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giovedì, Aprile 18, 2024

Giacomo Pascale: “Calise aveva preso il comune per il Rotary. Piero? Non me lo spiego”

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Ida Trofa | Delusione Pascale. Ma la delusione più grande potrebbe arrivare dai suoi ex pupilli. Baby e “granny” sostenuti dall’ex alleato, il senatore. Che, piano piano, sembra potergli scavare la fossa… un’altra volta. Per di più, scavandola stando praticamente fermo.
Hai voglia a dire che le elezioni Giacomo Pascale ha dovuto vincerle sei volte. Nonostante tutto, la sua coalizione non sembra aver retto il peso del successo, implodendo, da sola.
Un’ansia da prestazione che potrebbe costare cara, spezzando sul più bello il sogno del “Barone” che, come recita una nota canzone, proprio non se lo sa spiegare. Dal “Barone” al “Senatore” e adesso Calise e Monti aiutano Domenico De Siano a fare le scarpe a Giacomo Pascale per “preservare il suo feudo” dice quest’ultimo, dopo aver cavalcato il moto popolare che ha voluto il “mostro” De Siano lontano dal Campanile.

Un secondo mandato al cardio palma che ha ridotto Lacco Ameno ad un campo di guerra. C’è un piano un po’ opaco per commissariare Giunta e Sindaco per restaurare il potere del leader azzurro a Lacco Ameno. Come? Scardinando dalle fondamenta il Faro? Con quale strategia? Acquistando candidati. A ritenerlo è lo stesso sindaco di Lacco Ameno. Vertice di una maggioranza traballante e spuria che, sin dalla sua nascita, non ha saputo trovare equilibri ma la perde nella necessità di individuare un capro espiatorio.
“Chi non sostiene la nostra linea deve essere fuori anche dalle sue attività e dagli incarichi. Non possono usare la tecnica dell’agricoltore e della mucca”, Pascale “taglia”, a tratti non del tutto, il cordone ombelicale. Il simbolo del miracolo lacchese reagisce alle prime uscite ufficiali dei suoi alleati di un tempo e allontana l’inciucio: “Ora sappiamo chi ha lavorato per mantenere gli impegni con il paese e chi per mantenere i suoi”.
Il momento è propizio, però, per chiarire alcuni aspetti legati alla politica interna del suo schieramento che nel recente passato ha subito più che qualche scossone.

Sindaco è finito il miracolo. Parafrasando l’ultimo tormentone, Pascale ha perduto la compagna? Calise e Monti sono all’opposizione, ma la diaspora politica non sembra potersi arrestare…
“Si, ho letto del documento sottoscritto con la minoranza per la convocazione del consiglio, ma non ho ancora ricevuto le dimissioni dal ruolo di revisore dei conti del Regno Di Nettuno (del fratello di Calise, ndr). Sono passati dall’altra parte, anche se è tutto da vedere, dimostrandosi senza dignità, né coerenza. Coerenza avrebbe voluto, che questo gruppo, se davvero passato all’opposizione, oggi rimettesse anche tutti gli incarichi che il loro essere uomini, per così dire, di maggioranza ha favorito. Non si può succhiare dalle mammelle della mucca, farsi pure il cappuccino e poi, quando la mucca sta male, non volerla portare dal veterinario. Si prendono il latte, se ne vanno, poi dicono vabbè: “per il veterinario e la mucca se la vede Pascale!”. Non funziona cosi”

La parabola della mucca è quasi chiara. Non sappiamo chi sia il veterinario, di fatto, però, sta chiedendo chiaramente le dimissioni di Gianni, fratello di Giacinto Calise dal Regno di Nettuno? Un ruolo ottenuto grazie a favori della sua maggioranza, la stessa che oggi Calise, pare, contesti…
“Mi sembrerebbe consequenziale, non crede? Coerenza vorrebbe che fosse così. Eppure, leggo di vaneggianti convocazioni, ma non leggo di note di dimissioni. Vuol dire che il latte era buono. Forse non gli bastava…”

Certamente, Calise e Monti non saranno consequenziali. Eppure, la loro firma al documento per la convocazione del consiglio suggella l’addio di due capi gregge che hanno trainato la sua magica galoppata sul Municipio di Lacco Ameno. Non le va di fare mea culpa?
“Sicuramente avrò avuto la mia parte di responsabilità. Tutto ciò non giustifica quello che hanno fatto. Se si prendono le distanze, poi si deve avere il coraggio, la coerenza, la forza e la correttezza di lasciare anche tutti gli incarichi che una certa vicinanza ha consentito. Bisognava presentare prima di tutto le dimissioni del revisore dei conti dal Regno di Nettuno, dandone conto all’amministrazione. Questa delicatezza non l’hanno avuta. E’ evidente che siamo di fronte a quel classico agricoltore che prende il latte dalla mucca e poi si rifiuta di portarla dal veterinario e di accudirla. Non è che ti prendi 8000 euro all’anno con incarico politico e poi dici che il cappuccino non ti piace. Così è troppo comodo. Troppo comodo scaricare tutto sul Barone. Ripeto è tutto da vedere”.

Sembrano, comunque, avere obbiettivi e motivi chiari che solo lei può sapere. Ad esempio, perché proprio quegli argomenti e quei punti all’ODG della famigerata convocazione? È un segnale preciso o cosa?
“A parte che li vedremo al prossimo consiglio, vedremo quando sarà ufficiale. Tranne il documento per la convocazione, non abbiamo altri riscontri. È chiaro che chi sta dall’altra parte fa il suo gioco. La cosa più bella di questo film resta proprio la convocazione dove loro due, Monti e Calise, chiedono di avere lumi su argomenti che hanno gestito loro. Parlano della nomina dei cinque componenti della commissione locale del paesaggio e la delega all’edilizia privata era nelle mani di Pieruccio. L’avviso pubblico per i componenti della commissione è scaduto venerdì scorso. Quindi, praticamente, glielo può dire Piero come sta la situazione. Non c’è bisogno di andare in consiglio comunale. Bastava rinominare la commissione votando con la maggioranza, come dice il regolamento. Il punto due chiede lumi sull’affidamento dei servizi di raccolta e trasporto materiali da rifiuto per sette anni. Gli indirizzi e le direttive li dà la Giunta. Siamo in sede di gara e, chiaramente, quegli indirizzi, come si evince dalla delibera li ha votati Giacinto Calise. Quindi può essere lui a spiegare ai suoi nuovi colleghi la delibera. Lui ha contribuito a dare gli indirizzi. Per quanto riguarda il PUA, questa è una madornale puttanata che non c’entra niente con la nostra linea amministrativa. Perché, come sai, si tratta delle linee guida che approvata la Regione Campania. Quindi mi basserebbe dire: “scusate dovete spiegare voi che eravate della maggioranza e con delega in materia qual è la situazione” Una richiesta di convocazione proprio ridicola che mi dà l’impressione di una scena in stile “Vienet’ a’ piglia’ o perdono”. Una firma ad un atto dai contenuti, ripeto, ridicoli, che però dà la prova di fedeltà al leader. Lo conoscono molto bene il personaggio (De Siano, ndr)”.

Diciamo che qualche suo ultimo passaggio reca dei toni abbastanza gravi. Il perdono, la prova di fedeltà. Un chiaro riferimento alla solita narrazione di Gomorra, anche la questione delle mucche è inequivocabile? Non le sembra troppo comodo?
“Dico solo che è incredibile che due esponenti politici che, fino ai ieri gestivano quelle deleghe ed hanno firmato quegli atti, su gli stessi atti da loro prodotti, chiedono una seduta ad hoc. Poi debbano venire a sentire, in consiglio comunale, dalla loro ex maggioranza, le cose che hanno deliberato, condividendo e proponendo una certa azione amministrativa. Una cosa che, oltre, ad essere tragicomica ci dice che se questo è il livello della politica, che poi dovrebbe essere l’emblema dell’isola d’Ischia, allora è inutile stare qui a parlare di ripresa e di terremoto quando manca proprio l’A, B, C. Non ci resta proprio nient’altro. Altro che prima e seconda Repubblica”.

Anche in questo avete fatto la storia, brutta, di Lacco Ameno. Gridavate “libertà, libertà” e poi è stato tutto e solo un susseguirsi di attentati e tradimenti al mandato elettorale? In ultimo quello che lei descrive con i tratti folli di un salto della quaglia atipico..
“Questo deve dirlo a chi ha, assolutamente, tradito il suo mandato, oltre a vanificare la voglia di cambiamento è libertà di un paese intero, di persone anziane che hanno fatto a mezzanotte in piazza a piangere per loro e per quello da cui si aspettano. Questo è il classico salto della quaglia e non c’è niente di nuovo. È chi poteva farlo, se non Giacinto che per carattere è un divisivo. Tant’è vero che da un Rotary ne ha fatti due. Se questo però, conoscendo il personaggio, potrebbe entrare nell’ordine delle cose, quel che ha fatto Piero ancora non me lo spiego. Lui che è un giovane, che avuto una buona affermazione all’interno di una compagine con 4-5 giovani, in un comune che funziona benissimo, con grosso rapporto istituzionale, tanto personale, tanti soldi, tanti finanziamenti già ottenuti, tanti progetti in cantiere… effettivamente, proprio, è una cosa diciamo che lascia senza parole”.

Non se lo spiega?
“Credo che siano loro a dover dare una spiegazione agli elettori. Io, personalmente, già li ringrazio di quanto mi hanno dato, perché mi hanno fatto passare alla storia, perché abbiamo potuto aprire una pagina nuova. Loro forse hanno inteso chiuderla. Sicuramente noi continueremo le attività in quanto abbiamo assunto un impegno. Se qualcun altro ha cambiato, è un problema suo. A me non devono niente, devono rispondere alle persone che hanno creduto in loro. Stiamo ancora pagando gli avvocati per la guerra feroce messa su nel tentativo di ribaltare il voto. Ci sono persone che hanno perso tutto, anche il lavoro, dopo aver subito le ritorsioni, la reazione scomposta e scorretta da parte di tanti, dopo le elezioni, perché si era macchiato di aver votato Giacomo Pascale. Ebbene io dico: come fanno questi due consiglieri a non capire il danno, a non vivere sulla propria pelle questo dolore? Avevamo piantato un seme e noi continueremo a prendercene cura. Il mio, il nostro slogan, continua ad essere: il voto è un sentimento. Il loro non lo so. Mi rendo conto che anche i grandi amori finiscono, quindi, può anche essere finito l’amore. Sicuramente non può finire, nei confronti di quel popolo che in lacrime ci ha eletti e ci ha eletti insieme”.

Non trova che sia difficile credere che non ci siano stati contatti o passaggi con Calise e Monti prima di questa netta presa di posizione. Possibile che non abbia avuto avvisaglie?
“Ogni cosa lascia il tempo che trova. Questa è la politica e il luogo deputato a parlarne è il consiglio comunale. All’ultimo consiglio comunale, tenutosi su un tema banale, loro due non si sono presentati. Dopodiché altri atti non c’è ne sono”.

Ma Calise ha lasciato suo ruolo di assessore. Oggi è primo firmatario con Monti di un documento di opposizione.
“Certo le deleghe, ma è rimasto consigliere e io l’ho considerato un uomo di maggioranza. Oggi con la richiesta di seduta, certo, ho qualche dubbio in più”

Non ha ancora nominato il successore di Calise. Perché?
“Non l’ho nominato – risponde Pascale, incespicando, stranamente, sulle parole di un discorso che sta mettendo in seria difficoltà gli equilibri – perché, praticamente, diciamo, fino a ieri non c’era nessun atto. Diciamo poi che ci sono discorsi politici che i giornali alimentano e altri che non conosco – cerca di rispondere venendo al dunque il sindaco – Noi tutti faremo una riunione e valuteremo da qui a breve e a medio termine, come riempiere questo posto vacante per dargli nuova vita ed un’altra luce”.
Un po’ si sente minacciato, in bilico, più esposto ai ricatti. Pensi che tutti i ragazzi vogliono emulare queste fughe, con l’idea che prima o poi il senatore tornerà al gestire il potere?
“Io ho una visione. No, io non mi sento né minacciato, né ricattato. In parte deluso. Però, vedendo l’impegno della squadra che resta, la voglia di portare avanti la nostra idea di un paese nuovo, mi sento sereno. Noi condividiamo un sogno. Evidentemente questi due, questo sogno non vogliono più condividerlo”.

Un sogno?… forse sarebbe il momento di svegliarsi, non crede?
“Io penso invece che sia un sogno abbastanza semplice da realizzare. Il tempo non è caduto e lo stiamo realizzando”

Come?
“Il porto in mano al pubblico. È uscita una sentenza che ci da pienamente ragione dal 29 giugno avremo raggiunto il primo obbiettivo. La proroga accordata per i 90 giorni, dopo lo stato di emergenza covid aveva dato ragione a “questo signore” che non paga e non ha ancora pagato niente. Su questo punto abbiamo vinto la battaglia elettorale. Oggi qualcuno lo ha scordato ed è passato, forse, dall’altra parte”.

“Questo signore”… non è forse un suo accordo tacito con Giuseppe Perrella o in uno con Domenico De Siano?
“Non c’è nessun tuo accordo tacito con Perrella o De Siano per lasciargli il porto. Non ci può essere per un motivo molto semplice, è una leggenda metropolitana messa su ad arte. La proroga covid ha dato solo più tempo a questo parcheggiatore abusivo. È stato il tribunale amministrativo a dargli le chiavi del parcheggio. Questa non è una campagna o partita politica. Io sono portatore di un interesse pubblico”.

Ma è stato lei a dare il porto alla Marina di Capitello Scarl di Perrella & Co!
“Da amministratore gliel’ho dato io, certo. Sono finito anche sotto processo per questo. Però vorrei fare tanto un poco di chiarezza e di attualità di altri momenti”

Prego?
“Anche la stampa sbaglia i titoli ogni tanto. Questa non è una partita elettorale o uno scontro Pascale vs Perrella. Il Comune, in quanto tale, ha revocato il titolo al concessionario perché lui non pagava. Dopodiché ha continuato a non pagare. Ancora oggi continua a non pagare. Allora noi ci troviamo in presenza di un mancato pagatore che non può avere titoli per gestire un bene pubblico. Io faccio il sindaco non posso non rilevarlo. Mi sembra anche inutile commentare, andiamo avanti”.

Porto, tradimenti. Il suo le cose è un po’ misero non crede?
“Non creda che sia impresa da poco. Quando ho visto il primo documento di sfiducia con la firma di Michele De Siano vicina a quella di Carmine Monti dissi che dovevo vedere solo l’uomo incinto. Mi devo ancora ricredere. Non un ho grosso rammarico per Giacinto Calise. Ne ho sostenuto le scelte. Ho provato a coinvolgere anche gli altri. Su alcuni punti abbiamo dovuto smussare gli angoli. Come dire sono sereno. E’ grande e vaccinato. Quello che invece non mi spiego e Piero Monti”

Beh, però, in Monti, a differenza di altri, esponenti non ha mai creduto molto?
“Non è vero“

Pur avendo avuto una messe di voti non gli hai conferito il ruolo di assessore al quale lui tanto teneva. Ha sempre preferito qualcuno altro?
“E’ una leggenda metropolitana e ringrazio per la domanda che finalmente mi consente di fare chiarezza. Ho fatto politica dal 1993 la prima volta ogni campagna elettorale che abbiamo fatto la lista in cui mi candidavo si stabiliva che nel momento in cui tu fossi stato eletto con un certo numero di voti avresti avito un ruolo. Questo patto tra di noi non è stato fatto. Perché? Perché io non ho voluto farlo! Perché? Perché non sono così sprovveduto da non sapere che quella non poteva mai essere la campagna elettorale per il voto di preferenza, ma doveva essere la campagna elettorale per la lista. Solo questo poteva farci raggiungere l’obiettivo di questo sogno”.

Un discorso che però è sembrato valere solo per Piero Monti?
“Quando siamo arrivati al Comune e siamo stati chiamati a fare la giunta, proprio il dottore Calise, invece, che quasi tutti hanno stimato come pediatra di paese, ha sollevato bruscamente la questione delle nomine. Abbiamo deciso di consegnare alla cittadinanza una giunta rinnovata. Abbiamo fatto una sintesi di equilibrio tra i giovani e gli esperti, puntando su Leonardo Mennella, che non era stato eletto e Carla Tufano, poi. Insomma, abbiamo recepito questo sentimento. Eravamo tutti d’accordo”.

E poi?
“Qualche tempo dopo, come avete raccontato cominciarono a nascere gruppi interni, nulla di trascendentale e lontano dal dibattito Calise. Solo che poi, lo stesso Calise, nell’ambito di questi gruppi voleva commissariare la Giunta e il Sindaco!”.

Nulla di diverso da quando sta facendo adesso o cosa?
“No, no. Pretendeva che gli assessori facessero capo alla sua parte di maggioranza e che in numero maggiore facessero riferimento alla sua linea politica. Aveva preso il comune per il Rotary. Roba assurda e paradossale. È dire che l’ho voluto io. Era fuori da anni. Io l’ho voluto assessore al Turismo e al Bilancio, anche contro il parere degli altri. Avevamo visioni diametralmente opposte. Abbiamo discusso e si è trovata una linea e poi…”.

E quindi, Piero Monti che cosa c’entra? Quello che hai detto da una prospettiva un po’ cervellotica del bene pubblico. Una perversione lacchese. Piero Monti è stato vittima della macchinazione di Giacinto Calise in preda ad una sorta di brama di gestione del potere?
“È’ kafchiano. Ripeto. Hanno dimenticato gli occhi pieni di lacrime di chi ci ha eletto!”.

Comprendo il suo trasporto per Calise e l’ansia da prestazione di qualcuno. Piero Monti perché, non è stato nominato assessore e lei non ha puntato su di lui?
“Non è vero che non l’ho fatti. Quando abbiamo riorganizzato la Giunta non ha voluto lui. La risposta è nei fatti. Si sono messi fuori, ma continuando a beneficiare delle attività del gruppo, per questioni che ancora aspettiamo di capire”.

3 COMMENTS

  1. Pietro Monti??? Una spiegazione può esserci è si deve vedere l’ altra parte cosa gli ha promesso……….

  2. buongiorno direttore,
    che Pascale abbia fallito e non aver fatto niente per il paese e sotto gli occhi di tutti. Ma io mi domando i vari Calise e Monti ora dall’altra parte con quale faccia entreranno nella casa delle persone per chiedere i voti? ma davvero pensano loro e il senatore e anche Pascale che la gente e matta? aria nuova, basta con questi quattro cialtroni che per un pugno di voti hanno venduto l’anima al diavolo. Una domanda a lei direttore ma se fosse il Senatore avrebbe il coraggio di ricandidarsi? e Pascale, Monti e Calise e tutti gli altri davvero hanno il coraggio di salire sul palco? io li prenderei a pomodori in faccia. Sono degli uomini senza dignità’ che hanno urlato libertà’, ma mentre urlavano gia’ pensavano che erano in debito con il senatore. via questa sciacalli, hanno fatto scappare me come migliaia di giovani lontano dalla nostra isola, ignari del danno che stavano e stanno facendo. Che la gente di lacco ameno li caccia dalle proprie case, via questi piccoli uomini ne abbiamo le palle piene. LACCHESI APRITE GLI OCCHI questa gente vi definisce stupide perché’ pensa di potervi comprare con dei favori.

  3. In sintesi: Pascale ha una vera faccia di tolla per fare certe affermazioni. Il paese è in uno stato pietoso! Per non menzionare le scorrettezze perpetrate.
    Altro che onestà e libertà!

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