PRIMO PIANO

Giù le mani dal Rizzoli! Ma quale ospedale è pronto per l’epidemia?

By Redazione Web

February 29, 2020

Le stiamo collezionando tutte. Stiamo distruggendo quel poco di credibilità che avevamo.

Con questa “psicosi” collettiva e con la scusa che hanno dovuto trovare i sindaci per rimediare alla figuraccia rimediata con tutti gli apparati governativi dal Prefetto Valentini a De Luca, ad Angelo Borrelli e a Giuseppe Conte, i sindaci stanno riuscendo nell’opera più difficile: distruggerci.

Così, della serie la cura è peggiore del male, dopo la figuraccia dell’ordinanza bocciata dal Prefetto “perché basata su un decreto legge “giuridicamente inesistente” con un provvedimento contingibile “sproporzionato, ultroneo ed ingiustificatamente restrittivo nei confronti di una vasta fascia della popolazione nazionale” abbiamo iniziato a dire a tutta Italia che l’ordinanza non è stata “capita”. Abbiamo chiuso i porti a lombardi e veneti per attrezzarci perché abbiamo un piccolo ospedale da 60 posti letto.

In maniera ufficiale, abbiamo detto al governo che abbiamo “un’unica struttura ospedaliera (non organizzata a recepire e gestire tali emergenze) che serve l’intera isola e che non potrebbe essere in alcun caso sostituita da altro presidio nemmeno temporaneo in caso di necessità” e che abbiamo bisogno dell’«l’organizzazione di un presidio alternativo di emergenza funzionale ad evitare una eventuale promiscuità tra le persone contagiate e i degenti dell’unica struttura sanitaria presente sull’Isola d’Ischia (Ospedale A. Rizzoli), già di per sé insufficiente a gestire i ricoveri ordinari».

Ora, non sottovalutando il problema sanitario che abbiamo ogni giorno senza considerare il Coronavirus, davvero avevamo bisogno di raccontare al mondo che abbiamo un “ospedalino”?

I sindaci, nella loro marcia indietro rispetto al blocco per gli italiani, “al fine di scongiurare gravi pericoli di diffusione del contagio in territori caratterizzati dall’insularità e sprovvisti di mezzi ed infrastrutture idonee a gestire una eventuale emergenza sanitaria” hanno chiesto, come detto, misure idonee al governo.

Ora, dopo tutto il macello che abbiamo combinato in Italia, tra l’ordinanza dei sindaci annullata dal prefetto e lo show indegno della signora sul porto (aizzata sia dalla stessa ordinanza, sia da alcuni media locali poco attenti e in cerca di inutile visibilità) dobbiamo continuare a farci male? Dobbiamo continuare a dire la palla dell’ospedale non pronto? Dobbiamo, come un mantra, continuare ad addurre scuse inutili e campate in aria invece di dire, soltanto, scusateci?

Basta con le scuse, basta con le altre verità. Abbiamo sbagliato, abbiamo commesso l’errore degli errori. Accettiamolo e cerchiamo di recuperare, almeno, la dignità.

Pensare che siamo gli unici artefici della nostra disfatta fa male più di ogni altra cosa. Pensare che siamo noi stessi a raccontarci in maniera sbagliata, errata e a fare terrorismo contro noi stessi ci mette spalle al muro e ci fa alzare le mani in segno di arresa.

Ci siamo dimenticati di aver affrontato una meningite con due vittime e  che abbiamo vaccinato oltre mezza isola!

Ci siamo dimenticati che il Rizzoli non sarebbe mai stato il “centro” del problema. E, ancora oggi, che è sabato, ancora non abbiamo capito come verrebbe gestito il potenziale o potenziali casi.

Dionigi, in tv, nella sua intervista poco lucida, nelle sue risposte non preparate, nella sua apparizione poco organizzata (perché certe cose si fanno con criterio e con cazzimma!) ha commesso proprio questo errore.

La nazione si interroga sugli effetti della comunicazione sbagliata del governo, del nostro premier e delle immagini diffuse, su quelli che sono stati gli errori commessi e noi, ancora una volta, continuiamo a dire “abbiamo solo l’ospedalino”. Perché? Perché siamo senza classe dirigente. Perché siamo amministrati da un manipolo di persone, di cui pochissimi in buona fede, dedito ai fatti propri, alla clientela politica e alla scarsa gestione dell’ordinario.

Un piccolo esercito di consiglieri comunali e assessori che, fino ad oggi, oltre a curare le assunzioni per loro stessi (giusto per restare in zona baranese) o per i loro parenti in primo grado (mogli e figli) non riesce a fare.

E’ sbagliato continuare a parlare del “Rizzolino” perché nei giorni scorsi abbiamo visto come si gestisce l’emergenza. Quarantene domiciliare, alcuni in osservazione, solo pochi in ospedale.

Ma davvero i potenziali casi sarebbero passati per il Rizzoli? Io non sarei così sicuro. So solo che il 21 agosto 2017 abbiamo salvato tutti i pazienti in maniera eccellente. Io so solo che abbiamo medici, infermieri e OSS che si fanno il cuore a mille pezzi ogni volta che c’è un po’ di mare mosso o ogni volta che c’è da dare sul serio.

Io so che al Rizzoli hanno salvato mia madre. So anche che non hanno voluto curare chi mi sta vicino e che mi hanno fatto il dispetto perché scrivevo o che mi hanno messo torchio 3 giorni dopo un intervento chirurgico, ma so che mi possiamo fidare. Nonostante tutto e nonostante alcuni fatti di malasanità.

Ma la verità è che il pesce puzza dalla Testa. Giuseppe Conte ha distrutto l’ospedale di Codogno. I nostri sindaci, il Rizzoli.