martedì, Dicembre 10, 2024

ENPA, continua l’attività di monitoraggio

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Il lavoro dei volontari dell’ENPA (ente nazionale protezioni animali) in difesa della fauna della nostra isola continua. Anche oggi è stata svolta una intensa attività di monitoraggio nei territori dell’isola d’Ischia, congiuntamente ad osservatori tedeschi del CABS (COMMITTEE AGAINST BIRD SLAUGHTER) in zone sensibili alla migrazione.

Durante le attività è stata salvata una giovane quaglia specie che presenta popolazioni in forte diminuzione, raccolta in difficoltà durante la migrazione.

6 COMMENTS

  1. Raccolta una giovane quaglia in difficoltà!!!!!!! SPECIE A RISCHIO!!!!!! Ma questi signori sanno che in questi periodi questa specie ricopre un volo di circa 1000 km in una sola notte? Certamente era molto stanca per il lungo viaggio e probabilmente voleva essere lasciata tranquilla per recuperare le forze per poi ripartire.Quali competenze hanno questi signori per stabilire quale sia la cosa migliore da fare in questi casi? Sanno che hanno l’obbligo a questo punto di affidare il selvatico ad un centro specializzato per il recupero e stabilire l’eventuale rinserimento. Forse Di tutto quello che accadrà in seguito non importera niente a nessuno ma questo è bastato a farsi anche oggi il loro articoluccio propagandistico.

  2. Chiedo gentilmente alla redazione di impaginare il mio scritto perché per lo meno dal l’anteprima da moderate mi esce ” strano”
    Grazie e …. Buon divertimento !
    Vittorio

  3. Che emozione ….
    Propongo il pullizer al giornalista ed il nobel all’ eroe che ha portato a compimento questo nobile gesto .
    Pensate , una quaglia sottratta ai gabbiani.
    Ora mi chiedo cosa porterà il gabbiano ai suoi piccoli .
    Propongo una missione umanitaria in cima alla scogliera per approvvigionare il nido .
    Sul sito veganoischitano.it troverete gli estremi per il versamento : c’è bisogno di latte e alici fresche per i poveri cucciolotti cercamici .
    In verità ho seguito l’azione di salvataggio dal satellite in dotazione Nasa ( nucleo anti sommossa ambientale), in funzione Macro siamo riusciti a salvare un povero scarafaggio alato ( un quagliocottero, specie creduta estinta fino a ieri ) .
    L’animale, affidato ora al centro di rianimazione per scarafaggi, era stato pestato da un 43 con suola vibram in dotazione alla guardia ambientale geocox-27 , durante la manovra di accerchiamento- quaglia.
    La guardia sarà sospesa per mesi tre dall’ incarico per recuperare lo stato psichico dopo una simile tragedia .
    Sul sito http://www.guardiecheschiaccianoscaravottoleinermi.com potete versare pecunia per garantire la riabilitazione della povera guardia .
    L’area è stata messa in sicurezza,: sottoposta a monitoraggio a mezzo drone .
    Dal sito animalisti 1000% è partita una petizione per allontanare il droni dalla zona in quanto sono decedute tre mosche e una zanzara tigre ( a strisce longitudinali, rarissima), falciate dalle ben 4 eliche .
    Una libellula giace in pessime condizioni nella area 31 dell’ala 12 al terzo piano dell’istituto ” free fly” – Tennessee – USA , ivi aviotrasportata dal corpo speciale dei seal.
    Durante il trasferimento un airone cenerino è stato incenerito dalla turbina dell’ala destra del jet .
    Il capitano della aviazione è sotto inchiesta : è un cacciatore!
    Prevista la sospensione del porto d’armi.
    ….
    …..
    Ma over state facenn???

  4. ANIMALISMO ESTREMISTA: UNA PATOLOGIA SOCIALE

    Posted on 19 luglio 2014 by librerianatura
    L’ultima trovata è stata quella di aggredire alcuni pescatori sulla riva del fiume Adda, “liberare” i pesci catturati (non so se ancora vivi) e, dulcis in fundo, liberare anche i vermetti destinati a fare da esca perché, a ben guardare, hanno anche loro il “diritto di vivere”, proprio come noi e come i pesci, a questo porta il concetto dell’uguaglianza delle diverse specie. Dico l’ultima perché molte altre sono state messe in atto nei mesi e negli anni scorsi dagli attivisti dell’ALF (Animal Liberation Front), ormai da oltre trent’anni: assalti a laboratori scientifici con liberazione di cavie, incendi dolosi e atti vandalici in allevamenti di visoni, di polli, di maiali e altre simili azioni per un totale di una sessantina di simili imprese ufficialmente registrate nella cronaca nel mondo occidentale, ma in realtà certamente molte di più, con danni economici e sociali rilevanti.

    Si tratta di un’autentica patologia sociale, da qualunque punto di vista la si voglia considerare, (a) quello degli adepti, (b) quello dei filosofi di base, (c) quello dei dirigenti delle associazioni di categoria, (c) quello delle conseguenze sociali di queste azioni e di questo modo di pensare nei loro diversi risvolti.

    Gli adepti – dobbiamo dirlo con chiarezza – sono essenzialmente persone psicopatiche che godono dell’idea di diventare testimoni di una battaglia che considerano di assoluta avanguardia, più avanzata e più egualitaria dell’abolizione dello schiavismo o della battaglia delle suffragette per il voto alle donne di un secolo fa. Non sono dotati di istruzione scientifica, neppure della più elementare, talvolta sono coerentemente vegetariani o vegani, altre volte no. Non esiste alcuna possibilità di dialogare con queste persone perché si sentono portatori di verità profonde e talvolta sono anche denutriti e fisicamente provati a causa delle loro diete.

    I filosofi – me lo si lasci dire avendo io letto il libro di Tom Regan “The case of animal rights” sono semplicemente cattivi maestri, privi delle più elementari nozioni di ecologia e di biologia generale, probabilmente desiderosi di una facile fama e inconsapevoli di una profonda contraddizione del proprio pensiero: da un lato, infatti, predicano l’uguaglianza morale di tutte le specie, dall’altro sono intimamente convinti che la nostra specie abbia doveri di solidarietà interspecifica che non competono, per esempio, a un gatto o a un orso. Chi potrebbe pretendere correttezza politica da uno sparviero o uno sciacallo? Agli esseri umani, invece, e solo ad essi competerebbe il dovere morale di superare la propria natura di base onnivora e ancora di più.

    I dirigenti delle associazioni sono essenzialmente cinici furbastri, tanto abili da riuscire a raccogliere fondi in milioni di euro e da essere anche riusciti a piazzarsi in posizioni chiave, grazie a convenzioni con enti statali tanto poco dotati di competenze scientifiche da non riuscire a distinguere la differenza tra un medico e un cartomante e neppure tra una associazione seria e una di cioccolatai. Da anni, infatti, per ragioni a me poco comprensibili, questi individui godono dell’appoggio di giornalisti di quotidiani, settimanali, RAI etc. Non posso, in questa sede, raccontare episodi singoli che sono numerosi e spesso incredibili e vergognosi, mi limiterò ad affermare che il predominio di questi sabotatori è stato pressoché totale fino a pochissimo tempo fa.

    Le conseguenze sociali di questa situazione sono davvero devastanti. La più seria di tutte consiste nel fatto che il pasticcio animalista distrae il pubblico ignaro dagli autentici problemi che affliggono la fauna nel mondo. Mentre in Africa e in Asia vi sono aree protette di primaria importanza che mancano delle risorse essenziali per il proprio futuro, mentre non si sa come fare per proteggere efficacemente gli ultimi gorilla in Uganda o gli ultimi oranghi nel Borneo, in Italia si spendono allegramente milioni per moltiplicare l’assistenza a cani e gatti randagi che, quando non se ne vanno in giro per i boschi ad ammazzare migliaia di animaletti selvatici, languiscono in “rifugi” che altro non sono se non costosi ergastoli tenuti in piedi con generosi contributi pubblici e non aventi nessun altro scopo se non ingrassare le già ricche casse di alcune associazioni irresponsabili, dato che di cani e gatti non c’è certo ulteriore bisogno, essendo già disponibili in milioni di esemplari. Dico e ripeto “irresponsabili” perché non soltanto questa gente combatte una irresponsabile battaglia contro la ricerca medica ma si oppone anche alla eradicazione di pericolose specie esotiche invadenti come la nutria, lo scoiattolo grigio della Carolina o la tartaruga americana dalle orecchie rosse che hanno già arrecato enormi danni alla nostra fauna autoctona. Aggiungo che si tratta anche di gente opportunista che cerca di cavalcare l’onda della disinformazione da essi stessi messa in atto. Basti pensare al Movimento 5 stelle che, notando l’onda anomala animalista, ha cercato insistentemente di cavalcarla con iniziative disgustose come la lettera al sindaco di Sarzana richiedente di dichiarare persona non gradita il prof. Silvio Garattini, illustre studioso che doveva tenere in città una conferenza sull’invecchiamento delle cellule nervose, oppure la lettera di moltissimi deputati del movimento suddetto al rettore dell’università di Modena richiedente di interrompere le ricerche ivi in corso sul sistema nervoso dei macachi. Questo è il medioevo di ritorno nel terzo millennio e come tale dovrebbe essere trattato

  5. Un comunicato fantastico! Hanno salvato una quaglia.
    Questi sono così esibizionisti che quando si riproducono hanno pure il voyeur in un angolo della stanza.

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