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venerdì, Marzo 29, 2024

Gare di appalto e camorra: Ischia è a rischio clan. L’allarme della DIA

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La relazione mette in evidenza i rapporti tra gruppi camorristici e territori

La camorra si conferma un’associazione criminale multiforme e complessa, fortemente radicata nell’intera Regione e difficile da inquadrare in una definizione unitaria. Nei territori dove si assiste, con cadenza quasi quotidiana, ad azioni violente, i gruppi sembrano infatti aver assunto una struttura “pulviscolare” che ne accentua le conflittualità. Il denominatore comune di tali aggregazioni, specie di quelle operanti nell’area metropolitana di Napoli, rimane senza dubbio la spregiudicatezza dell’operato criminale, che non di rado si manifesta con le c.d. “stese”, ossia sparatorie non controllate a bordo di motociclette. La mancanza di prevedibilità nell’agire e l’assenza di una strategia comune rappresentano le caratteristiche essenziali del modus operandi di questi gruppi emergenti, la cui “sopravvivenza” è spesso molto breve: a Napoli, in particolare, si contrappongono sodalizi formati da giovanissimi ma con un curriculum criminale di tutto rispetto, che iniziano a delinquere dalla prima adolescenza, concludendo spesso la loro parabola criminale poco più che maggiorenni, a seguito di azioni sanguinarie. Conseguentemente, il tentativo di cristallizzare, attraverso le indagini, i ruoli e le funzioni degli affiliati e le alleanze operative in atto è spesso vanificato da una realtà criminale permanentemente in fieri, che nel capoluogo assume quasi una dimensione parossistica» sono queste le parole con cui i magistrati della Direzione Investigativa Antimafia descrivono le attività criminali della nostra Regione. Un report molto dettagliato che gli amici di Ischia Blog hanno messo in evidenza nei giorni scorsi. Nella 308 pagine di relazione, i magistrati realizzano un focus sulla nostra isola inquadrata nel capitolo Provincia di Napoli.
«La progressiva polverizzazione di alcuni storici e radicati clan camorristici – scrivono gli inquirenti – connota anche il panorama criminale della provincia di Napoli, determinando, di fatto, un contesto composito: da un lato gruppi che, nonostante l’azione di contrasto delle Forze di polizia, riuscirebbero a restare compatti, mantenendo il potere economico sul territorio; dall’altro clan eterogenei – con una capacità criminale limitata rispetto ai primi – che si aggregherebbero in funzione del perseguimento di finalità specifiche.
A fattor comune, i clan più coesi avrebbero spostato i loro interessi verso i settori amministrativi, economici e finanziari della provincia. Talune organizzazioni sarebbero, infatti, riuscite ad acquisire, reimpiegando capitali illeciti, il controllo dell’intera filiera di alcuni comparti dell’industria della contraffazione: dall’import-export di merci fino alla vendita, potendo contare su una fitta rete di punti di distribuzione disseminati in Italia ed all’estero. Da segnalare, ancora, la capillare diffusione del fenomeno estorsivo, funzionale per rimarcare la supremazia dei clan sul territorio, che si concretizza nella richiesta di somme di denaro, nell’imposizione di prodotti o servizi forniti da aziende indicate dai clan. Allo stesso modo, per l’acquisizione di appalti pubblici, gli stessi si avvarrebbero di imprese di riferimento, che, forti del loro appoggio, riuscirebbero ad aggiudicarsi le gare, versando poi al gruppo una percentuale dei compensi.
Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno, Isole
Nei comuni di Pozzuoli e Quarto la permanenza in carcere dei capi ed affiliati storici dei gruppi Bebeduce-Longobardi avrebbe dato spazio al gruppo Ferro, retto dai nipoti del capo del clan Beneduce. Gli arresti e le scarcerazioni avvenuti tra aprile e maggio di elementi di spicco del gruppo Ferro e della famiglia Longobardi potrebbero incidere sulle dinamiche criminali locali. A Bacoli e Monte di Procida si continua a registrare l’operatività del clan Pariante (retto dal figlio dello storico capo clan, detenuto e collaboratore di giustizia) con interessi illeciti nelle estorsioni e nel traffico di sostanze stupefacenti.

LE ISOLE
Nelle isole di Ischia e Procida non si registra una stabile presenza di sodalizi camorristici. Tuttavia, il coinvolgimento di amministratori, imprenditori e dipendenti pubblici in recenti attività giudiziarie che hanno fatto emergere anche episodi di corruzione, potrebbe esporre i territori alle mire dei gruppi camorristici, soprattutto con riferimento alle gare di appalto.

GLI EPISODI

Ad Ischia ed in altri comuni partenopei, è stata eseguita l’ordinanza nr. 12/16 OCC (p.p. nr. 56502/10 RGNR), emessa l’11 gennaio 2016, G.I.P. del Trib. di Napoli nei confronti di politici, imprenditori ed amministratori indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere, corruzione, turbativa d’incanto e falso. L’inchiesta ha riguardato appalti per la raccolta dei rifiuti a Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida per fatti avvenuti nel 2010: tra le persone coinvolte, oltre ad un Senatore e ad un ex consigliere comunale di Torre del Greco (NA), alcuni funzionari dei diversi comuni coinvolti nell’indagine, l’ex sindaco di Monte di Procida, il legale rappresentante di un consorzio operante nel settore della raccolta di rifiuti e vari imprenditori. Il 22 gennaio 2016, è stata eseguita l’ordinanza cautelare ai domiciliari nr. 20/16 O.C.C. (p.p. nr. n. 14453/12 RGNR), emessa dal G.I.P. del Trib. di Napoli nei confronti di due soggetti impiegati presso la Polizia Municipale di Procida che avrebbero posto in essere una serie di condotte illecite nella gestione degli incarichi (falso in atto pubblico, calunnia, peculato e corruzione).

Il clan Nuvoletta provvederebbe alla commercializzazione nel territorio nazionale degli stupefacenti acquistati dal clan Polverino, strutturato per il traffico transnazionale, in particolare per le importazioni di hashish dal Marocco, attraverso la Spagna, dove alcuni esponenti di spicco del gruppo si erano trasferiti. Il 7 gennaio 2016, è stata emessa l’ordinanza nr. 2/16 OCC (p.p. nr. 15505/13 RGNR), G.I.P. del Trib. di Napoli, a carico di affiliati al gruppo Nuvoletta per traffico internazionale di stupefacenti, parte dei quali venivano trasportati da Marano in Sicilia e rivenduti nelle province di Palermo e Siracusa. Le indagini hanno documentato la riorganizzazione degli equilibri nella gestione del narcotraffico proveniente dalla Spagna, transitato dal clan Polverino allo storico alleato Nuvoletta. Inoltre, è stato individuato un contrabbando internazionale di sigarette dalla Grecia all’Italia.
Il 15 aprile 2016, è stata emessa l’ordinanza nr. 150/16 OCC (p.p. nr. 13719/14 RGNR), G.I.P. del Trib. di Napoli nei confronti dei partecipi a due associazioni finalizzate al traffico e allo spaccio di stupefacenti attive a Marano di Napoli, nei quartieri partenopei del Vomero e dell’Arenella e sull’Isola d’Ischia. La prima associazione, riconducile alla famiglia Nettuno di Marano, contigua al clan Polverino, era dedita allo spaccio di stupefacenti (soprattutto hashish), acquistati da un componente del gruppo, in Spagna, dove si era rifugiato e dove è stato tratto in arresto nel novembre 2015. La seconda associazione era riconducibile alla famiglia Cimmino che si occupava dello spaccio di sostanze stupefacenti di vario tipo (eroina, cocaina, hashish e marijuana), vendute, nei mesi invernali, a Napoli nella sua area di influenza (quartieri Vomero e Arenella), nei mesi estivi nelle zone di villeggiatura (isola d’Ischia).

Estero. Spagna
13 maggio
E’ stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare, nei confronti degli appartenenti a due associazioni finalizzate al traffico e allo spaccio di stupefacenti, attive a Marano di Napoli, nei quartieri partenopei del Vomero e dell’Arenella e sull’Isola d’Ischia. Tra i soggetti arrestati, figurano due personaggi di vertice dei clan Nettuno e Cimmino del Vomero.

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