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sabato, Aprile 20, 2024

Free Market, la vicenda Casa Bianca. In breve

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“Free Market” non è solo “mazzette da poco” ma, oltre ad un sistema di gestione e incassi di fiere e mercati e una fitta rete di collaborazioni per consentire a Antonio Stanziola di incassare lo stipendio dal comune, godere dei buoni pasto e scorrazzare liberamente per l’isola a spese dei cittadini, il capo d’accuso G, tratteggia la questione CASA BIANCA.

Una questione delicata che ha aggravato la posizione di Stanziola ma che per la quale il GIP ha comminato la misura dell’obbligo di misura all’avvocato e consigliere regionale Maria Grazia Di Scala e a Raffaele Piro.

“Per quanto riguarda – abbiamo scritto sulla nostra versione cartacea – la questione della struttura ricettiva “Casa bianca” posta sulla spiaggia dei Maronti, esisteva un contenzioso civilistico tra la proprietaria dell’immobile e l’affittuaria, in questo caso il Piro. Uno “scontro” come tanti si verificano sull’isola d’Ischia allorquando si deve porre rimedio a dei contenziosi dove gli interessi sono abbastanza importanti. Il ruolo dell’avv. Maria Grazia Di Scala era quello di rappresentare il Piro, mentre la Migliaccio, proprietaria dell’immobile, era stata rappresentata dall’avv. Elena Nonno. Due professioniste di valore e che in tutti questi anni hanno sempre mostrato capacità e correttezza. L’accusa riferisce che ci sarebbe stata un’azione tesa a provocare un danno alla Migliaccio con l’ordinanza di demolizione delle opere abusive. In modo da depauperare il bene e consentire così una possibilità al Piro di trovare una sorta di trattativa, di accordo nell’eventualità della cessione del bene. Oppure se si fosse posta in una posizione di riluttanza a vendere al Piro, un altro acquirente avrebbe “goduto” di uno sconto abbastanza consistente rispetto al valore reale di mercato. Si contesta allo Stanziola poi di aver rilasciato un certificato emesso dal suo ufficio per consentire alla Di Scala di ricevere dal giudice una sentenza favorevole. Ma il caso volle che il giudice non le desse ragione, perse la causa. Diventa così molto complesso verificare la sussistenza delle ipotesi in contestazione, anche se la misura applicata riguarda solo ed esclusivamente le ipotesi di falso ideologico e tentata concussione. Inoltre, quello che più fa riflettere è che le intercettazioni telefoniche tra la Di Scala e lo Stanziola sono al massimo cinque e non dicono nulla di particolare. I soliti convenevoli, “quando mi fai avere il certificato tramite il messo comunale”, che non dà la dimostrazione di qualcosa che fosse stato concordato, mentre tutto avviene nell’ambito della procedura normale e prevista dal regolamento comunale. Lo stesso Piro, che aveva un interesse in questa vicenda, subisce il provvedimento dell’obbligo di dimora. Anche la sua posizione viene affrontata nell’ordinanza del gip Laviano, ma non si innesta con elementi fattuali che lo trascinino nel rispondere di tutti questi reati, che sono abbastanza gravi se confermati”.

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