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venerdì, Marzo 29, 2024

#francigena2020 – In cammino da Acquapendente a Bolsena

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Il diario di Mirko Batoni

Da Acquapendente a Bolsena, dalle campagne al lago. Mirko Batoni continua la sua personalissima esperienza lungo la Via Francigena.

Ci racconta: “Entrati nel Lazio il paesaggio cambia drasticamente. Niente più colline e orizzonti infiniti, si è in una valle e dopo tre giorni di cammino sulla cima, letteralmente, delle creste senesi, stare in pianura fa sentire un po’ “prigionieri”, ma ciò non toglie che il tutto è davvero bellissimo.

La prima emozione di oggi è stata la visita al Santo Sepolcro – ci racconta – in quanto Acquapendente è considerata la “Gerusalemme d’Europa” perché nella Basilica vi è una riproduzione fedele del Santo Sepolcro. Una emozione unica, anche se non è quello vero, ma è riconosciuto dalla Chiesa. Ho avuto il piacere di visitarlo da solo e dopo più di 100km l’emozione è stata unica.”

La pandemia da covid ha modificato, ovviamente, anche il via Francigena: “Nelle strutture ho trovato sempre persone molto gentili e disponibili, che sanno che si è un pellegrino e apprezzano il passaggio nel loro paese. Molti sono piccoli borghi in cui i visitatori vanno via prima della sera e i pellegrini che vi dormono sono visti in modo diverso. Le normative anticovid sono, comunque, molto ferree e ci si sente protetti e seguiti. Ci sono varie possibilità di soggiorno per tutte le tasche, dagli ostelli agli hotel, ma tutti molto accoglienti e gentili. Anche per quanto riguarda i ristoranti, assaporare le bontà dei luoghi visitati, ritrovando la storia anche nei piatti, è alla portata delle tasche di tutti.”

Mirko ci ha poi confidato che “camminare è seguire i propri ritmi. Ti da una sensazione di libertà e di consapevolezza degli spazi. Nel cammino, ad esempio, al primo giorno si pensa che è una impresa pesante, poi giorno dopo giorno si aprono gli orizzonti e si vorrebbe non tornare mai alla vita di tutti i giorni. Io sono ormai al giro di boa, e so che mi mancherà. E’ una sensazione di libertà assoluta, ci si sente vivi. Si ha tempo per pensare, infatti io viaggio da solo e ci sono momenti in cui si sente che la Natura ti accoglie nella sua dimensione.

La Francigena è un amplificatore di emozioni e ci si sente diversi. E’ un crescendo continuo di emozioni attraversando i paesini più o meno grandi, ci sono accoglienze indimenticabili e ogni luogo lascia qualcosa al pellegrino. Loro lasciano qualcosa a te e te lasci qualcosa alla Francigena.

Penso che Bolsena sia una grande donna che flirta con chi la raggiunge e va conquistata, è un bellissimo posto con il castello, il lago, il centro medievale… ci sarebbe tanto da vedere, ma come pellegrino, alla sera le gambe son stanche.”

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