“«Ho detto fermatevi, verremo noi a prendervi con la forza dei corridoi umanitari e delle evacuazioni”.
L’attuale Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, mi è piaciuto sin dall’inizio per il suo pugno di ferro e per la determinazione con cui ha affrontato, in questi primi quattro mesi di governo, qualsiasi argomento lo abbia riguardato.
Oggi, però, la sua dichiarazione sul tema del naufragio di Crotone assume una rilevanza enorme e non solo perché c’è un’inchiesta in corso che potrebbe toccarlo in prima persona. Quel “verremo noi a prendervi” non è certo un avvertimento ai migranti (magari una promessa), ma per i più attenti suona come la dichiarazione di guerra ufficiale di Meloni & C. al sistema delle ONG e ai trafficanti di uomini che lucrano sulla disperazione di tanta povera gente.
Vedete, specialmente di questi tempi, laddove il sistema politico italiano è stracolmo di chiacchieroni e faccendieri senza né arte né parte se non quella di badare al proprio tornaconto carrieristico (e talvolta economico), venir fuori con parole simili da titolare del Viminale mentre un palasport accoglie sessantatre bare e chiunque voglia male all’esecutivo in carica impiega ben poco per sparargli contro pur di impallinarlo sull’argomento, è roba da cuor di leone. Se non altro, uno come Piantedosi avrà fatto senz’altro i conti col rischio che avrebbe corso. Perché è chiaro a tutti che in caso di insuccesso del progetto messo su con la Comunità di Sant’Egidio per dire basta all’attuale sistema di gestione dei soccorsi in mare, prelevando i reali aventi diritto fino a casa loro, sarebbe solo ed esclusivamente Piantedosi ad assumersene le responsabilità e, quasi inevitabilmente, a doversi dimettere.
Orbene, è vero che la fortuna aiuta gli audaci. Ma che ne dite di dare a questo signore quanto meno l’onore del primato di essersi reso portavoce di un qualcosa che solo per essere stato concepito e reso pubblico rappresenta un fenomeno senza precedenti e pronto a scontrarsi con un establishment mica da ridere? Per me, chapeau!
