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giovedì, Marzo 28, 2024

Enzo Ferrandino: “L’astensionismo? Colpa di una politica lontana”

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Vito Pulizzotto | La destra al governo e l’altro dato allarmante dell’astensionismo crescente, in particolare sulla nostra isola. Sull’esito del voto e su una campagna elettorale che sul nostro territorio è apparsa quasi assente, abbiamo raccolto il punto di vista del primo cittadino di Ischia Enzo Ferrandino.

Sindaco, un’elezione storica per l’Italia. Giorgia Meloni, se Mattarella le concede il privilegio di formare il governo, sarà il nostro primo premier donna. Ma la notizia che dobbiamo commentare è quella del cambiamento storico che vede la destra tornare al governo dopo dieci anni di sinistra o quasi. Un governo tra sinistra e 5 Stelle che hanno segnato il nostro tempo…
«Il risultato che si legge dalla tornata elettorale del 25 settembre è proprio questo, cioè la vittoria schiacciante di Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia, che ha riportato il quadrante della politica che dovrà governare, nella parte del centrodestra. Chiaramente questo è uno degli elementi di lettura del risultato elettorale. L’altro, che secondo me bisogna prendere in forte considerazione, è rappresentato dal dato dell’astensionismo che tende sempre più a evidenziare una disaffezione da parte degli elettori rispetto al momento elettorale. Sicuramente questo è un fattore non positivo che va preso in forte considerazione. Chi fa politica si deve interrogare su quelle che sono le motivazioni di questa disaffezione che, tornata elettorale dopo tornata elettorale, tende sempre più a crescere».

Nel tuo ultimo intervento avevi in qualche modo evidenziato la distanza tra la sensibilità del governo e le esigenze del territorio. E forse anche questo è il sintomo che poi porta alla scelta di non votare…
«In occasione dei saluti istituzionali per la visita di Renzi, alla presentazione del suo libro, rappresentai da sindaco, quelli che sono i temi, secondo me e come comunità, che la politica nazionale deve porre al centro della sua agenda. Per quanto riguarda i territori come i nostri, un territorio disagiato come l’isola e, quindi, isolato per alcuni aspetti. E questo secondo me è il male della politica nazionale, una politica che si allontana dai territori e dalle istanze che pervengono da essi. Una lontananza che poi crea la disaffezione. In generale, la politica deve avere la capacità di cambiare passo. A mio avviso c’è bisogno come il pane di un cambio e di una riforma elettorale che crei meccanismi di rappresentanza più calibrata e più forte perché, altrimenti, registreremo questo trend ancora in futuro e che anzi andrà a diventare ancora più marcato. Su Ischia, addirittura, abbiamo avuto una percentuale massimo di astensione del 45%, chiaramente molto condizionata anche dalle avverse condizioni meteo. Ma sicuramente il trend di disaffezione, quindi mancata partecipazione al voto, sarebbe stato in linea con quello nazionale e forse anche un po’ più marcato ancora».

LA CAMPAGNA ELETTORALE

La tua appartenenza al Pd e la vicinanza anche al governatore De Luca è nota a tutti. Con il governo di sinistra De Luca ha litigato e ha fatto gli show che tutti abbiamo visto. Con il governo di centrodestra?
«Chiaramente conosciamo la verve politica e polemica del governatore, che saprà interpretare quelli che saranno i provvedimenti che poi verranno adottati dal governo centrale. Speriamo che si possano interpretare a livello centrale una serie di iniziative di attività che, in qualche maniera, finiscano per modificare il quadro che noi quotidianamente viviamo e respiriamo con le nostre comunità. C’è bisogno di una politica che sappia interpretare maggiormente i problemi della quotidianità della gente, che sappia dare respiro, che sappia essere e divenire interlocutore di riferimento. Diversamente, chiaramente, poi ci troviamo dinanzi a questi risultati per quanto riguarda la partecipazione al voto, ma anche gli stessi risultati elettorali dei partiti. E parlo del partito diciamo dove milito, per il quale, insomma, opero sul territorio e dove oggettivamente, a livello nazionale pecca su questi aspetti. E questo rapporto andrà sicuramente migliorato e fortificato».

Questa volta diciamo che il tuo conflitto di interessi non c’è stato, e mi riferisco alla tua campagna elettorale tu contro tutti, anzi tu con tutti. Però, allo stesso modo, questa nuova campagna elettorale, dove magari si potevano registrare dei posizionamenti politici, anche a livello nazionale con Calenda, Renzi, il Pd e il Movimento 5 Stelle? Abbiamo registrato solo un po’ di attività sull’isola e nel comune d’Ischia, ma anche la competizione nazionale non ha permesso questa rinascita della voglia di fare politica. C’è stato questo silenzio…
«Capisco, ma c’è stato un silenzio della politica in generale. Su tutta l’isola abbiamo vissuto una campagna elettorale che, oggettivamente, ha dimostrato che vi è uno scarso rapporto con la politica nazionale. E’ la politica nazionale che si deve rendere conto che rispetto ad alcuni temi che sono nostri e centrali, e parlo dell’istruzione, dei trasporti, della sanità, della giustizia, c’è bisogno di assunzione di impegni. Impegni diretti dove, a fronte di un’attività finalizzata a migliorare questi servizi, poi si può avviare una dialettica di tipo costruttivo. Fino ad oggi, purtroppo, rispetto a questi temi, nonostante ci sia stata un’attività di rappresentanza da parte di tutti quanti noi come rappresentanti locali, non si è avviato questo tipo di coinvolgimento. Ed è un discorso collegato. A Ischia possono venire e devono venire a chiedere il consenso solo nel momento in cui garantiscono le nostre comunità rispetto ai problemi che viviamo quotidianamente, diversamente è meglio che non vengano proprio».

Parole chiare! Io, però, parlavo da un punto di vista proprio ischitano. Cioè come te lo spieghi che sull’isola, al di là del piccolo tentativo fatto da Marco Bottiglieri e amici, non sia nata nessuna partecipazione attiva a questa campagna elettorale, anche per coprire gli spazi che ovviamente sono vuoti? Un silenzio sociale e civile. Un malessere della nostra società.
«Esiste un malessere che però, diciamo, è condizionato da una politica nazionale che non sente il bisogno di dover vivere su un’isola di 60.000 abitanti e interfacciarsi con quelli che sono i problemi della quotidianità di questa nostra comunità e rispetto ai quali c’è bisogno di un’azione di chi, chiamato a responsabilità di politica nazionale, deve farsi parte diligente e cercare di venire a ragionare con i territori. Quando questo non succede si crea la disaffezione».

2 COMMENTS

  1. Mattarella le concede il “PRIVILEGIO” di formare il governo… Ma io continuo a non capire…forse per il lungo periodo lontano dal mio paese natale….
    Al di la delle preferenze politiche, finalmente dopo piu’ di un decennio l’Italia avra’ una Presidente del Consiglio voluto e votato “democraticamente”.

  2. Azz, state al governo centrale, e periferico da oltre 10 anni e vi permettete di parlare di astensionismo?, che cavolo avete creato in 10 anni? Il NULLA. Il governo centrale solo ad ingrassarsi, mentre a Ischia, oltre alle comiche ” una sola lista per votare” il comune di Ischia pensa solo a distruggere quel poco che è rimasto. Strade piene di erbacce, fogne inesistenti,Ischia Ponte sempre allagata, illuminazione da schifo, pargheggi ma tenuti, La Siena non vedrà mai fine, i Basoli da rigenerare sulle spiagge vigile l’anarchia totale, e poi il sindaco si permette di dire che c’è l’astensionismo, Ma mi faccia il piacere, diceva il Grande TOTO’.

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