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giovedì, Aprile 25, 2024

Il chiagnolentum. La nuova scoperta di Pompei e un Galasso che non accetta la sconfitta

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Gaetano Di Meglio | Come molti sappiamo, la scienza di aiuta a scoprire sempre di più il nostro passato. Le scoperte degli ultimi giorni ci danno forza e grinta.
Dopo il prezioso ritrovamento presso il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni delle statue riemerse da un santuario etrusco-romano, la scienza moderna si arricchisce di una nuova ed entusiasmante scoperta. Questa volta, però, non è una località poco nota, ma la patria della nostra storia: Pompei. Dopo la gara contro l’Ischia e la sconfitta rimediata e meritata sul campo, i più hanno scoperto il chiagnolentum. Una forma antica di chi non accetta la vittoria.

Una figura epica che vive da sempre e che riecheggia nella storia.
Negli anni dei barbari, mentre i Patrizi vivevano tra Roma e Capua, arrivano le notizie da Pompei circa l e proteste per i cattivi controlli che facevano i centurioni. Della serie “E’ partito prima con la biga” o ancora “Ha usato una mazza più lunga”.
Come in un immenso dejavu, dopo la bella vittoria dell’Ischia, ci siam imbattuti nel comunicato del direttore generale del Pompei. Un comunicato che vale la pena leggere così come leggiamo le scoperte archegoligiche. C’è una pergamena con su scritto: “Chiangnolentum” in un perfetto carattere scritto a penna in maiuscole romane.
“Al termine della gara con l’Ischia arrivano le dichiarazioni del Direttore Generale Eugenio Galasso: “Ci sentiamo profondamente presi in giro dall’odierna designazione arbitrale, non è possibile che una gara di cartello come questa venga affidata a gente non all’altezza della situazione. E non mi riferisco solo al gol ingiustamente annullato a Galesio o al rigore non concesso a Tedesco, costato poi l’espulsione del nostro mister. L’arbitro ha permesso, ad esempio, al portiere avversario di perdere tempo fin dai primi minuti, senza mai ammonirlo. È andato vicino alla panchina ischitana mostrando il giallo, per poi cambiare idea. Una gestione dei cartellini davvero inspiegabile”.
Fin qui le parole di Galasso sembrano anche accettabili ma non all’altezza di una formazione che milita in eccellenza e che guidava la classifica. Gli aspetti più gravi arrivano dopo.
“Siamo delusi perché vediamo buttati al vento gli sforzi economici, di tempo e di lavoro messi in campo dal nostro presidente, dagli imprenditori e da tutti quelli che supportano il Pompei. Nel calcio dilettantistico sappiamo bene che non c’è ritorno economico, nonostante i tanti investimenti che si fanno, ma per noi, al di là della categoria, il calcio è una cosa seria”: in qualche modo Galasso rivendica i soldi spesi, male a questo punto, dal presidente e dagli imprenditori? Mica Galasso vorrebbe dire che lui spende i soldi? E che lui merita un trattamento diverso. Eugenio, ti chiami Galasso di cognome, non Agnelli (risata)
Il direttore, poi, ci regala un’altra perla: “Lavoriamo tutta la settimana per la gara da affrontare il sabato e non ci va di veder buttato tutto al vento per un direttore di gara non all’altezza o un assistente in ritardo sulle azioni. Ho perso il conto di quanti gol ci hanno già annullato ingiustamente quest’anno” Ma Galasso ha visto bene la partita? Ha capito che se Simonetti non sbagliava le due occasioni, i suoi avevano fatto allenamento a prendere la palla nella porta? Leggere certe esternazioni fa male al calcio giocato.
Però, attenzione, il direttore del Pompei ha ragione quando scrive: “non vogliamo essere presi in giro. C’è bisogno di rispetto”. Ha perfettamente ragione se parla del calcio d’angolo che non c’era e quindi rinuncia al suo primo gol o se si lamenta della gomitata che ha subito Chiariello.
Caro direttore, le grandi, sanno anche perdere.

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