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martedì, Aprile 16, 2024

Gino Finelli: “Una straordinaria storia”

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Gino Finelli | Sono oramai molti mesi che sentiamo parlare di vaccinazione ed in particolare del vaccino della Pfizer.

Sentiamo parole come RNA, anticorpi, ecc. ecc. Spesso ci chiediamo se questo vaccino riuscirà a farci di nuovo rientrare nella nostra normalità, attendiamo con ansia di essere chiamati per essere sottoposti a terapia vaccinale e ci prende anche una sorta di ansia, non solo anticipatoria, ma anche di preoccupazione per eventuali complicazioni e danni che questa trattamento potrebbe arrecare.
Ma difronte ad una pandemia con numeri così alti e con tanti ricoveri ospedalieri e tanti decessi finiamo con lo sperare che davvero si possa raggiungere una immunità di gregge e finalmente dire fine ad un lungo periodo di incertezza, oltre che sanitaria anche e soprattutto economica e sociale.
Quando si cominciò a capire che ci saremmo trovati ad affrontare una pandemia ci trovavamo difronte ad una malattia nuova sconosciuta per lo più, indotta da un virus di cui non conoscevamo le caratteristiche. Poi la scoperta del genoma virale aprì la strada ad una ricerca avanzata e alla possibilità di studiare qualcosa che potesse antagonizzare la replicazione virale.
Due mesi prima che l’OMS diffondesse la notizia di una pandemia, la dottoressa Tureci e suo marito Sahin iniziarono subito a lavorare con l’idea di utilizzare l’mRna per un vaccino contro il coronavirus. Così ripresero la collaborazione con Pfizer con un progetto battezzato Speed -light, velocità della luce. Avevano già ampiamente compreso che la strada per bloccare o contenere la pandemia poteva solo essere una ricerca avanzata di cui loro stessi ne erano scopritori, in quanto da anni avevano acquisito una enorme esperienza con l’mRna.
“Nessuna velocità, nessuna innovazione, nessuna decisione rapida, nessuna assunzione di rischi, nessuna riflessione non politica sarebbe stata possibile in una grande società farmaceutica”. Così, il team dei due scienziati, al riparo dalla burocrazia delle multinazionali più grandi, riesce a sviluppare 20 possibili vaccini contro Covid-19 in poche settimane. In questa storia di grande esperienza e di grande scienza spicca tra l’altro una grande amicizia tra la coppia Sahin-Tureci ed Albert Bourla, amministratore delegato della Pfizer, proveniente dalla Grecia e anche egli emigrato. Nasce così in meno di due mesi la possibilità concreta, poi divenuta realtà, di utilizzare la tecnica dell’mRna per produrre il vaccino anti-Covid.
Ma chi sono Ozlem Tureci e suo marito Ugur Sahin? Ozlem Turaci nasce in bassa Sassonia da padre di origine turca trasferitosi da Istambul per esercitare la professione di chirurgo. Ugur Sahin è emigrato in Germania all’età di quattro anni, con il padre operaio di origine turca proveniente da una città al confine con la Siria. I due coniugi si conoscono nell’Università di Saarland, scoprendo subito di condividere la comune origine turca e di essere entrambi fortemente interessati alla ricerca scientifica.
Da questo incontro nasce una carriera in salita tanto che nel 2000 guidano insieme un laboratorio specializzato in immunoterapia per la ricerca di un vaccino contro il cancro. Nel 2000, Tureci e Sahin dirigono un laboratorio all’Università di Magonza specializzato nell’immunoterapia dei tumori. Lei immunologa, lui più interessato alle biotecnologie, perseguono lo sviluppo di vaccini contro il cancro. Inizialmente pochi credettero alla loro idea poiché la ricerca sarebbe stata lunga prima di poter avere una reale utilizzazione e anche loro stessi si dedicarono di più alla sviluppo di un anticorpo monoclonale per la terapia di alcuni tumori, riuscendo a sviluppare l’anticorpo per la terapia dei tumori gastro esofagei e in seguito colo-rettale, mammario, polmonare, pancreatico, prostatico, ma loro idea di partenza e cioè lo studio del mRna ritorna a dominare la loro ricerca in un nuovo poggetto chiamato “NT” Nuove tecnologie. Da questo progetto nasce la loro intuizione e il vaccino che oggi conosciamo e a cui ci sottoponiamo.
Il Financial Times li definisce personaggi dell’anno 2020 poiché con la loro ricerca rappresenta il simbolo di una straordinaria storia di successo, scienza e business. Secondo il Prof. Peter Openshaw, dell’Imperial College di Londra “è straordinario che il nuovo approccio alla vaccinazione ideato dalla coppia – l’iniezione di RNA nel muscolo – si sia dimostrato così efficace, aprendo un nuovo campo della vaccinologia.” Un prossimo virus, suggerisce Openshaw, potrebbe essere affrontato ancora più velocemente, poiché i produttori di farmaci dovrebbero solo riprogrammare la sintesi chimica” dei vaccini a mRNA esistenti”.
Una straordinaria intuizione, ma anche qualità, capacità e soprattutto sacrificio. La stessa dottoressa Tureci in una sua intervista conclude con una frase di Erich Kastner: “Non c’è niente di buono a meno che tu non lo faccia”
Mi auguro davvero che questa splendida storia di passione e di dedizione spinga i nostri giovani ad intraprendere qualsiasi strada essi desiderino purché sia sostenuta da volontà, determinazione, voglia di imparare e conoscere e grande passione.

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