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venerdì, Aprile 19, 2024

Gli avvocati italiani: «La giustizia deve rimanere presente sulle isole!»

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La battaglia. Approvata la mozione per salvare le sedi distaccate di Ischia, Elba e Lipari. L’ottimo intervento di presentazione dell’avvocato Francesco Cellemmare

Il Congresso Nazionale Forense tenutosi a Lecce ha approvato nella giornata di sabato la mozione “Per la stabilizzazione delle sezioni distaccate di tribunale insulari, o l’istituzione di nuovi modelli di tribunale per le isole, ed il loro riconoscimento quali sedi disagiate”. Mozione presentata dal presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli Antonio Tafuri e dal segretario dell’Assoforense di Ischia e delegato al congresso Francesco Cellammare. Approvata con 333 voti favorevoli, 87 contrari e 57 astenuti e dunque a larga maggioranza.

L’8 ottobre 2022 diventa quindi una data importante. Un passaggio fondamentale della battaglia dell’avvocatura per salvare le tre sezioni distaccate di Ischia, Portoferraio e Lipari, il cui destino comune è nelle mani della politica. Che finora è rimasta ferma sulla posizione di decretarne la chiusura il prossimo 31 dicembre. Una battaglia portata avanti anche dal vicedirettore de Il Dispari Paolo Mosè che l’ha combattuta non solo da giornalista, ma andando ben al di là di quelli che sono i compiti di un cronista. Impegnandosi per la salvaguardia del presidio giudiziario sull’isola con tutte le proprie energie. Un diritto basilare della popolazione insulare, come quelli alla salute, alla continuità territoriale e all’istruzione. E per tale motivo si è fatto artefice di una condizione essenziale in una battaglia di civiltà come questa, ovvero il raccordo tra politica, avvocatura e società civile.

Determinanti le adesioni ricevute per l’ammissione della mozione ai voti: sono state infatti ben 108 da Bolzano fino a Siracusa. Un’unica voce che si è levata da numerosissime città d’Italia. In virtù dell’impegno profuso, il presidente Tafuri ha concesso all’avv. Cellammare l’onore e il compito di presentarla al Congresso.

GIUSTIZIA SEMPRE PIU’ LONTANA

La mozione, alla cui stesura hanno collaborato anche diversi altri avvocati, parte dalla constatazione che la riforma della geografia giudiziaria che ha deciso la soppressione delle sezioni distaccate non ha fatto altro che allontanare ancora di più il cittadino dalla giustizia. Evidenziando che «I successivi provvedimenti di proroga, ottenuti grazie all’ostinazione dell’Avvocatura e ad uno sforzo continuo di mediazione politica ed istituzionale, hanno sin qui evitato la chiusura di tali Sedi Giudiziarie ma sono stati accompagnati da un graduale smantellamento della macchina giudiziaria sulle isole per la mancata assegnazione di risorse umane, sia di magistrati che di personale amministrativo. Ciò ha causato l’impossibilità di fornire agli utenti, in tempi ragionevoli, un qualunque provvedimento giudiziario e la grave mortificazione del ruolo e dell’immagine stessa dell’Avvocato, impossibilitato incolpevolmente a dare risposta alle richieste ed alle aspettative dei propri assistiti».

Elencando ancora una volta tutte le criticità che comporterebbe lo spostamento in toto dei processi nelle sedi centrali, con aggravio dei costi e disagi a cui sarebbero costretti avvocati, imputati, testimoni. Tutte criticità ben note alla politica, alle istituzioni ed alla magistratura – si evidenzia – e che sono state oggetto di discussione anche nei diversi convegni tenutisi ad Ischia e nella Tavola Rotonda su “Giustizia ed Insularità” – Assemblea Generale Unitaria degli Avvocati delle isole minori italiane: «In queste occasioni tutti hanno sempre convenuto sulla indispensabilità dei Presidi di Giustizia, che garantiscono l’accesso alla Giurisdizione sui territori insulari ma tutte le istanze di stabilizzazione ed anche il Dossier elaborato dal CNF con la collaborazione delle Associazioni Forensi di Ischia, Lipari ed Elba, pur approdate in Parlamento si sono sempre smarrite nei meandri dei lavori parlamentari. Da ultimo, medesima sorte è toccata alla proposta di emendamento al recente Decreto Milleproroghe, nel quale non è stata inclusa la proroga delle Sezioni Distaccate di Tribunale di Ischia, Lipari e Portoferraio oltre il 31.12.2022».

VIOLATA LA COSTITUZIONE

E qui nella mozione si richiama la modifica alla Costituzione che aveva proprio lo scopo di tutelare le popolazioni delle isole, tanto più di quelle minori: «E’ il caso di sottolineare che la cancellazione di tali avamposti di Giustizia sulle tre isole si porrebbe anche in stridente contraddizione con l’art. 119 della Costituzione come recentemente modificato e con l’orientamento comunitario che valorizza la “Giustizia di Prossimità” che trova nella Giustizia Insulare la sua massima espressione. E per vero, la situazione di svantaggio dei territori insulari è riconosciuta, a livello comunitario». Citando la Risoluzione che «specifica inoltre che tali disagi sono maggiori per le isole con dimensioni minori, riconoscendo l’importanza di predisporre misure adeguate di sostegno per rimuovere o attenuare tali svantaggi».

Proprio la nuova formulazione dell’art 119 della Costituzione «prevede che “La repubblica riconosce la peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”, ovvero gli svantaggi che pregiudicano lo sviluppo economico e l’effettivo esercizio dei diritti inviolabili della persona, tra cui si annovera quello sancito dall’art. 24 Cost. (“tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”)».

Il che, anche alla luce della normativa comunitaria, «fa concludere per l’illegittimità costituzionale degli atti legislativi che incrementino (anziché rimuovere) lo svantaggio derivante dall’insularità». Atti adottati in nome della famosa “spending review”. Ma l’invocato risparmio, in questo caso, non si materializzerebbe, tutt’altro.

Una questione di soldi. Ma nella mozione in proposito si precisa che «In merito al finanziamento per il mantenimento dei presidi giudiziari sulle isole minori, era già consentito dal decreto legislativo 88/2011 di destinare fondi speciali per gli interventi atti a rimuovere gli squilibri economici e sociali e consentire l’effettivo esercizio dei diritti della persona». Che fine hanno fatto questi fondi speciali?

USCIRE DALLA PRECARIETA’

Di qui l’appello ad approvare la mozione: «Oggi o mai più, la massima Assise dell’Avvocatura Italiana, al Congresso Nazionale di Lecce, colga l’occasione di battersi affinché non siano cancellati con un colpo di spugna fondamentali Presidi di Giustizia, con le immaginabili conseguenze che, obtorto collo, si riverbererebbero anche sulla stessa sopravvivenza professionale di numerosi Colleghi, ed evidenzi, piuttosto, l’esigenza ed urgenza di promuovere nelle competenti sedi istituzionali ogni iniziativa possibile atta a conseguire nell’ambito della cd. controriforma della Geografia Giudiziaria, un provvedimento legislativo di Istituzionalizzazione stabile e definitiva dei Tribunali delle isole di Ischia, Elba e Lipari».

Uscire dunque da una condizione di precarietà che sta già minando la funzionalità della giustizia nei presidi delle tre isole. E per dare forza alla richiesta, si analizzano i tre casi specifici. In particolare, per quanto riguarda i dati di Ischia: «L’isola d’Ischia, terza isola italiana per densità demografica, suddivisa in sei comuni, con un bacino d’utenza di 68.000 residenti, cui va sommata una popolazione fluttuante di circa 6 milioni di turisti all’anno, tale da raggiungere le circa 500.000 unità nel periodo estivo, dista 18 miglia marine (un’ora e mezza di navigazione) dal porto di Napoli, distante poi circa 30 minuti in taxi dalla Sede Centrale del Tribunale di Napoli sita al Centro Direzionale. La sua Sezione Distaccata ha un indice di contenzioso medio di circa 6000-7000 procedimenti, senza contare le cause di lavoro e previdenza migrate nel Registro Generale del Tribunale di Napoli, non essendo stato più ripristinato l’Ufficio del Giudice del Lavoro sull’isola, nonostante l’importante tessuto socio economico ed imprenditoriale e la sua partecipazione nella misura di quasi 1/3 al PIL turistico della intera Regione Campania».

GRAVI RICADUTE DALLA SOPPRESSIONE

Riproponendo ancora una volta le conseguenze gravi di una soppressione: «Sia prima che dopo la soppressione delle Sezioni Distaccate di Tribunale e poi dopo il ripristino di quelle di Ischia, Portoferraio e di Lipari e le successive proroghe, è stata ripetutamente rimarcata l’importanza di questi Uffici Giudiziari ed il costo non solo in termini economici ma anche di estremo disagio che la loro abolizione addosserebbe agli Avvocati ed agli addetti ai lavori, ai Cittadini isolani ed alle stesse Istituzioni Statali e Locali, con parti, testimoni, Ufficiali Giudiziari, nonché dipendenti comunali e Ufficiali ed Agenti delle locali Forze dell’Ordine, costretti ad allontanarsi dalle isole per intere giornate, questi ultimi abbandonando sguarniti gli uffici pubblici ed il controllo dei territori (si è già evidenziato che il viaggio di andata e ritorno tra le rispettive isole e le sedi centrali dei tribunali in terraferma dura tra le 5 e le 8 ore e comporta una spesa rilevante e non sostenibile stante anche la grave crisi economica che sta attraversando il Paese).

Se a ciò si aggiunge che frequentemente, soprattutto durante l’inverno, le avverse condizioni meteo marine determinano l’interruzione dei collegamenti marittimi impedendo materialmente il trasferimento di tale moltitudine di persone dalle isole, e che lo Stato non deve sopportare neppure la spesa per l’utilizzo dei rispettivi Palazzi di Giustizia, ottenuti in comodato gratuito dagli enti comunali, e, addirittura, come nel caso di Ischia, recentemente ristrutturati (2018) con l’impiego di capitali pubblici rilevanti (euro 900.000,00), non può revocarsi in dubbio la necessità di mantenere detti Presidi a beneficio dei Cittadini e degli Operatori di Giustizia delle isole gravemente penalizzati dalla loro condizione di isolani».

LA SEDE DISAGIATA

Finora si è andati avanti di proroga in proroga. Ma adesso occorre scrivere una parola chiara sul futuro della giustizia insulare: «Le mere proroghe, – è un dato ormai acquisito -, hanno per lungo tempo aggravato ed incancrenito i problemi derivati dalla precarietà del mantenimento di tali uffici giudiziari; essi, infatti, dovendo avviarsi ogni volta alla chiusura definitiva, sono stati lasciati privi o quasi di magistrati (gli interpelli sono andati e vanno costantemente deserti e i magistrati che vi si avvicendano, ad intervalli massimi di appena 3 mesi, per lo più non possono fare altro che rinviare i giudizi sine die); altrettanto può dirsi per la carenza di personale amministrativo (in quanto trasferito presso altre sedi in seguito alla cancellazione delle piante organiche delle Sezioni Distaccate soppresse)».

Una soluzione definitiva, dunque. E in proposito anche il precedente ministro della Giustizia, in occasione di un incontro con la magistratura e la classe forense napoletana, aveva «espressamente richiamato la necessità di una soluzione legislativa anche mediante la previsione di un nuovo modello di Tribunale per le isole minori».

La qualifica di sede disagiata è indispensabile in particolare per sopperire alle carenze di personale: «Ribadito, inoltre, che è giusto ed opportuno, anche ai fini di un’adeguata copertura delle piante organiche, che detti Presidi siano dichiarati Sedi Giudiziarie Disagiate con la consequenziale previsione di incentivi in termini di trattamento economico e/o previdenziale e/o di carriera, e gratuità del trasporto marittimo, per i magistrati e dipendenti provenienti dalla terraferma».

L’IMPEGNO ASSUNTO

La mozione approvata dunque «impegna le rappresentanze forensi, istituzionali e politiche a richiedere al Parlamento ed al Governo un provvedimento urgente ed indifferibile di stabilizzazione e mantenimento permanente, previa eventuale proroga, dei Presidi di Tribunale sulle isole di Ischia, Lipari ed Elba, in ragione della specificità e discontinuità territoriale ed in aderenza alla lettera dell’art. 119 della Costituzione, nonché il riconoscimento degli stessi quali Sedi Giudiziarie Disagiate».

Obiettivo da raggiungere «richiedendo e impegnandosi a far approvare una modifica del D.Lgs. 14/2014 che stabilizzi una volta per tutte le attuali Sezioni Distaccate di Tribunale insulari». Modificando l’art. 10 dello stesso decreto legislativo con la eliminazione definitiva delle parole «fino al 31.12.2022». Ovvero l’ultima proroga che ripristinava solo provvisoriamente i tre presidi giudiziari.

In caso di impraticabilità di tale soluzione, la mozione chiede che venga avanzata «una articolata proposta di legge che preveda la introduzione di un nuovo modello di Tribunale ad hoc per le isole minori, o una proposta di modifica del D.Lgs. 14/2014». Questa modifica prevede l’introduzione di un comma che reciti: «Sono ripristinate con effetto immediato e definitivo e dichiarate sedi di Tribunale, le Sezioni Distaccate di Tribunale precedentemente esistenti sulle isole di Elba, Ischia e Lipari, già soppresse in forza del D.Lgs. 155/2012».

Il ripristino sulla carta, da solo, non sarebbe sufficiente, per i problemi di funzionalità evidenziati. Ed infatti nella mozione si precisa: «Garantendosene, in ogni caso, la funzionalità ed efficienza mediante tali ulteriori accorgimenti». Che prevedono anche in questo caso modifiche all’art. 10 del decreto legislativo del 2014. In particolare, le parole «nei limiti della dotazione organica, mediante assegnazione del personale già in servizio presso le rispettive sedi principali…» vengono sostituite con «mediante concorso pubblico e/o interpello straordinario nazionale».

Infine introducendo un comma ad hoc: «Gli Uffici di Tribunale insulari di cui al presente articolo sono dichiarati sedi giudiziarie disagiate e si provvederà con separato decreto all’introduzione di incentivi per i magistrati ed il personale ivi addetto proveniente dalla terraferma».

Questa la mozione approvata, ovvero la richiesta impellente dell’avvocatura e della intera società civile alla politica italiana, da cui si attende una risposta chiara e responsabile.

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