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giovedì, Aprile 18, 2024

“È oro, è oro”. Franco Porzio rivive la medaglia olimpica. 30 anni dopo!

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Era il 1992 e il cielo di quella Barcellona olimpica si tinsero d’azzuro. Un azzurro acqua con il famoso settebello che ci fa ancora emozionare. In quella vasca e in quella Barcellona c’era Franco Porzio, oggi artefice di un’altra grande vittoria sociale, turistica e imprenditoriale con il Parco Termale Tropical di Sant’Angelo.
“È oro, è oro. E chi se la dimentica quella finale… Il sogno di ogni bambino – emozionato, ci ha detto Franco – , quando comincia a praticare sport, è quello di andare alle Olimpiadi. Anche per me e per mio fratello Pino è stato cosi…non avremmo mai pensato, però, di andare ai Giochi, vincerli e, perdipiù, da compagni di squadra, difendendo i colori del nostro paese. Ed allora chiudo gli occhi e ripercorro quell’estate calda, caldissima, del 1992 che ci ha portato sul tetto olimpico”.

Il ricordo

“Venivo da un serio infortunio alla spalla – continua il racconto di Porzio – di qualche anno prima; la convocazione fu una gioia per me e per la mia famiglia. Ricordo gli allenamenti estenuanti di Ratko in preparazione di Barcellona. Ci metteva continuamente alla prova sia sotto l’aspetto fisico che mentale.
Ricordo il girone di qualificazione in cui giocammo male, malissimo. Nonostante ciò – racconta ancora Franco – eravamo tranquilli e consapevoli delle nostre qualità…poi arrivarono le fasi eliminatorie fino alla finale epica”

La finale.

“Quella è stata la partita più bella del secolo. Il pubblico gremito sulle tribune della Picornell, la passerella (finita poi non come da programmi) di Juan Carlos, le provocazioni in acqua e fuori, la fatica, la stanchezza che cercava di prendere il sopravvento, l’arbitro cubano che non fischiava, poi i supplementari…infine la rete di Nando e la traversa degli spagnoli. Ce l’avevamo fatta! Avevamo vinto le Olimpiadi! Avevamo conquistato Barcellona!”

A cuore aperto e un omaggio a Paolo Caldarella

“Vi dico la verità: ero contento, sicuramente, ma la soddisfazione maggiore era per i miei genitori. Quanti sacrifici per accompagnarci agli allenamenti…alle 5 del mattino, ad ora di pranzo, la tarda sera. E loro erano sempre lì, al nostro fianco. A prendersi cura di noi. Era anche la loro medaglia d’oro.
Poi pensai al Circolo Posillipo, casa mia. In quel Settebello militavano tanti giocatori che indossavano o avrebbero indossato la calottina rossoverde. Era un pò come se Napoli avesse vinto le Olimpiadi. Una sensazione indescrivibile. Oggi sono 30 anni da quello storico successo…Tanti auguri a noi ed un pensiero speciale al grande Paolo Caldarella che da lassù starà sicuramente festeggiando quel memorabile successo!”

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