della ditta individuale a sé intestata, AB TRADE di Andrea Barulli; dal conto corrente intestato alla società ed acceso presso la Banca Cariparma le seguenti somme: euro 28.170,00 in favore di se stesso.

Inoltre, essi, con le medesime modalità e ruoli sopra indicati, distraevano dalla massa attiva le immobilizzazioni (finanziarie e materiali), le rimanenze e le disponibilità liquide, indicate nel bilancio al 31.12.2011, pari complessivamente ad euro 11.933.708,00».

Tutto accertato ed evidenziato da un’indagine condotta dalla squadra di polizia tributaria della Guardia di Finanza delegata dal pubblico ministero dopo che i curatori fallimentari avevano presentato le relazioni secondo le quali vi erano state operazioni di traslazione di importanti somme di denaro dalle società traballanti e a rischio default a persone fisiche e a società facenti capo ai Barulli e certificate dai revisori dei conti con l’approvazione dei rispettivi bilanci. Proprio il capo successivo chiama in causa coloro che hanno l’obbligo di attestare la correttezza dei bilanci e che avrebbero di fatto certificato il documento contabile come veritiero, che per il pubblico ministero questo non è: «Perché, in concorso tra loro, nelle cariche rispettivamente rivestite, di cui al capo a), i componenti del Collegio Sindacale per aver omesso qualsivoglia controllo ex lege sulla evidente scorretta gestione della società ed, anzi, esprimendo parere favorevole all’approvazione del bilancio al 31.12.11 (che essi ritenevano aver fotografato in modo adeguato la condizione economico-finanziaria-patrimoniale dell’azienda), appostavano in tale documento contabile poste non veritiere e precisamente indicavano (cfr. scritture di chiusura del libro giornale al 31.12.1 1) che la voce crediti era pari ad euro 5.742.332,00, mentre erano ben consapevoli della necessità di dover svalutare i singoli crediti, componenti detta voce complessiva, con conseguente riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale.

Inoltre, essi omettevano la verifica periodica delle consistenze di cassa, a partire dal 5.1009, nonché omettevano di appostare in bilancio i ricavi per canoni di locazione relativi al fitto di azienda in Taranto nel 2011, pari ad euro 400.000.00 (nonostante la risoluzione formale di tale contratto a far data dal 2010).

In questo modo, essi, attraverso una falsa rappresentazione della realtà economica e patrimoniale della società, omettevano di adottare i provvedimenti ex art.2447 c.c. e, ben consci dello stato di decozione in cui versava la società a partire dal 2011, e ritardavano la dichiarazione di fallimento, cagionandone il definitivo irreversibile dissesto e, al contempo, un danno ai creditori, di rilevante entità patrimoniale».

Con il sigillo dei giudici della fallimentare che emisero la sentenza il 6 marzo del 2013.

L’ultimo capo d’imputazione riguarda la ditta individuale “AB Trade”, anch’essa dichiarata fallita con sentenza dello stesso tribunale di Napoli il 25 settembre del 2013. Di questo risponde il solo Andrea Barulli, fratello di Antonio. Per aver distratto una somma ammontante a diverse centinaia di migliaia di euro. Su un bilancio che portava come passivo diversi milioni di euro: «Perché, in qualità di titolare della ditta individuale AB TRADE di Barulli Andrea, dichiarata fallita dal tribunale di Napoli con sentenza del 25.9.13, al fine di frodare la massa dei creditori (rispetto ad un passivo approvato pari ad euro 8.653.842,55 in via chirografaria ed euro 383.217,94 in via privilegiata, e massa attiva pari a zero): occultava o comunque distruggeva i libri e le altre scritture contabili di cui era obbligatoria la conservazione; dissipava o comunque distraeva la cassa, facente parte della massa attiva, non rinvenuta, di cui sicuramente euro 252.730.00 (pari ai versamenti effettuati dai c/c della INECO GAS s.r.l. alla ditta individuale, meglio descritti al capo a)».

Un travaso di una cospicua somma di denaro in favore dell’altra società poi anch’essa fallita, come specificato nella richiesta di rinvio a giudizio. Con la chiusura delle indagini preliminari, la difesa certamente non è rimasta inerte. Anzi, ha risposto alle contestazioni con delle memorie che andavano a riscrivere l’andamento delle due società e soprattutto sulla massa di denaro che sarebbe stato movimentato, ma non per fini prettamente speculativi ed interessi personali, cercando di coprire i buchi per soddisfare i creditori. Non ci sarebbe stato da parte degli imputati alcun arricchimento, tant’è che alcuni di essi si sono anche sottoposti ad interrogatorio. Le risposte e le memorie documentali depositate non hanno convinto il pubblico ministero De Luca, che ha richiesto il rinvio a giudizio. Spetterà al giudice dell’udienza preliminare valutare la fondatezza delle accuse e disporre o meno la trasmissione degli atti al giudice del dibattimento per accertare la consistenza della responsabilità dei singoli imputati.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos