Al Comprensivo 1 di Forio la tensione non accenna a calare. Anzi, con l’avvio del nuovo anno scolastico la comunità di genitori e studenti si ritrova a dover fronteggiare una gestione che molti definiscono soffocante e lontana da ogni logica educativa. Al centro delle critiche c’è la dirigente Carmela De Vita, accusata di condurre la scuola come se fosse un fortino, più preoccupata a dettare regole che a risolvere i reali problemi della comunità scolastica.
L’ultima circolare parla chiaro: ogni richiesta dovrà essere inoltrata esclusivamente via mail, specificando i dati dello studente e l’oggetto della domanda. La segreteria avrà fino a 30 giorni lavorativi per rispondere, e solo in casi di “urgenza” si potrà ottenere un appuntamento. Nel frattempo, i cancelli resteranno rigidamente chiusi: aperti solo all’ingresso e all’uscita degli alunni, e serrati per tutta la giornata. Una misura che ha suscitato l’ira di genitori, docenti e ditte esterne, lasciati letteralmente fuori dal portone. “Una direzione bunker”, commentano amaramente alcune famiglie, sottolineando come per un certificato o una semplice richiesta burocratica occorra attendere tempi biblici.
Sulla circolare, tuttavia, emergono anche accuse più pesanti. C’è chi legge in queste regole un vero e proprio boicottaggio nei confronti dei genitori, una sorta di filtro opaco e discrezionale nella gestione dei rapporti tra scuola e famiglie. Il rischio, secondo molti, è che gli incontri vengano concessi o negati a seconda dell’“amicizia di turno” o della “simpatia” nei confronti di chi chiede. Una pratica che, se confermata, minerebbe alla radice il patto di collaborazione che dovrebbe unire scuola e famiglie. Di fatto, la segreteria potrebbe sentirsi autorizzata a far attendere per settimane coloro che hanno osato criticare o contestare, mentre spalancherebbe le porte a chi invece gode del favore della dirigenza. Una logica che calpesta non solo la trasparenza, ma anche i diritti dei genitori e, indirettamente, degli stessi studenti.
Come se non bastasse, torna a scoppiare anche la questione della mensa. Già lo scorso anno il plesso Balsofiore fu teatro di proteste vibranti, con genitori esasperati che manifestarono più volte davanti ai cancelli. Una vicenda che degenerò fino a richiedere l’intervento di carabinieri e polizia, costretti a presidiare l’area per riportare ordine. La situazione si sbloccò solo dopo una telefonata a viva voce tra la preside De Vita e il sindaco Stani Verde, che la convinse a ritirare la pretesa dell’obbligatorietà del servizio.
Quest’anno, però, lo scenario sembra ripetersi. La dirigente insiste ancora una volta nel voler rendere obbligatoria la mensa, nonostante la legge preveda tutt’altro. Un braccio di ferro che ha già riacceso proteste, diffide, PEC e il ricorso ad avvocati. “È una battaglia infinita”, dicono i genitori, “e a pagarne il prezzo sono sempre i bambini e le famiglie”.
Molti si chiedono se non sia arrivato il momento di tornare a far sentire la propria voce con la stessa forza dello scorso anno, davanti ai cancelli, per difendere un diritto che non può essere calpestato. Perché di fronte a una gestione che chiude porte e cancella il dialogo, non restano che le proteste di piazza per riaffermare la legalità.
Il Comprensivo 1 di Forio, che dovrebbe essere un luogo di accoglienza e crescita, sembra trasformato in un campo di battaglia permanente, con la preside Carmela De Vita al centro delle contestazioni. E mentre regole rigide, tempi infiniti e decisioni unilaterali soffocano la vita scolastica, i genitori non intendono più restare in silenzio. Forse l’unica strada, ancora una volta, sarà quella della protesta vibrata, perché una scuola non può diventare una prigione né tantomeno un terreno di vessazioni.










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