fbpx
venerdì, Marzo 29, 2024

Eugenio Bennato: “Mi auguro che i bambini di oggi un giorno si ricorderanno delle ninne nanne”

Gli ultimi articoli

Isabella Rispoli | Dopo la magia di Simone Cristicchi e l’ironia di Tony Tammaro, il 13 agosto è stata la volta del “Controcorrente Tour” di Eugenio Bennato. “Continua la grande estate degli eventi di Serrara Fontana, in grado di intercettare più gusti e tendenze e sin qui premiata dal gradimento di un pubblico vastissimo ed eterogeneo”, commentano il sindaco Rosario Caruso e l’assessore al turismo Emilio Giuseppe Di Meglio.  Anche l’evento di Fontana è parte del progetto “Dal Monte Epomeo al borgo marinaro di Sant’Angelo. Un viaggio tra arte, musica, cultura e tradizioni”, organizzato appunto dal Comune di Serrara Fontana per la direzione artistica di Giuseppe Iacono Divina.


Nato a Napoli da una famiglia di musicisti, Bennato si propone di tenere vivo il folklore musicale fondando la Nuova Compagnia di Canto Popolare e successivamente Taranta Power, un movimento musicale e culturale che suggerisce nuove strade per la promozione della Taranta attraverso ulteriori forme di creatività artistica.

Il maestro e cantore della musica popolare mediterranea racconta, attraverso la sua musica, di culture, etnie, diversità. Storie di meridione, di brigantaggio, di attualità e tradizione, di guerra e di pace.

Difende il sud e con coerenza ci resta. Molti artisti partenopei pur elogiando Napoli hanno preferito lasciarla. Cosa la spinge a restare?

“Fare musica significa respirare il quotidiano e il quotidiano del mio sud mi regala molti spunti, stimoli. Nonostante questo, io viaggio talmente tanto che quasi non mi accorgo di vivere a Napoli. Questo è molto positivo perché in una città come Napoli è bello soprattutto ritornarci.

Auguro a tutti i ragazzi di viaggiare tantissimo, il viaggio è l’esperienza più forte, più importante, l’esperienza di maggiore apertura mentale. Non mi riferisco al viaggio del turista ma al viaggio di chi va da solo percorrendo una strada e si rende conto che le diversità sono la ricchezza del mondo”.

Napoli ultimamente sta avendo un rilancio turistico molto positivo ma nell’immaginario collettivo prevalgono spesso gli aspetti più crudi dai quali ne deriva una percezione negativa della città. Crede che questo possa essere influenzato da fattori quali i media, i giornali, le serie tv, i pregiudizi?

“Su Napoli ci sono molti luoghi comuni ma anche delle verità. È una città difficile, c’è molta gente che a volte risulta invadente, eccessiva. La verità sta sempre nel mezzo, prendo atto con soddisfazione che oggi quell’immagine di una Napoli pericolosa e da evitare sta venendo meno. Anche perché è così piena di ricchezze, di arte, di cultura e di vita quotidiana che sarebbe un peccato se non fosse visitata”.

Qual è l’importanza della cultura popolare in una realtà globalizzata?

“A volte mi chiedo come mai sempre più ragazzi oggi seguono la mia musica. Evidentemente avvertono questo contenuto di contrapposizione all’appiattimento. Ovviamente ci sono quelli che si appiattiscono, appunto, sull’esperienza globale, sui modelli proposti dalla sottocultura televisiva. Però ci sono tanti ragazzi, soprattutto al sud, che riscoprono la loro identità e questo li rende importanti nel mondo. Una ragazza salentina, napoletana o ischitana che danza il suo ballo tradizionale, è internazionale. La personalità viene manifestata anche attraverso la propria cultura, il proprio dialetto e la propria appartenenza”.

Quindi reputa importante valorizzare le proprie radici?

“Sì, molto. Le radici generano la particolarità di ogni essere umano e pertanto vanno conservate. Io mi auguro che i bambini di oggi un giorno si ricorderanno delle ninne nanne, come succede a me. Ricordo mia mamma che mi cantava sempre la stessa ninna nanna, era solo mia. Ognuno dovrebbe avere il proprio giardino dei ricordi”.

Taranta Power. Da dove nasce l’idea di fondare un vero e proprio movimento?

“Ero a New York. Tornavo da esperienze dalle quali ho appreso che si stava maturando una risposta forte ai ritmi del sud. Ho pensato: “Se l’America avesse la Taranta, cosa ne farebbe?” – mi sono risposto – “La renderebbe famosa nel mondo”. Per questo il nome Taranta Power, ho voluto aggiungere questo sostantivo internazionale, power, che significa energia, carica, potere”.

Qual è l’obiettivo del progetto?

“Far sì che la cultura popolare del sud Italia non andasse dispersa negli anni. Oggi ci sono grandi manifestazioni, scuole di Taranta in Italia e all’estero, si è ripreso a suonare i tamburi che sono l’emblema di questa antica danza e di questo ritmo trasgressivo. I risultati possono dirsi raggiunti, il resto dipende dagli artisti che scriveranno romanzi o film, dipingeranno dei murales ambientati in questo universo che appartiene a noi del sud”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos