Giù i veli sull’operazione che si è svolta sotto gli occhi di cittadini e turisti, condotta dalla Polizia di Stato di Ischia al porto di Casamicciola Terme. In un clima di sconcerto e curiosità, numerosi agenti della Sezione Investigativa di Napoli del Servizio Centrale Operativo, affiancati dal personale del Commissariato di Ischia, coorrdinati dal vicequestore Ciro Re, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Angelo Marrazzo e al sequestro delle motonavi “Giuseppina I” e “Don Angelo” (alle isole Eolie), nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli.
Un’azione imponente che ha colpito il cuore del traffico marittimo locale, portando alla luce un sistema estorsivo e di concorrenza sleale che, secondo gli inquirenti, si sarebbe retto sull’intimidazione mafiosa.
Le accuse: minacce per imporre il monopolio
Marrazo – imprenditore del settore navale e gestore di fatto di una compagnia attiva nel trasporto di rifiuti speciali tra Ischia e la terraferma – è accusato di estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, aggravati dal metodo mafioso. Secondo quanto ricostruito, avrebbe costretto almeno un concorrente a utilizzare esclusivamente i traghetti della propria compagnia, minacciando sequestri di camion e sanzioni amministrative qualora non si fosse adeguato, con l’intento di paralizzare la concorrenza.
Ma non solo: l’indagato avrebbe anche compiuto atti di concorrenza sleale nei confronti di altre aziende del settore, avvalendosi – secondo le accuse – della forza di intimidazione derivante dal suo presunto legame con il clan camorristo Moccia.
Il metodo mafioso e il riferimento al clan Moccia
Elemento chiave dell’inchiesta è proprio l’uso del metodo mafioso: l’imprenditore avrebbe infatti rivendicato un ruolo di referente del clan Moccia sull’isola, rafforzando così il potere intimidatorio delle sue richieste. Una strategia che, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, ha avuto un impatto diretto e tangibile sulla libertà di impresa e sulla concorrenza nel settore.
Sequestrate le due navi impiegate per l’attività illecita
Con lo stesso provvedimento giudiziario è stato disposto, come detto, anche il sequestro preventivo delle motonavi, considerate strumenti essenziali per la realizzazione degli illeciti. Tali imbarcazioni rappresentavano infatti la base logistica e operativa con cui l’imprenditore sarebbe riuscito a imporsi come unico operatore nel trasporto di rifiuti speciali da e per l’isola.
L’indagato resta presunto innocente
Come previsto dal codice di procedura penale, l’arresto è avvenuto in fase di indagini preliminari. L’indagato è pertanto una persona sottoposta a indagini e da considerarsi presunta innocente fino a sentenza definitiva. I suoi legali potranno ora presentare eventuali impugnazioni nei tempi stabiliti dalla legge.
Un’operazione di forte impatto simbolico
L’operazione odierna, avvenuta in un luogo simbolico come il porto di Casamicciola – punto nevralgico del traffico e dell’economia isolana – ha avuto un forte impatto mediatico e sociale. La presenza visibile delle forze dell’ordine ha mandato un messaggio chiaro: lo Stato è presente e intende contrastare con determinazione ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e imprenditoriale locale.
A firmare l’azione investigativa sono stati il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e il vicario Salvatore Ferrigno, impegnati da tempo nella repressione delle attività criminali che si insinuano nei settori strategici del territorio campano.
Dovrebbero controllare anche gli interessi alberghieri del soggetto