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venerdì, Aprile 19, 2024

Gianpaolo Buono è il presidente dell’Assoforense con 113 voti

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Stacca di 70 preferenze l'altro candidato Francesco Pero che si ferma a 43. Nella scelta per il direttivo si conferma prima degli eletti Alberto Morelli che ottiene 113 consensi. Seguito a ruota dalla corazzata Cellammare con 110. Entrano nel consiglio gli avvocati Raffaele Pesce con 72 e Alessandra Castellano con 66. Non eletti gli avvocati Antonio Iacono con 51 e Vito Iacono con 50. Sono 21 le schede senza preferenze per il presidente

Paolo Mosè | Gianpaolo Buono è il nuovo presidente dell’associazione forense dell’isola d’Ischia con 113 voti di preferenze. Stacca di 70 voti il suo avversario, l’avvocato Francesco Pero che ottiene un buon risultato con le 43 preferenze.

Gli elettori hanno anche votato il nuovo direttivo con la riconferma, però, dell’avvocato Alberto Morelli che ancora una volta è risultato il più votato con 113 voti. Segue a ruota la corazzata Francesco Cellammare che ottiene un ottimo risultato con 110 preferenze, dimostrando di avere ancora dalla parte sua un grossissimo numero di colleghi che lo amano e lo seguono. Al terzo posto l’avvocato Raffaele Pesce con 72 preferenze ed è l’unico che fa parte del gruppo che si contrapponeva a quello di Gianpaolo Buono. Entra nel direttivo l’avvocato Alessandra Castellano voluta fortemente dal nuovo presidente per dare una freschezza in più al direttivo. Non ce l’hanno fatta gli altri due candidati, gli avvocati di Vito Iacono che ha ottenuto 50 voti e l’avvocato Antonio Iacono che si è fermato a 51 preferenze.

Il dato che emerge in questa tornata elettorale, tanto infuocata per le note polemiche prima che venissero ufficializzate le candidature, è  stato il numero di avvocati, per l’esattezza 21, che non hanno espresso alcuna preferenza sul candidato presidente. Una protesta? Un modo per prendere le distanze da questi due candidati che non avrebbero ottenuto i favori di un buon numero di colleghi. Uno scollamento per l’associazione? Solo il tempo ci darà una risposta. Oggi è il momento della riflessione per poi iniziare a lavorare seriamente per riportare la categoria a quei livelli necessari per risollevare la sezione distaccata che vive un momento di estrema crisi. Per le numerosissime difficoltà che si registrano ogni giorno nelle aule di giustizia. Ma oggi dobbiamo raccontare la giornata che si è sviluppata durante le votazioni. Partendo da un dato ormai acclarato del rientro nell’agone elettorale  dello sfidante di Giampaolo Buono. Con una nota positiva che si è appalesata sin dalle primissime ore della giornata.

Dando la possibilità all’avv. Francesco Pero di potersi candidare alla presidenza in contrapposizione a Gianpaolo Buono si sono rasserenati gli animi. E’ stata una giornata di votazioni iniziata intorno alle 9 ed ininterrottamente è andata avanti fino alle 19, quando è iniziata la lettura di ogni scheda che riportava la preferenza per il presidente ed i tre membri del direttivo. Questa era la possibilità concessa ad ogni iscritto, che si sono recati alla spicciolata a votare.

POLEMICHE SMUSSATE

Tutto si è svolto con il sorriso tra le labbra per i continui contatti che si sono susseguiti tra i due candidati presidente. Un po’ più di tensione, invece, tra alcuni candidati al direttivo, preoccupati di carpire se il suo nome fosse tra quelli scelti da ogni votante. Con dichiarazioni che si palleggiavano tra di loro, ma sempre con il sorriso sulle labbra smussando quelle aspre polemiche che si sono man mano sviluppate con il passare dei giorni soprattutto durante la scelta dei candidati. Sono stati messi da parte giochi e giochetti, trappole e trappolelle disseminate sul cammino per mettere in difficoltà gli avversari. Ormai i giochi erano ben definiti e lo stesso Francesco Pero diceva che «non è vero che non avevo voglia di scendere in campo nell’agone per confrontarmi con la corazzata Buono. Ben sapendo di trovarmi di fronte uno schieramento forte, a cosa andavo incontro».

Ottenere un risultato più che buono per dimostrare che comunque c’è una parte di classe forense che si confronta, che dibatte e ha voglia di cambiamento. La scelta del direttivo uscente di rimettere nei termini Pero è stata una saggia decisione, anche con l’assenso dello stesso antagonista Gianpaolo Buono. E prima che si aprissero le urne, per tutto il pomeriggio di giovedì le utenze degli studi e i cellulari hanno squillato a raffica per sondare gli umori e le intenzioni di coloro che il giorno dopo avrebbero votato. Ma senza forzare più di tanto la volontà di ogni singolo avvocato. Ci sono stati casi sparuti dove si è chiesto esplicitamente il voto blindato. Per tutto il gruppo che rappresentava lo schieramento e sollecitando l’interlocutore ad evitare di dare qualche preferenza ad un candidato del direttivo che non era della medesima ideologia. Sono tattiche elettorali che il più delle volte si appalesano e sono diventate una consuetudine. E tale azione viene posta in essere soltanto nei confronti di pochi “eletti”, di cui si conoscono le abitudini, gli orientamenti e la malleabilità. Il resto è stata cronaca quotidiana, nulla di particolarmente eccitante, nessuna polemica, solo qualche giusta osservazione.

LE SCHEDE E LE DELEGHE

Nella scheda che è stata consegnata ad ogni iscritto erano riportati solo i nomi dei due candidati presidente e quindi bisognava apporre la x sul prescelto. Per i membri del direttivo, invece, l’elettore ha dovuto trascrivere il nome e cognome. E per diversi questo è stato un elemento che potesse consentire agli scrutatori e a coloro che poi custodiranno le schede di poter identificare chi è che ha votato tizio e chi non ha votato caio. Un motivo di identificazione che ha suggerito a molti di chiedere delle modifiche per le prossime votazioni, riportando anche i nomi dei membri del direttivo che intenderanno essere votati. In modo che la scelta si manifesti solo apponendo una x nel predisposto quadratino.

Questo è un aspetto importante e significativo. L’altro punto che è stato elemento di discussione è la concessione delle deleghe, che un avvocato non presente individua un collega affinché esprima per proprio conto la sua volontà nella scelta dei candidati a cui riversare la preferenza. E soprattutto è stato stigmatizzato che non è affatto giusto che alcuni candidati fossero stati nominati dai colleghi assenti per esprimere il proprio voto. Anche qui potrebbe nascere il voto identificato, ossia riuscire a capire chi è stato delegato quale voto ha poi espresso, grazie al probabile riconoscimento della grafia. Due “sfumature” non di poco conto, che hanno impegnato piccoli gruppi di avvocati in discussioni pacate ma con l’intento di riparare alla prossima tornata elettorale. Osservazioni e lamentele che sono state riversate al buon presidente uscente Francesco Cellammare, il quale ha risposto che si è fatto sempre così nelle altre votazioni. E ne prendiamo atto. Come hanno fatto i suoi interlocutori colleghi.

ATTESA ED EXIT POLL

Poi si sono susseguiti tutta una serie di exit poll per conoscere anticipatamente chi avesse più possibilità di riuscita. Chi sarebbe riuscito ad ottenere i maggiori consensi. Per la verità già intorno a mezzogiorno quasi all’unanimità i conoscitori delle alleanze ‘segrete’ davano come super votato il consigliere uscente e tesoriere Alberto Morelli, da sempre accostato con la politica nella figura di Giovanni Sorrentino di qualche decennio fa. Il resto è incognita. E sempre valutando il flusso degli elettori che giungevano al palazzo di giustizia di via Michele Mazzella, l’orientamento sui possibili eletti cambiava di volta in volta. C’è chi sussurrava che «secondo me il secondo è Lello Pesce, che sta raccogliendo i maggiori apprezzamenti sia da uno schieramento che dall’altro, perché è voluto bene un po’ da tutti».

Il discorso, a questo punto, è ricaduto sulle quotazioni del presidente uscente Francesco Cellammare. Anche in questo caso sono state fatte delle valutazioni, l’elettorato è stato pesato e come: «Sono sicuro che Francesco venga eletto sicuramente – ha detto un suo collega presente nella lista dei candidati – ma certamente non avrà quel botto di consensi che qualcuno potrebbe immaginarsi. Certamente ciò che è accaduto nel mese di luglio scorso, in quella infuocata assemblea che ha spaccato l’avvocatura, ha un peso importante. Non tutti hanno dimenticato le polemiche che ne sono seguite».

E così si è proseguito nella mattinata fino al pomeriggio a discettare sulla forza elettorale di ogni singolo candidato. Il buon sicuro presidente Richelieu ha posto in tutti questi giorni una volontà ferrea di far eleggere senza se e senza ma l’unica donna presente, l’avv. Alessandra Castellano, e per la verità il candidato ha trainato e come. Nell’attesa dell’apertura della scatola di cartone ove erano riposte le schede ha ingenerato quest’ansia elettorale.

Anche gli altri due candidati, il duo Iacono Antonio e Vito, hanno mostrato vivacità, ottenendo molta attenzione da parte dei colleghi. Entrambi professionisti di provata esperienza e serietà che hanno ricevuto massima attenzione nelle preferenze.

Speriamo che questa elezione sia di svolta, di volontà di mettere da parte i soliti giochi e giochetti e lavorare nell’unica direzione possibile ed immaginabile: salvare innanzitutto la sezione distaccata del tribunale di Ischia. Chi invece vorrà interpretare queste elezioni per dimostrare di essere il più forte e che dopo di lui c’è il diluvio o il baratro, non avrà compreso nulla e rimarrà piccolo piccolo, resterà un avvocato di paese, come dice un vecchio saggio.

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