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I dati Arpac, la vacuità dei sindaci e la stupida strumentalizzazione di dati parziali

By Redazione Web

September 07, 2019

La gestione dei prelievi dell’ARPAC, da tempo, sono una questione non affrontata. Prima di ogni cosa, sia chiaro, per chi scrive l’ARPAC è come il CNEL: andrebbe cancellato, ma questa è un’altra storia.

Quella che, invece, ci rappresenta in maniera più da vicino, è la diffusione effettuata in questi giorni di un prelievo negativo, registrato il 2 settembre. Un prelievo effettuato nei posti di sempre, nei punti che fanno parte del “calendario” già organizzato dalla rete di controllo regionale e che, dopo le piogge delle settimane scorse ha prodotto un codice rosso. Si sono superati i limiti e l’agenzia regionale ha comunicato il divieto di balneazione.

Poi, passano 3 giorni e lo stesso prelievo, nella stessa zona, ha un esito positivo. Non c’è più il divieto rosso, ma c’è il bollino verde. Allegato a questo post c’è lo screen di questa mattina della mappa interattiva offerta dal portale dell’agenzia regionale.

C’è da fare un ragionamento. Fino ad oggi, abbiamo subito le angherie di Arpac e dei loro controlli tramite con la diffusione degli esiti dei prelievi della stessa agenzia. Prendiamo la spiaggia della Fundera come cose history.

Da mesi, fin dall’inizio della stagione turistica i prelievi sono stati tutti ECCELLENTI. Lo screen da maggio a settembre, infatti, riporta un solo prelievo ROSSO. Un prelievo che è segnato con R, ovvero “Routinario, prelievo programmato da calendario nel punto della rete di monitoraggio”. Un bene e un male.

Il bene. L’Arpac con cadenza mensile, giorno più giorno meno, controlla il nostro mare e verifica la condizione della balneabilità del nostro mare. Segue i punti di prelievo, segue le normative e ci avvisa degli eventuali pericoli.

Il male. Se l’Arpac fosse un’agenzia di Marte o della Liguria, forse, potrebbe essere giustificata, ma è l’agenzia del nostro mare. Della nostra regione campania e, purtroppo, amministrati da questi sindaci dal piccolo orgoglio, non facciamo in modo di evitare certe inutili sceneggiate e certe inutile “pubblicità negative” che sono frutto solo della nostra insipienza politica.

E’ assurdo che l’Arpac venga a fare i suoi prelievi il giorno dopo la mareggiata. Perché? Perché sappiamo già come va a finire. Perché conosciamo i nostri limiti e, soprattutto, perché non abbiamo fatto nulla (ma sarebbe anche impossibile fare qualcosa) per evitarlo.

E’ un po’ come quello che si scola una bottiglia di limoncello (il richiamo al mio amico Gaetano è una citazione simpatica, ndr) e poi si offre per l’acool test! Siamo seri. Siamo seri, soprattutto, perché sappiamo quello che accade e perché, diciamocelo, sono ben altri i sintomi da cui dobbiamo stare attenti.

Se l’Arpac avesse atteso un giorno per esaminare il nostro mare non avrebbe trovato nulla di quello che ha comunicato. Questo vuol dire che non dobbiamo controllare la balneabilità del nostro mare? Assolutamente no. Anzi, se fossi sindaco, chiederei nei mesi estivi un raddoppio dei controlli a mare dell’Arpac e ne fare uno strumento di promozione turistica!

Ma dobbiamo smetterla di farci trattare in questo modo! Soprattutto perché c’è un altro fattore che merita la nostra attenzione.

Se l’Arpac effettua il prelievo il giorno 2 e riscontra la non balneabilità e poi demanda al sindaco di effettuare l’ordinanza di non balneabilità nel frattempo che fine facciamo? Lasciamo i bagnanti in aree non balneabili (sempre che se ne fottano del divieto come accade a Forio)? Ecco, allora, sarebbe il caso che i nostri sindaci dall’assenza costante su tutti i nostri problemi, inizino a farsi rispettare e a far rispettare il buon nome del nostro mare.

Potremmo stare qui a raccontarci delle fogne, dei depuratori e di tutto quello che volete, c’è una verità: dopo 24 ore dalla pioggia e dalla furbizia di alcuni residenti il mare è tornato ad essere bello ed eccellente! E questo conta!