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martedì, Aprile 23, 2024

Free Market. Slama: «Stanziola mi incuteva soggezione»

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Siamo entrati finalmente nella fase calda del processo “Free Market” che coinvolge tredici imputati, tra i quali Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Nicola Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. All’inizio dell’udienza si è proceduto a convocare il perito trascrittore delle intercettazioni telefoniche. Ma prima del giuramento l’avv. Sorge ha sollevato una serie di eccezioni preliminari sulle telefonate intercorse tra i difensori e i propri assistiti, che sono direttamente chiamati in questo processo. Palesando la violazione dell’art. 103 codice di procedura penale, che stabilisce la riservatezza delle conversazioni. Ha chiesto di non accogliere la richiesta del pubblico ministero della trascrizione del video che sarebbe stato realizzato dalla parte civile Alessandro Slama. Per capirne come fosse stato realizzato e con quale modalità acquisito dalla polizia giudiziaria. Mentre per l’avv. Molinaro tutta quest’attività intercettativa da parte dello Slama veniva eseguita con la supervisione della polizia giudiziaria. Concetto di riservatezza che è stato anche ribadito dall’avv. Giuseppe Di Meglio in ordine al rapporto professionale tra l’avv. Di Scala, Raffaele Piro e Stanziola. Infine l’avv. Bucci De Santis ha chiesto che il tribunale ordinasse la trascrizione dell’intercettazione ambientale tra lo Stanziola e il Di Costanzo, quest’ultimo dipendente del Comune di Barano. Il pubblico ministero Giuseppina Loreto, in ordine all’audio-video ha ricordato che questo era stato già un mezzo di prova autorizzato dal tribunale e che quindi l’eccezione era tardiva, mentre per le intercettazioni con gli avvocati ne ha rilevato la parziale fondatezza per i colloqui avuti con l’avv. Patroni Griffi, che era stato difensore dello Stanziola, mentre il rigetto per quanto riguarda l’avv. Di Scala. Il tribunale è rimasto in camera di consiglio un bel po’ ed è uscito con una lunga ordinanza con la quale sostanzialmente demanda alla difesa di specificare meglio con una documentazione la fondatezza delle eccezioni in ordine ad alcune intercettazioni, sul video registrato e sui rapporti che intercorrevano tra assistito e avvocato. E si è passati al primo esame del teste del pubblico ministero. Con l’escussione del capitano dei Carabinieri Melissa Sipala, che all’epoca comandava la Compagnia di Ischia e che ha avuto un ruolo importante in questa indagine. Ha spiegato che «Slama si era presentato nel mio ufficio ed era particolarmente agitato, preoccupato e in qualche tratto anche titubante. Preoccupato perché quello che stava per denunciare avrebbe coinvolto un vigile urbano di Barano e credeva che avesse rapporti amicali con qualche carabiniere della Stazione di Barano. Disse di aver avuto problemi durante alcune manifestazioni di piazza. In particolare con lo Stanziola. Che era colui che le organizzava. Questo avvenne ad agosto e ad inizio di settembre si presentò nuovamente, ma questa volta mi consegnò due filmati fatti con il suo cellulare. Riprendevano alcune persone che maneggiavano dei soldi. La preoccupazione dello Slama sulle indagini fu da e esclusa, tant’è vero che io delegai proprio i carabinieri di Barano a svolgere le opportune verifiche, perché avevano la mia piena fiducia». Al difensore dello Stanziola, l’avv. Alfredo Sorge, l’ufficiale dell’Arma ha confermato di aver saputo che lo Slama aveva avuto problemi con la giustizia, patteggiando una pena per rapina in danno di un’emittente televisiva. L’udienza era tutta nell’attesa della deposizione di Alessandro Slama, colui che ha dato la stura all’inchiesta e poi a questo processo. Confermando al pubblico ministero: «Confermo che il 3 agosto ho parlato con il capitano dei carabinieri, che non conoscevo. Mi recai a Ischia perché il vigile urbano poteva avere rapporti non so di che tipo con i carabinieri di Barano». E poi è passato a raccontare quali sono stati gli screzi con Stanziola: «Il primo episodio avvenne allorquando lo Stanziola mi chiese duecento panini. Io risposi di no, non glieli volli dare. Il secondo lo Stanziola venne con la moglie nei pressi della mia bancarella e fece una battuta che mi lasciò di stucco. Quest’ultimo atteggiamento lo lessi come un atto di persecuzione. Ricordo anche che nel 2012 volevo partecipare ad una manifestazione di piazza e ne parlai con il sindaco, il quale a sua volta mi disse di rivolgermi al comandante Stanziola. Dopo quel colloquio mi fu assegnato uno spazio e dovevo pagare 15 euro al giorno per il suolo pubblico. Con il passare dei giorni, però, il costo aumentò a dismisura fino ad arrivare a 35 euro giornalieri. In quella stessa manifestazione del 2012 vi erano circa trenta espositori e pagavano dai 40 ai 50 euro al giorno perché avevano spazi più ampi. L’anno successivo, però, mi fu vietato dallo Stanziola di partecipare alla manifestazione. Siamo al 2013. Perché mi disse che l’anno prima avevo creato dei problemi e che io non portavo voti all’Amministrazione comunale di Barano. Risposi a quel punto che avrei presentato una domanda al Comune. Per tutta risposta lo Stanziola replicò che se lo avessi fatto mi avrebbe mandato chi sapevo. Chiesi allora di essere ricevuto dal sindaco e dopo aver raccolto le mie rimostranze, mi rispose che avrebbe indagato. Se non ricordo male, lo dissi al sindaco Gaudioso». Alle domande incalzanti del perché si era deciso a denunciare i vari episodi, lo Slama ha risposto: «Ho deciso di farlo perché ho subito una umiliazione davanti alla mia famiglia. Fa male subire queste cose. Ho subito l’umiliazione soprattutto quando lo Stanziola mi chiese i duecento panini. Lui in queste circostanze era di fatto il vero gestore del mercatino. Tant’è vero che lui stesso procacciava i panini e il vino per il mercatino del Testaccio». Ed ancora nel «2013 partecipai solo alla manifestazione organizzata dai fratelli Irace». E si è ritornati nuovamente a quelle famose registrazioni sulle quali la difesa più volte ha posto l’accento: «Intendo ribadire che le riprese vennero fatte con il mio cellulare anche da mia moglie e in quella circostanza riprendevano il versamento del trenta per cento dell’incasso di quella famosa manifestazione che durò tre giorni. Nel secondo video fatto da me registrai un colloquio avuto con lo Stanziola e nell’occasione mi parlò di un mercatino di Natale che si sarebbe dovuto fare, precisando però che non c’era posto per me. Quei due video vennero recuperati nella caserma da un carabiniere di cui non so il nome. Da quella visita non sono stato più convocato dai militari». Come venivano disciplinate queste manifestazioni e quanto si pagasse e con quale modalità, lo Slama ha fatto ricorso ai suoi ricordi: «Di quello che incassavano mi riferirono che circa 450 euro venivano versati nelle casse del Comune e 100 per l’elettricista. Null’altro so. Una procedura anomala. Negli altri comuni, invece, per partecipare ad una manifestazione bisogna fare prima una domanda e pagare il suolo pubblico con un bollettino postale. A Barano, invece, decideva Stanziola. Con quest’ultimo collaborava un certo Giorgio Vuoso, degli altri non ricordo». Ed infine è tornato sulla contestazione principe: «Consegnai settanta panini su duecento richiesti, che servivano per un’altra manifestazione organizzata dallo Stanziola». Con il controesame dell’avv. Alfredo Sorge, lo Slama ha dovuto ripetere più volte «non ricordo, non ricordo». Fino a fare alcune precisazioni in ordine alla sua attività di panificatore che «svolgo dal 2007, ricevendo tutte le autorizzazioni previste. Mentre per il mercatino del venerdì non vi era obbligo di presenza, non avevo sottoscritto nulla. Per me era stata la prima volta». I molti non ricordo sono collegati a quei tre venerdì di assenza per una malattia di un familiare, ma non sapendoli collocare se nel mese di agosto o di settembre. Non poteva mancare la domanda sui panini, ovviamente. La risposta: «Lo Stanziola mi disse dammi duecento panini che gli servivano per un’altra manifestazione. Di quanti ne vendessi io alla sera, non so essere preciso. Ogni panino all’ingrosso costa all’incirca 50 centesimi e di quelli che consegnai allo Stanziola non mi fu versato nulla». Ed ancora i video: «Consegnai il telefonino nel quale erano contenuti i due video, ma posso escludere su altri supporti magnetici. Alle varie manifestazioni parteciparono altri espositori dell’isola d’Ischia, compresi quelli di Barano. Come confermo che ho visto lo Stanziola con delle buste di plastica al cui interno contenevano pane e alle volte delle salsicce acquistate dalla macelleria che si trovava nei pressi della piazza». L’esame è proseguito con l’interrogatorio del tribunale sulle risposte date dallo Slama al pm e alla difesa: «Voglio precisare che non avvisai della mia assenza alla manifestazione per quei tre venerdì perché ero molto preoccupato a causa delle condizioni di salute di mia madre, che venne ricoverata in ospedale. In merito alla vendita della birra e di altre bevande che avvenne nella manifestazione che si organizzò dal 30 agosto al 1 settembre, preciso che se ne occupava Antonio Stanziola insieme al Vuoso Giorgio. Anzi mi dissero che loro dell’organizzazione si occupavano delle birre e delle bevande in genere. Perché non ho chiesto una ricevuta? Devo dire signor presidente che non ci avevo pensato. Tant’è vero che non mi sono mai confrontato con gli altri espositori su quanto pagassero per la partecipazione alla manifestazione». L’esame è proseguito con ulteriori domande del pubblico ministero. Una sorta di tentativo dell’accusa di chiudere il cerchio: «I vigili urbani di Barano non sono mai venuti a misurare il suolo pubblico che noi partecipanti occupavamo. In quella circostanza dissi anche ai carabinieri che noi eravamo controllati quando entravamo ed uscivamo. Il mio referente era comunque Stanziola, con il quale avevo un rapporto di soggezione, uno per la funzione che ricopriva e l’altro perché in molte occasioni si dimostrava arrogante. Tant’è che andò dai fratelli Irace a chiedere che non dovevo partecipare all’Expo, una manifestazione che si tenne in Piazza San Rocco nel comune di Barano». Poi lo Slama partecipò a quella manifestazione, come ha riferito all’inizio del suo esame. Altri testimoni si sarebbero dovuti accomodare in aula, ma data l’ora tarda il presidente li ha licenziati non potendo superare le 17.30 di una estenuante udienza dibattimentale.
Al di là delle considerazioni fatte dallo Slama, soprattutto con le frasi riguardanti una sua presunta convinzione sul comportamento dello Stanziola, in definitiva queste due testimonianze non possono essere ritenute tutte a favore della pubblica accusa.

1 COMMENT

  1. Prima per avere una licenza di commercio bisognava studiare, dare esami ed avere una certa preparazione perche si doveva avere uno standard per poter interluicuire in modo educato e professionale con il cliente. Mo mi chiedo io a prescindere da chi ha colpe e no, ma come si fa a dare una licenza di commercio a un personaggio del genere? A Barano non c’e nessun altra persone con la voglia e la capacita inpreditoriale per fare il pane? Baranesi state inguiatti!

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