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giovedì, Aprile 18, 2024

Il Covid-19 colpisce ancora, chiuso il palazzo di giustizia

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E’ stata accertata la positività di un altro avvocato che ha utilizzato le cancellerie la settimana scorsa. La sanificazione dovrebbe essere eseguita tra la giornata di oggi o al massimo nel pomeriggio di mercoledì. Le udienze dovrebbero riprendere venerdì sia al civile che al penale. Non è la prima volta che la struttura giudiziaria isolana si ritrova nelle medesime condizioni

Il Covid-19 ha colpito nuovamente, chiudendo emergenzialmente la sezione distaccata di Ischia per procedere ad una immediata sanificazione. Un altro avvocato è risultato positivo dagli accertamenti che ne sono seguiti nel week-end e la sua presenza è stata registrata negli uffici giudiziari tra giovedì e venerdì. Tanto da imporre un intervento di prevenzione, dato che questo è un ufficio molto frequentato nei giorni di udienza. E per garantire anche il personale che tutti i giorni ha costanti contatti con gli avvocati ed il pubblico. Una decisione che è stata richiesta a gran voce dal presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono, che è stato informato della positività dallo stesso collega che lo ha contattato telefonicamente. Correttamente, proprio per motivi sanitari più che giustificati.

Si è messa così in moto la complessa macchina che entra in funzione in questa casi. A tarda sera di domenica ci sono stati diversi contatti telefonici anche con la presidenza del tribunale, che ha disposto che venissero impartiti ordini ben precisi. D’accordo con il coordinatore della sezione distaccata di Ischia, il giudice Eugenio Polcari, si è provveduto all’emanazione di un provvedimento che ha bloccato le udienze penali, civili e al Giudice di Pace. Nonché è stata decisa la chiusura della intera struttura giudiziaria e ordinando al personale di cancelleria di proseguire l’attività lavorativa in smart working.

A quando la sanificazione? Secondo quanto è stato deciso dai vertici del palazzo municipale di via Iasolino, ciò dovrebbe accadere tra la giornata di oggi o al massimo nel pomeriggio di mercoledì. Se fosse quest’ultima ipotesi, i battenti per l’inizio delle udienze si riaprirebbero nella mattinata di venerdì. In quanto devono passare 24 ore dalla sanificazione, a causa dell’utilizzo di sostanze chimiche che possono provocare delle allergie o disfunzioni all’essere umano se inalate nelle ore successive. Come è accaduto il mese scorso per l’ennesima positività di ben due avvocati.

Come dicevamo all’inizio, è una precauzione, in quanto tutti all’interno del palazzo di giustizia entrano dopo aver misurato la febbre con l’apposito scanner e per la presenza ormai sistematica delle mascherine di ultima generazione (per alcuni sono diventate delle vere e proprie museruole), che impediscono la trasmissione del virus, almeno si spera.

RITARDO NELLA COMUNICAZIONE

Anche in quest’ultima “emergenza” c’è stata un po’ di polemica. D’altronde è una consuetudine quando si opera nel pubblico. Per lo scarso coordinamento e per la lentezza nel divulgare le disposizioni e soprattutto le informazioni. Non tutti erano a conoscenza nella tarda serata di domenica che il palazzo sarebbe stato sigillato. Un ritardo di comunicazione, in quanto gli stessi giudici e coloro che hanno un ruolo importante nelle udienze non sono stati messi a conoscenza di questo ennesimo virus che avrebbe in qualche modo percorso il palazzo di giustizia (è più una battuta che un qualcosa di sostanziale). Tutto si è potuto agevolare grazie alla divulgazione tramite le chat, che sono sempre più numerose nell’ambito dell’avvocatura. Che vengono “inaugurate” a seconda degli interessi e orientamenti e qualcuno si lamenta per determinate discriminazioni. Ma questo è un problema tutto interno alla classe forense.

Il virus comunque mette in ansia tutti coloro che fino ad ora sono riusciti a scansare l’invisibile che una volta “aspirato” nel proprio corpo si mette a creare non pochi problemi di salute ed in alcuni casi prevale sul nostro sistema immunitario creando quelle pericolose polmoniti. Nella stragrande maggioranza dei casi (meno male) il tutto si risolve con un periodo di convalescenza forzata in isolamento nella propria abitazione e ingerendo qualche farmaco anti-infiammatorio per combattere l’infezione e ritornare di nuovo nella comunità.

Tutti i casi che si sono registrati nell’ambito forense si sono dimostrati il più delle volte asintomatici. Solo in qualche caso rarissimo si è manifestata una febbre che non ha mollato per alcuni giorni e qualche colpo di tosse più frequente. Il Covid, però, ha voluto anche colpire rappresentanti di altre amministrazioni che per obblighi di ufficio hanno il dovere di presentarsi in tribunale per testimoniare per delle attività eseguite e che sono costate al cittadino un processo penale. Difficoltà legate ad una malattia che ha mostrato una virulenza superiore che ha protratto la convalescenza per diverse settimane.

Si spera che sia l’ultimo campanello d’allarme in prossimità di una possibile vaccinazione di massa, come promesso dal nostro governatore Vincenzo De Luca pubblicamente e direttamente ai sindaci ha promesso che le isole del golfo e le località turistiche saranno sottoposte ad una vaccinazione che serve innanzitutto ad evitare il propagarsi il virus e per dare impulso alla ripresa socioeconomica. Anche se il commissario voluto dal governo si è detto contrario, ma il nostro grande presidente ha ribattuto che comunque la sua scelta è quella e valida e sarà portata avanti senza tentennamenti. Solo in questo modo la giustizia potrà ricominciare ad essere funzionante in tutti i suoi aspetti, a riaprire le porte come un qualsiasi ufficio pubblico, dando la possibilità ad ogni cittadino di potervi accedere e ascoltare ciò che accade durante un processo.

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