sabato, Novembre 15, 2025

Forio, torna il caos scuola. Famiglie contro la dirigente: «I più piccoli non siano sballottati»

Lavori al plesso Balsofiore e trasferimento di quindici classi in via Casale, genitori pronti a spostare i figli dopo mesi di accuse di gestione arrogante e disattenzione verso i più fragili. Il sindaco rivendica trasparenza e tempi record, ma la preside finisce nel mirino per le scelte sulle prime elementari. Cresce il malcontento, la politica attacca: «Così si mettono a rischio i bambini».

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Era difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Quando dalla testa partono comandi errati, il corpo non può che muoversi in maniera scoordinata. L’immagine, per quanto semplice, descrive bene quanto sta accadendo a Forio a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico: un autentico caos che si muove tra problemi logistici e tensioni interne alla dirigenza.

Da un lato, infatti, ci sono i lavori che interesseranno il plesso Balsofiore e le nuove aule provvisorie che dovrebbero sorgere a via Casale; dall’altro, si moltiplicano le lamentele dei genitori che da mesi denunciano comportamenti ritenuti scorretti da parte della scuola nei confronti dei loro figli, alcuni dei quali disabili.

Già in primavera, diversi genitori si erano rivolti al dottor Ettore Acerra, responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, per chiedere un intervento. Ma la loro voce, raccontano, è rimasta inascoltata: nessuna ispezione, nessuna verifica approfondita come avvenuto in altri istituti dell’isola, soltanto un colloquio formale con le stesse persone oggetto delle contestazioni. Una gestione percepita come arrogante, che ha alimentato un diffuso senso di sfiducia.

Ignorati e offesi, i genitori hanno deciso di passare ai fatti. Nei giorni scorsi hanno inviato una richiesta di nulla osta al trasferimento dei propri figli, indirizzandola al dirigente scolastico, al collegio dei docenti, al consiglio d’istituto e, per conoscenza, anche al sindaco di Forio e al direttore generale dell’USR Campania. In una delle lettere si legge: «La nostra decisione non deriva da leggerezza né da superficialità, ma dal dovere imprescindibile di salvaguardare l’equilibrio psicologico ed emotivo di nostra figlia. Poiché lo Stato, nelle sue articolazioni locali, non ha garantito un’adeguata tutela, riteniamo nostro compito difenderla con gli strumenti a nostra disposizione».

La tensione non riguarda soltanto le elementari, dove diverse famiglie stanno cercando soluzioni alternative, ma anche le scuole medie. Qui, al momento del sorteggio delle classi, si è consumato un ulteriore pasticcio: ai genitori è stato imposto di scegliere la seconda lingua straniera con tempistiche che, di fatto, li hanno privati della possibilità di valutare l’iscrizione in altri istituti.

E mentre il fronte scolastico piange, quello logistico non sorride affatto. Il 28 agosto si è tenuta una riunione tra sindaco, dirigente e genitori. In quella sede è stato annunciato che, da novembre, quindici classi del plesso Balsofiore saranno trasferite in via Casale, in un terreno preso in fitto dal Comune dove dovrebbero sorgere i famosi “moduli” prefabbricati.

Alle preoccupazioni delle famiglie, soprattutto per i bambini che si apprestano a cominciare la prima elementare, il sindaco ha preferito rinviare la decisione alla dirigente scolastica. Proprio la preside, in passato, aveva rassicurato che i più piccoli sarebbero stati protetti da eventuali disagi. Eppure, la circolare pubblicata sul sito della scuola racconta altro: a essere destinate al trasferimento in via Casale saranno proprio le prime classi. Una scelta che appare in contrasto con gli impegni assunti e che rischia di rendere ancora più complesso il passaggio già delicato alla scuola primaria, aggravato dall’incertezza legata a un’area che, al momento, non appare attrezzata ad accogliere bambini di quell’età.

Il sindaco Stani Verde, dal canto suo, respinge le accuse e parla di una gestione ordinata e trasparente. «Non c’è nessuna emergenza per le scuole di Forio» afferma, spiegando che «chi prova a strumentalizzare temi delicati sbaglia bersaglio». Verde ricorda di aver ereditato una situazione complicata dalla precedente amministrazione, aggravata dai problemi delle ditte incaricate, e rivendica i passi compiuti negli ultimi mesi: la delibera del 23 giugno con cui la Giunta ha dato mandato per l’avviso di manifestazione di interesse, il quadro economico approvato il 30 giugno, la prima gara andata deserta e la nuova procedura avviata il 9 luglio, fino all’aggiudicazione definitiva del 1° agosto alla SA.COS. Srl e alla firma del contratto per l’area di via Casale il 4 agosto. «Un percorso – sottolinea – svolto nel pieno rispetto delle norme e in tempi record».

Lo stesso sindaco ricorda che il 28 agosto, in occasione della riunione con genitori e scuola, il programma era stato illustrato «senza ricevere obiezioni» e annuncia che nel ponte di novembre, durante la pausa scolastica, si procederà al trasloco degli arredi e all’avvio dei lavori al plesso Bouganville. «Il Comune ha il compito di garantire gli edifici – aggiunge – ma la gestione e la destinazione spettano alla scuola, che opera in piena autonomia».

Resta però l’amarezza di molte famiglie, che vedono nella scelta della preside una contraddizione rispetto alle promesse iniziali e temono che l’avvio dell’anno scolastico possa trasformarsi in un percorso a ostacoli per i più piccoli. Non stupisce, dunque, che il malcontento cresca e che diversi genitori dichiarino di voler iscrivere i figli in altri comuni. Una decisione che appare sempre più comprensibile di fronte a scelte giudicate “assurde”, come quella della dirigente che ha motivato l’assegnazione al Balsofiore delle classi quarte e quinte con la possibilità, per i ragazzi più grandi, di uscire autonomamente. «Mettano le navette per i più grandi – commentano i genitori – e lascino i più piccoli in un ambiente più stabile».

Intanto, dalla politica arrivano attacchi durissimi. Vito Iacono parla di “sballottamento” inaccettabile, soprattutto per i più fragili. «Se le scuole non sono pronte, neanche con i moduli prefabbricati, e se di subappalto in subappalto i plessi restano da anni cantieri aperti, ci sono responsabilità politiche e amministrative evidenti. Non possono e non devono essere pagate dagli studenti e dalle loro famiglie. È la politica che deve assumersi le proprie responsabilità, chiedere scusa per i fallimenti ed esercitare il proprio ruolo, senza scaricare sulla scuola colpe che non le appartengono. La scuola va tutelata e supportata, non travolta in un gioco sporco di scaricabarile».
Un appello che si chiude con un monito: «Si evitino sballottamenti e traumi ai più piccoli».

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