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giovedì, Marzo 28, 2024

Gaetano Maschio: “Quella telefonata che di colpo mi fece crescere”

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Il ricordo del Prof. Francesco Amalfitano a 40 anni dalla morte

Gaetano Maschio | Il 20 gennaio è internazionalmente conosciuto come l’ “Inauguration Day”, in quanto in questo giorno, con la cerimonia del giuramento, i Presidenti U.S.A. iniziano ufficialmente il loro mandato.

Esattamente quarant’anni fa, il 20 gennaio 1981, quando il mezzo di più rapida comunicazione era la televisione, la comunità isolana ed in particolare quella foriana stava seguendo l’insediamento di Ronald Reagan, quando un’ inattesa e sconvolgente notizia giungeva a turbare indistintamente gli animi di tutti.

In quella fredda serata, divenuta gelida per l’accaduto, un incidente stradale portava via un personaggio, che aveva saputo carpire la stima e l’affetto degli amici, dei colleghi, degli alunni e di quanti, in diversità di modi e situazioni, in soli 40 anni di vita , erano venuti a contatto con lui: il Prof. Francesco Amalfitano. La Famiglia, impreziosita dall’arrivo, appena pochi giorni prima, della piccola Anna, luce degli occhi del suo Papà, la Scuola e la Società si trovarono all’improvviso davanti ad un dolore insopportabile. Tra gli Allievi del Professore c’ero anche io, che all’epoca avevo 12 anni (eravamo nati lo stesso giorno, il 26 novembre), frequentavo la seconda media ed oltre ad insegnarmi le applicazioni tecniche, mi aveva scelto per un ruolo nel giallo teatrale, che aveva appena scritto. Una telefonata all’ora di cena, mentre con Papà seguivo la diretta dall’America e già una fumante zuppa preparata da Mamma profumava la nostra casa, mi fece crescere in un istante, mi fece capire, che la realtà può diventare durissima nello spazio di un colpo di ciglia. Il nostro Professore, che ci stava insegnando non solo la sua materia ma anche ad essere rispettosi e presenti in famiglia, civilmente attivi nella Società attraverso la Cultura, lo Sport, l’Arte; il geniale autore di commedie, che appena tre giorni prima ci aveva consegnato il terzo atto del giallo “Chi? E perché?” facendoci “giurare” di non svelarne i colpi di scena prima della rappresentazione, non c’era più. Sulle labbra di tutti lo sgomento ma anche l’unanime plauso per essere stato artefice di una miriade di iniziative, originali e pionieristiche. Le competizioni sportive con la squadra del Royal Forio da giocatore, i Giochi della Gioventù, i Mak P delle terze medie, mai realizzatisi prima, la messa in scena delle Commedie da lui scritte a corollario dell’attività di docente, cui teneva prima di ogni cosa,  raccomandando innanzitutto agli Allievi di non tralasciare mai la puntualità nello studio, che non andava  posto in secondo piano, altrimenti ci avrebbe pensato la sua maxi-riga con le relative  bacchettate, avevano caratterizzato non solo la persona ma anche un’epoca. Epoca che molti hanno vissuto appieno ed altri hanno avuto appena il tempo di “assaporare”. Un tempo sufficiente per far sì che il ricordo restasse indelebilmente stampato nel cuore di tutti, accompagnato ancor oggi da viva emozione, come ho avuto modo di verificare incontrando personalmente, in questi giorni, i suoi ed miei coetanei. Rileggendo i versi della sua poesia “ C’era una volta…” ho ritrovato il suo testamento di vita: “C’era una volta… Tutte le fiabe cominciano così. Anche la vita è una fiaba, prima c’è … poi non c’è più. Ma nei posteri rimane il ricordo. Il ricordo non muore è… come l’Amore. Ha radici profonde, che tengono sempre, non si estinguono mai […]”. Quel Ricordo-Amore che non si è estinto, unito alla nostalgica consapevolezza che “potè troppo brevemente diffondere il suo profumo perché destinato ai Giardini del Cielo”, così come riporta da quarant’anni la lapide, che ne accoglie le spoglie. Quarant’anni che sono per me come un giorno solo! Grazie Prof. per tutto!  Gaetano.

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