La definizione di Piazza degli Eroi: «Mi sembra quel giardino della casa di Spadino in “Suburra”». Sul passaggio in zona rossa «il sospetto che effettivamente abbiano giocato più gli aspetti politici che tecnici è forte». L’esperto avvocato le ha per tutti: «Sono rimasto sorpreso laddove un politico che si è presentato anche all’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, ha lanciato la proposta di chiedere una deroga per i comuni per circolare liberamente da un comune all’altro»

Sulla istituzione della zona rossa in Campania, sulle attività consentite o meno anche sulla nostra isola, ma anche su alcune incongruenze, abbiamo sentito il parere di un legale di provata esperienza, l’avv. Gino Di Meglio: «Si sono succeduti vari DPCM, varie norme, varie ordinanze. Vi è un allegato al DPCM dove è specificato cosa non si può fare. Sicuramente si può fare l’asporto. Io, prima delle 18.00 mi sono recato ad Ischia Porto in un bar dove ho potuto acquistare un caffè e portarmelo a casa.

Sicuramente la zona rossa prevede minori restrizioni rispetto al lockdown di marzo. Ad esempio i tribunali ancora lavorano, i termini non sono sospesi e noi professionisti siamo costretti a recarci in studio. Io come avvocato posso ricevere i clienti presso il mio studio e lo farò su appuntamento.

Rispetto al lockdown, quindi, ci sono minori restrizioni nella zona rossa allargata alla Campania. Vi sono una serie di attività in sostanza consentite. Mi appello al buon senso delle forze dell’ordine che svolgono sempre un encomiabile lavoro, perché nelle disposizioni della zona rossa comprendano che vi sono difficoltà interpretative. Non tutti sono capaci di comprendere subito cosa si può fare e cosa no. Bisognerebbe avere un po’ di elasticità».

– Parliamo dell’attività sportiva. Che significa “nei pressi”?

«Questa è un’altra grande discrasia tra l’impianto normativo e la razionalità. In sostanza si può fare attività sportiva individuale ma nei pressi della propria abitazione. E’ lasciato alla discrezionalità di chi accerta stabilire se io stavo correndo a 200 o 300 metri dalla mia abitazione, e se ciò rientra nella dicitura “nei pressi”. Il legislatore lascia al buon senso di chi si trova in una zona rossa e di chi deve far rispettare le regole. E’ tutto lasciato in una sorta di limbo interpretativo. Laddove non c’è certezza, io dico che anche uno Stato perde di credibilità».

– Se arriviamo a questo punto, diciamolo, è anche perché noi abbiamo votato determinati esponenti. Io sono convinto che siamo diventati zona rossa per questioni politiche, per mettere De Luca in cattiva luce. Quale è la tua percezione politica?

«Il sospetto che abbia influito molto il gioco politico delle parti nella decisione di allargare la zona rossa è fortissimo. Si è passati da una zona gialla a rossa direttamente, il sospetto che effettivamente abbiano giocato più gli aspetti politici che tecnici è forte. La ricerca del consenso da parte dei politici che oggi amministrano la cosa pubblica è sempre in agguato, anche in questo tempo infinitamente sospeso, di non vita, c’è sempre il politico che sfrutta il tutto per la ricerca del consenso. La scelta di farci diventare zona rossa se fosse stata determinata sulla base di elementi tecnico scientifici attendibili la condividerei, ma a noi non è dato sapere sulla base di quali elementi sia stato deciso di far diventare la Campania zona rossa. Ciò lo penso io ed anche altri cittadini pensanti».

POPULISMO E CONSENSO

– Cittadini pensanti che dovrebbero essere fatti salvi da quello che gran parte del mondo dice morto, il populismo che ci ha toccato…

«Ormai in Italia tutto è populismo. E’ diventata il festival del populismo. Qualsiasi esternazione di qualsiasi politico è diventata populismo. Non solo a livello nazionale, ma anche locale. Io ho ascoltato alcune dichiarazioni e una diretta che hai fatto. Sono rimasto sorpreso laddove un politico che si è presentato anche all’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale, ha lanciato la proposta di chiedere una deroga per i comuni per liberamente circolare da un comune all’altro. Delle due l’una: o c’è malafede o ingenuità. Nel primo caso sarebbe grave, perché non si può cavalcare alla ricerca del consenso un fenomeno così grave come quello che ci sta accadendo. Non voglio pensare che quella persona non abbia letto i provvedimenti. Noi non possiamo uscire di casa, fatta eccezione per alcune attività che possono essere svolte, tipo per motivi di salute, lavoro o motivi documentati. Cosa vuole dire? Che io Gino Di Meglio posso uscire di casa e andare a Casamicciola se il mio studio si trova lì. Oppure da residente di Casamicciola posso recarmi ad Ischia per raggiungere l’ASL. Ciò è consentito con le autocertificazioni. Cosa significa che si spera che i sindaci chiedano la deroga? Mi sembra una proposta demagogica e populista sfruttando una condizione di grande disagio che stiamo vivendo tutti. Il populismo è ormai imperante. Anche perché i social consentono di arrivare ad una platea vastissima ed è facile, dunque, scadere nel populismo consapevolmente o meno, per tentare di acquisire consenso».

IL PIANETA GIUSTIZIA

– Il consenso è un po’ quello che sta caratterizzando la nostra vita. Non essendoci più una leadership nazionale, le popolazioni sono lasciate un po’ a se stesse, alla ricerca del sensazionalismo, della proposta che può piacere di più alla propria esigenza… ciò si riflette anche sul locale. Ovviamente io non voglio esprimere le mie convinzioni, ma con te volevo parlare ad esempio del settore della giustizia, che sembra essere lasciata sola da parte della politica. Lo stato di salute della nostra giustizia forse non interessa molto alla nostra classe dirigente. Quale è la tua sensazione?

«Partendo dal mondo della giustizia, devo dire che la politica è completamente assente su quelli che sono i grandi temi della Giustizia, intesa come pianeta ma anche riguardo la logistica. La politica è assente sui temi che interessano i cittadini. L’altra sera Tg3 ha trasmesso un servizio in cui una famiglia lunedì dovrebbe subire una demolizione di un fabbricato oggetto di ReSA e tuttavia l’esecutato aveva ottenuto dal Comune di Quarto la concessione edilizia in sanatoria. Nonostante ciò la Procura intende eseguire la demolizione, peraltro in un periodo di Covid e zona rossa, dove i cittadini non sanno dove andare a vivere. La politica è assente. E’ un problema sociale enorme sul quale la politica è assolutamente assente. Eppure basterebbe una modifica al codice di procedura penale o una legge e stabilire che una volta avuta la concessione edilizia in sanatoria, il giudice o la Procura non può disapplicare la concessione. O che vi sia un limite di cinque anni per la realizzazione dell’istanza di demolizione. La politica si è persa nei bonus monopattino o vacanza. Ancora una volta è più facile la ricerca del consenso che la soluzione dei problemi che affliggono una collettività estesa».

L’UTILIZZO DI FACEBOOK

– Da qualche mese circa, stiamo assistendo ad una piccola rivoluzione. Il sindaco di Lacco Ameno usa Facebook per ogni cosa. Gli altri sindaci vanno un po’ a ruota. Devo dire che un uso più serio sta arrivando dal sindaco di Serrara Fontana che lo usa in modo ponderato. Anche Procida. Gli altri sono un po’ spenti. Ad esempio non comunicano i dati relativi ai positivi al Covid.

«Concordo che probabilmente l’unico sindaco che fa uso cosciente dei social è Rosario Caruso, con interventi mirati e ponderati volti ad informare la cittadinanza. Su uno dei sindaci preferisco stendere un velo pietoso anche perché sono impegnato in una querelle giudiziaria rappresentando al Tar la parte politica uscita sconfitta dalle elezioni. Leggo però sui media e le dichiarazioni le trovo estremamente populiste, volte solo ad apparire come il bravo sindaco vicino ai cittadini. Mi chiedo, vi è uno spin doctor che scrive su Facebook o è lui? Se fosse lui, gli toglierebbe molto tempo per lavorare.

Il populismo è imperante e qualcuno ha capito che è anche un’arma vincente. La soglia dell’etica si è abbassata e siamo disposti ad accettare ogni corbelleria che ci viene proposta. Se un sindaco deve dirci le poesiole su Facebook, significa che abbiamo raggiunto il colmo».

– Parliamo di altro. Stai producendo qualcosa come fotografo?

«La macchina fotografica alle mie spalle, la tengo fissa sul cavalletto e la tengo per ricordarmi della mia passione. Andavo al Ginnasio quando ho iniziato e di lì ho coltivato la mia passione, cui ho dedicato la maggior parte del mio tempo libero. La biblioteca che si vede alle mie spalle è composta da libri fotografici su tecniche e metodologie anche di sviluppo. Alla base di ogni scatto c’è uno studio, del resto ogni artigiano per fare un’opera pregevole deve conoscere gli strumenti che usa. Io continuo a fare fotografie analogiche, quelle che vengono fuori dalle bacinelle. Un procedimento lungo dove occorre pazienza, studio e tecnica. Diciamo che in questo periodo attuale sto facendo molto poco perché sono stato impegnato su più fronti professionalmente. Però durante il primo periodo, quello del lockdown, ho fatto tantissimo. Circa 32-33 scatti che ho anche pubblicato su un album del mio profilo Facebook. Vedremo come evolverà la zona rossa e se i termini processuali sono sospesi. Se non sono sospesi sarò costretto a dedicare meno tempo alla fotografia».

LA SCADENZA DELLA ZONA ROSSA

– Prendendo spunto da un commento di Paolo Roja, parliamo di una tua altra passione “la passione del mare”. Sulla tua destra c’è un’ancora…

«Il mare è una altra mia grande passione che ho vissuto appieno negli anni trascorsi. Probabilmente mi deriva da una frequentazione di Roberto Ielasi e Andrea D’Ambra, con i quali andavo anche d’inverno a Santo Stefano. Negli ultimi anni, per la verità, l’ho frequentato di meno il mare, ma mi riprometto di farlo ancora. Ciò perché una esperienza traumatica ha segnato la mia passione per il mare. Un paio di anni fa, tra Ischia e Ventotene, un incendio ha distrutto la mia imbarcazione che mi ha costretto a lanciare un SOS e sono stato soccorso dalla Guardia Costiera. Questa esperienza è stata traumatica e per andare per mare, oggi, devo superare lo shock. Resta il mare una mia passione. Ricordo che una mia prima mostra che feci, presso la galleria di Ielasi, era “Il mio mare”, e la locandina era il ritratto che feci a Roberto Ielasi. Era l’unico volto presente nella storia, questo a testimonianza di un legame mare-roberto che spero di coltivare ancora».

– Siamo in conclusione. Hai capito quando scade la zona rossa?

«Tra 14 giorni, salvo proroga dopo indagine epidemiologica. Ma hai dimenticato una domanda… Piazza degli Eroi».

– Piazza degli Eroi, lo ricordiamo, è costata oltre 2 milioni di euro, abbiamo acceso mutui comunali per realizzare qualcosa che Gino ha descritto in maniera perfetta.

«Una di quelle ambientazioni dei personaggi di Casamonica. Oggi aggiungo. Dato che ho visto “Suburra”, quando passo per Piazza degli Eroi, mi sembra di stare in quel giardino della casa di Spadino».

QUI per vedere l’intervista

2 COMMENTS

  1. Si può essere d’accordo o no con le sue idee, ma l’avv. Gino Di Meglio rimane sempre una persona splendida, come uomo e come professionista

  2. Perfetto accostare i lavori di piazza degli eroi, oggi piazza degli orrori, alle logiche dei Casamonica.
    A ben riflettere il modus operandi del noto geometra ischitano che ha esaltato il pessimo look della piazza, ha diverse analogie con quello della famigerata famiglia ostiense….

Rispondi a Luigi Boccanfuso Cancel reply

Please enter your comment!
Please enter your name here