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venerdì, Aprile 19, 2024

Giosi Ferrandino: “L’emendamento del PD salva la ricostruzione. Sul serio!”

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La presentazione dell’emendamento del PD ha smosso le acque terremotate della nostra isola.

Con l’ingresso al governo delle truppe cammellate di Nicola Zingaretti, la nomina di Gualtieri ministro e il risveglio dell’attività politica del Partito Democratico ha movimentato gli equilibri non solo del governo centrale ma anche della governance che non c’è del nostro terremoto.

E la presentazione dell’emendamento per la trasformazione dell’articolo 25 e l’introduzione dell’articolo 24bis, a firma Topo (leggi anche Giosi Ferrandino), Siani e De Luca è stata accolta dal parterre politico locale come un fulmine al cielo sereno.

Da “follia” a “sciagura” nessuno si è risparmiato nel condannare quanto proposto dagli onorevoli del Partito Democratico e che, da ieri mattina, è al vaglio del nuovo governo.

Un governo che, lo ricordiamo, da qualche è diverso a metà. Ma questo già lo sapete.

Così, con gli equilibri cambiati e con la Regione che torna ad essere soggetto a cui dare credito (ora De Luca non è più il mostro da cacciare secondo i colleghi di Luigi Di Maio) e con un PD in cui Giosi Ferrandino è sempre più “uomo di partito” per la parte locale è diventato tutto più complicato.

Dopo giorni di critica arriva la replica di Giosi Ferrandino che non risparmia nessuno.

Le parole

Sindaco, mi lasci chiamarla con questo titolo qua, ha letto le critiche all’emendamento che avete presentato come PD? Vanno da “follia” a “sciagura”.
«Non sono è più sindaco ma riconosco che è il ruolo più bello a cui un politico possa aspirare, ma tu lo fai perché sei in malafede»

Io?
«Si (ride, ndr). Si, ho letto le varie critiche che alcuni politici ed ex sindaci della destra hanno mosso contro il testo che abbiamo presentato per correggere il loro obbrobrio normativo. Non mi sono meravigliato. Dobbiamo sempre ricordarci che se oggi non abbiamo strumenti per affrontare la ricostruzione il merito è tutto loro. Mi sembra difficile pensare a follie e sciagure. Con il loro articolo 25 e il resto del decreto Genova avevamo toccato il fondo»

L’ha toccata piano. L’accusa più grave è quella di aver chiuso la porta alla soluzione per valutare le istanze di condono secondo la 326/2003.
«Dobbiamo fare un passo indietro. Sono trascorsi oltre due anni dal sisma e circa un anno dal decreto Genova e, ad oggi non si è mosso nulla. Perché? Perché il decreto che hanno votato Lega, Cinquestelle e Forza Italia è sbagliato. Un testo che, nei fatti concreti, ha danneggiato tutti i terremotati. Li ha esclusi dalla possibilità di ricevere il ristoro per la ricostruzione e, soprattutto, non ha creato nessuna condizione per rendere più agevole, appunto, proprio la fase della ricostruzione stessa. Con il nostro emendamento, invece, puntiamo a correggere gli errori più gravi ed evidenti»

In che modo?
«Rispondo tra un attimo perché vorrei completare il mio pensiero. Siamo al governo da qualche mese e abbiamo redatto un emendamento, migliorabile sicuramente, come tutte le cose, ma che risolve i grevi errori commessi nel precedente testo. Quello che mi sconcerta, però, è che abbiamo visto sfilare, più volte, commissari, sottosegretari e tanti altri ma i problemi dei terremotati sono rimasti sempre allo stesso punto. Per un capriccio della Lega, sia chiaro, abbiamo visto scippare i nostri terremotati da ogni tipo di contributo. Una conseguenza collegata all’ardito componimento del famoso articolo 25 e alla forzatura relativa al terzo condono.»

Non ho capito, però, come risolvete voi il problema.
«Lo abbiamo affrontato con la serietà che contraddistingue  il nostro modo di fare politica. Abbiamo creato le basi per scrivere la norma per la ricostruzione. Ad oggi è lasciato tutto al caso e all’iniziativa del singolo cittadino o del singolo ente attuatore. Chiudiamo le porte a chi vuole fare il furbo negli uffici tecnici e ci concentriamo su chi ha avuto danni anche superando l’ordine cronologico. Il problema del terzo condono che il precedente governo aveva affrontato con l’articolo 25 verrà affrontato quando si scriverà e si immaginerà la Ricostruzione.. L’obiettivo è quello di semplificare la ricostruzione e per questo faremo ogni sforzo sia in commissione sia un aula».

Non ha risposto alla mia domanda.
«Rispondo senza problemi. Abbiamo integrato il nostro emendamento con le previsioni precedenti, di fatto abbiamo riscritto, bene, un articolo 25 scritto male. Ora è scritto bene. Anche grazie al lavoro del vicepresidente della Giunta della Regione Campania, l’onorevole Bonavitacola, sono certo che il testo definitivo che ieri mattina abbiamo consegnato alla Camera dei Deputati rappresenti un punto di incontro dove possono ritrovarsi tutti quelli che hanno a cuore il destino dei terremotati di Ischia. Nel nuovo testo non viene eliminato la previsione assunta con lo scorso governo, che per metà è lo stesso, ma viene integrata alla luce della normativa e delle nostre previsioni”.

Quale normativa?
«Non c’è ricostruzione se non c’è la Regione. Questo è un passaggio necessario per rendere snello e rapido il percorso che ci deve portare alla ricostruzione che, come è giusto che sia, necessità di una fase, seria, di pianificazione. E lo voglio ricordare a tutti, solo la Regione ha il compito di pianificare il territorio. Non lo può fare lo Stato, non lo può fare il Commissario e non lo possono fare i comuni. Non ci giriamo attorno: la vera chiave del successo è quella di doverci vedere tutti concordi a perseguire lo stesso disegno unitario. Il tempo delle rivendicazioni ideologiche e dei cappelli sulle norme è finito da troppo tempo. I cittadini di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio meritano rispetto, risposte e soluzioni efficaci».

E l’accusa di aver copiato il lavoro della consigliera Di Scala?
«Ho letto le doglianze della consigliera Di Scala e, sinceramente, credo che bisogna fare qualche rettifica alle sue dichiarazioni. Il nostro emendamento è frutto di un lavoro di squadra. Il PD campano con gli onorevoli Topo, De Luca e Siani si sono interfacciati sia con i tecnici del Parlamento sia con quelli della Regione. Non ci piace copiare e, soprattutto, se sul tavolo ci sono argomenti buoni e validi, siamo sempre disponibili ad analizzarli e votarli. Nel caso di specie non credo si tratti di copia, ma dell’unica scelta possibile da attuare. Peccato che con la Lega al governo i cinque stelle non siano stati così pronti e rapidi da considerarla»

In occasione della conversione del decreto Genova, Matteo Renzi osteggiò questo provvedimento con tutte le sue forze. Cosa accadrà questa volta?
«Credo che Italia Viva resterà coerente con la sua posizione ma credo anche che alla luce della nuova formulazione delle nostre previsioni di emendamento ci sarà una larga convergenza. Il dibattito in parlamento è come una “scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”, come diceva Forrest Gump, ma non credo ci siano sorprese. Anche perché, nonostante siano scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti, non ci dobbiamo dimenticare che il governo può portare all’analisi della commissione un suo emendamento senza scadenze. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma siamo sulla buona strada»

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