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venerdì, Aprile 19, 2024

Gianna Galasso: “Puntiamo sulla cultura per vincere ogni violenza”

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In avvicinamento alla giornata internazionale contro la violenza di genere abbiamo intervistato l’assessore del comune di Forio, l’avv. Gianna Galasso che, con l’amministrazione comunale, ha lanciato un particolare concorso artistico indirizzato a tutti quanti abbiano a cuore questa delicata tematica.

Partiamo dal concorso artistico. Da dove nasce l’idea e a chi è indirizzato?
L’idea del concorso artistico nasce dalla necessità di trovare nuovi spunti di riflessione e soprattutto nuovi modi per veicolare il messaggio della lotta alla violenza di genere, con l’avvicinarsi della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricade giorno 25 novembre. Quest’ anno, tenuto conto del momento particolare che stiamo vivendo e volendo mantenere comunque vivo l’interesse, e soprattutto l’attenzione sulla tematica, si è deciso di promuovere come Amministrazione del Comune di Forio, un concorso di tipo artistico, dal titolo “La violenza sulle donne. Una lenta agonia da raccontare perché non accada più”. Il tema ovviamente è la violenza sulle donne, ma intesa in senso ampio. Sarà possibile ad esempio anche trattare il ruolo o i diritti della donna nella società. Il regolamento è visionabile sul sito ufficiale del comune di Forio dove è possibile trovare anche l’indirizzo mail dove inviare tutto.
Il concorso è aperto a tutti, sia in forma singola che in forma associata e può partecipare chiunque, anche minorenni, ovviamente per questi ultimi è prevista l’autorizzazione scritta dei genitori. Per partecipare basterà inviare via mail elaborati, poesie, disegni, saggi brevi, entro e non oltre il prossimo 24 novembre.

Secondo te, attraverso l’arte in tutte le sue forme, é possibile risvegliare la sensibilità anche dei più giovani verso questo tema sempre più importante? Ci riferiamo alla violenza di genere
Spesso i giovani soprattutto su temi così delicati non riescono a comunicare liberamente o a esprimere con parole proprie quello che loro sentono. Le nuove generazioni utilizzano linguaggi propri, diversi dalle generazioni precedenti e l’introduzione di questi nuovi linguaggi mette in crisi i vecchi metri comunicativi. Attraverso l’arte, le arti in generale, tutto ciò non accade. L’arte utilizza linguaggi trasversali, i linguaggi della cretività che contribuiscono alla interconnessione tra le diverse generazioni e colgono i cambiamenti che investono la società contemporanea.
Utilizzando la creatività, l’innovazione e la piena libertà di espressione i giovani possono esprimere le loro idee collaborando attivamente con i loro pensieri e le loro creazioni all’azione di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Attraverso l’arte, le nuove generazioni possono dialogare con forme e con linguaggi più vicini e più consoni a loro. Grazie alle mobilitazioni dei giovani negli ultimi anni è cresciuta e crescerà ulteriormente la sensibilità verso questa tematica, come del resto per altre.

I social media hanno estremizzato alcuni comportamenti. Parliamo sempre piú spesso degli “haters”. Tu sei una giovane donna, una professionista ed un amministratore, oltre che una giovanissima mamma. Come vedi questo fenomeno anche a livello isolano?
Il web, i social media non sono altro che la banale amplificazione di ciò che accade nella società. Gli “haters” sono soggetti che vogliono sentirsi protagonisti mediatici poiché gli viene data la possibilità di parlare liberamente. Secondo diverse ricerche e studi sul fenomeno, il bersaglio privilegiato degli “haters” sui social sono principalmente le donne che sono destinatarie di messaggi discriminatori ed aggressivi. L’odio ed il disprezzo che sono alla base del fenomeno può minare la sicurezza personale, l’autostima ed il benessere psicologico di chi ne è vittima. La donna è il bersaglio prediletto a causa del retaggio culturale e chi esercita l “Hate Speech” (incitamento all’odio) crede così di esercitare una sorta di potere, di dominio, cercando di umiliarla e controllarla il più possibile generando disagio o stress. L’hater dietro una tastiera si sente invincibile ed il suo odio diventa incontrastato. Un tempo, sino a 14-15 anni fa, la possibilità di parlare ad un pubblico vasto era una prerogativa solo del giornalismo o delle televisioni, invece la diffusione del web ha fatto sì che questo meccanismo si capovolgesse e chiunque oggi può creare notizie o diffonderle, diventandone protagonista. Il web è divenuto una delle valvole di sfogo ed ha prodotto un’escalation di protagonismo, di un’ansia partecipativa degli individui. Per capirlo basta guardare l’infinità di commenti alle notizie sui siti online. Purtroppo anche la comunità dell’isola d’Ischia, che rispecchia in toto la nostra società moderna, ha i suoi “odiatori”. Basta andare sui vari social e leggere i commenti intrisi di odio e di cattiverie diretti ad offendere ed attaccare la persona col solo scopo di farla sentire inadatta, inadeguata. Sempre più spesso, non si critica più il contenuto ma direttamente la persona che lo esprime. La politica come il giornalismo hanno subito un cambiamento epocale sia a livello nazionale che a livello locale ed hanno contribuito ad amplificare l’ iper-centralizzazione delle capacità mediatiche dei social. Basta pensare alla creazione e prolificazione di fake-news e di profili fake ad ogni campagna elettorale, col solo scopo di attaccare l’avversario di turno. Sono strumenti che servono a generare odio, per destabilizzare o più semplicemente per mettere contro qualcosa o qualcuno. Un tempo esistevano solo le associazioni, i partiti, le manifestazioni dove era possibile incontrarsi ed esprimere le proprie ideologie faccia a faccia, esponendosi, rischiando in prima persona anche magari arrivando a scontri fisici. Oggi, sui social, attaccare qualcuno è molto più semplice e chi lo fa si rischia meno, se non nulla. Questa consapevolezza unita al potenziale ideologico finisce per esprimersi sul web. Non credo sarà facile liberarsi di questo fenomeno come non credo sarà semplice creare una regolamentazione ad hoc. E’ necessaria innanzitutto una riflessione culturale e poi una normativa. Infatti non esiste ancora una normativa giuridica specifica che definisca con precisione e completezza e la legge sulla diffamazione resta ancora l’ unica soluzione contro gli Haters. E’ indispensabile da un lato creare pene severe per chi commette questo tipo di reati e dall’altro a livello di Unione Europea coinvolgere i social (Facebook, Twitter ecc.) a contrastare concretamente i propri utenti che utilizzano i propri account per incitare all’odio.


L’amministrazione di Forio é da anni attenta a questa tematica, con eventi di sensibilizzazione sempre nuovi. Parliamone
L’Amministrazione Comunale di Forio, grazie anche alla sensibilità dimostrata dal sindaco Francesco Del Deo, è molto vicina alle tematiche legate alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed intende in futuro proporre alla comunità ulteriori iniziative organizzate. Tutti gli eventi organizzati sono finalizzati ad una riflessione comunitaria, per “non dimenticare” e continuare il percorso di educazione al rispetto della persona. Negli anni passati abbiamo organizzato tanti eventi, coinvolgendo sia le scuole, sia associazioni con convegni, manifestazioni, spettacoli teatrali, finanche installazioni artistiche. Quello che mi è rimasto più a cuore come evento tra quelli passati, anche per la complessità dell’organizzazione, è stato quello che si è svolto nel 2015 quando furono organizzati sia un convegno, sia uno spettacolo teatrale, sia un flash mob con le scolaresche. Il piazzale della Chiesa del Soccorso divenne palcoscenico di una grande manifestazione. Una giornata iniziata con l’istallazione artistica delle scarpette rosse, simbolo della lotta alla violenza contro le donne e che vide grande partecipazione da parte delle scuole, grazie anche alla collaborazione della direttrice Chiara Conti, all’epoca anch’ella consigliere comunale. Negli anni successivi le iniziative per sensibilizzare sul tema non sono mai mancate, penso al Torrione illuminato di rosso, alle istallazione artistiche lungo il territorio comunale come ad esempio a Piazza San Gaetano dove venne allestita una panchina rossa e l’artista Angela Impagliazzo pose una sua opera che rappresentava una donna-manichino con le lacrime agli occhi. Anche lo scorso anno, in collaborazione con la collega Albano, su impulso dell’associazione FIDAPA, che a livello nazionale ha promosso l’iniziativa nei vari comuni, è stata installata una panchina rossa sul Piazzale del Soccorso, come simbolo della lotta alla violenza contro le donne. E’ importante stimolare le giovani generazioni ad una presa di coscienza che solo la conoscenza del fenomeno e la cultura possono regalare, con l’educazione al rispetto ed al superamento di comportamenti sessisti.

L’iniziativa 2020 é stata organizzata soprattutto seguendo le nuove disposizioni anticovid19. Questa pandemia ha modificato anche le relazioni interpersonali. Credi abbia inciso anche sull’incremento di episodi di violenza?
Non essendoci ovviamente possibilità di fare un convegno o una conferenza oppure altro a causa della pandemia, si è pensato ad un modo diverso per rendere comunque partecipe l’opinione pubblica sul tema, non solo, è anche un modo alternativo per coinvolgere gli studenti, le scuole che in questo momento ovviamente sono impegnati da casa con la DAD.
E’ un modo per coinvolgere anche loro e per creare un’occasione oltre che di riflessione anche per certi versi di distrazione, di rottura con la quotidianità che attualmente sono costretti a vivere. Tutti i lavori ricevuti verranno pubblicati online sul sito del Comune ed in un secondo momento se sarà possibile ne verrà creta una raccolta. Non so se sarà possibile fare poi in un secondo momento una manifestazione e magari una premiazione dei lavori più meritevoli. Ovviamente la speranza che si possa fare, c’è.
E’ importante, anche durante quest’anno difficile, catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema con queste manifestazioni poiché la violenza sulle donne è una realtà ancora troppo presente in Italia.
La pandemia come è noto ha modificato molto, oltre che la nostra quotidianità, anche il modo di approcciarsi al prossimo. Tuttavia, la violenza, stando a quello che raccontano i numeri, non si è fermata nel periodo del Covid. L’Istat ha riportato che nei primi mesi del 2020, durante lo scorso lockdown, le telefonate al 1522, il numero anti violenza, sono state il 73% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. L’incremento non è attribuibile necessariamente al maggior numero di episodi di violenza ma, è una diretta conseguenza delle campagne di sensibilizzazione che hanno fatto sentire le donne meno sole, che quindi hanno trovato maggiore consapevolezza e maggior coraggio di denunciare, rispetto al passato.

Che messaggio vuoi lanciare ai nostri lettori?
E’ necessario coinvolgere tutte e tutti nell’obiettivo di contrastare la violenza sulle donne, in tutte le sue forme: maltrattamento, molestie, violenza economica, e psicologica, stupri ecc.
La violenza ha radici culturali ed è lì che dobbiamo agire.
Occorre intervenire sulla cultura.
Dobbiamo educare le nuove generazioni al rispetto della persona e dei diritti delle donne.
Dobbiamo contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata di donne e uomini nella nostra società.
Solo così facendo magari, tra qualche anno ci troveremo a leggere dati che ci dicano di un’avvenuta inversione di tendenza e non sarà necessaria più la giornata contro la violenza sulle donne.
La violenza è un grave danno per tutti ed è necessario impegnarsi tutti insieme e dare sostegno a per riuscire a sconfiggerla. In Italia c’è necessità di un grande salto in avanti di civiltà.
Le società democratiche si misurano sulla libertà e sull’autodeterminazione dei propri popoli, anche e soprattutto delle donne che vi vivono.

IL CONCORSO IN BREVE
Il concorso è aperto a tutti, sia in forma singola che associata (per i partecipanti minorenni è necessaria l’autorizzazione firmata dai genitori). Si possono inoltrare, entro e non oltre il 24 novembre 2020, elaborati in prosa, poesie o elaborazioni grafiche (per i dettagli consultare il regolamento disponibile online)

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