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giovedì, Marzo 28, 2024

Due fatti. Uno: il problema è il distretto. Due: “Ah, se Loffredo….”

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Gaetano Di Meglio | Difendere Antonio D’Amore è quasi una follia, ma credo che il direttore generale dell’ASL Napoli 2 Nord, oggi, non vado attaccato. Oggi no. Ieri sì.
Mi spiego meglio. Le condizioni tragiche in cui versa la nostra sanità sono note da anni. D’Amore ci gestisce male da tempo. D’Amore fa quello che vuole perché, fino ad oggi, i sindaci gli hanno fatto da sparring partner e non hanno mai difeso le popolazioni che rappresentavano. Ancora oggi, tanto per cambiare, non c’è nessuna voce univoca contro il direttore dell’ASL. E D’Amore fa ciò che vuole.

Cosa? Ad esempio nominare Ciro Di Gennaro responsabile dell’emergenza Covid. Una nomina che non è piaciuta agli altri “boss” del Rizzoli. E così, senza un direttore sanitario “legittimato”, senza una personalità super partes la guerra dell’ospedale è esplosa. Si narrano di litigi, di media inginocchiati a questo o quello, di offerte a uno e non ad un altro e via dicendo.

Mazzate (quasi) in corsia e una squallida strumentalizzazione della comunicazione che stona in un clima come quello in cui stiamo vivendo. Ma vi basta osservare le “uscite” mediatiche per capire l’andazzo. Guarisce tizio e una parte della stampa locale (noi no!) arriva con le truppe cammellate a darne notizia. Si opera Caio, e cambia la stampa. Arriva un’altra “truppa” a raccontare le gesta mirabolanti del mago col bisturi.
C’è una diagnosi da fare? A Caio non piace il comportamento di Tizio e arriva l’articolo “contro”. Chi più ne ha più ne metta. E in questo spettacolo indecoroso, poi, c’è il direttore sanitario che “ordina” agli ischitani gli acquisti in “solidarietà” per centinaia di migliaia di euro.
Ma che macello è? E i sindaci? Divisi.

Ischia e Forio provano la strumentalizzazione del caso di Villa Mercede mentre Caruso usa i social e trova l’intesa con D’Amore.
Altrove, sempre sull’isola, invece, prevalgono le gestioni poco chiare delle strutture sportive e gli incarichi diretti ai figli per chiudere gli occhi e non vedere i disastri.
Viviamo sotto questo cielo. Un cielo dove l’ospedale dà un ordine e il distretto ne dà un altro. Dove l’ospedale si organizza le passerelle per i guariti e dimentica l’assistenza domiciliare dei positivi al Covid. C’è chi, malato di Alzheimer, dopo essere risultato positivo attende una visita da cinque giorni. C’è chi attende il secondo tampone per tornare a “vivere” dal 15 marzo. E nessuno parla, nessuno si lamenta.

Ci narcotizzano con gli applausi ai malati (spesso senza neanche chiedere se vogliono le TV) e credono di averci distratto. Credono.
Torniamo al titolo. “Ah, se Loffredo….” Siamo sicuri che Francesco Del Deo, ieri, quando ha alzato i toni contro una certa ASL non stesse parlando alla suocera perché la nuora intendesse?
Tra tutte queste incognite abbiamo una sola certezza: Francesco Del Deo morirà (quanto più tardi possibile, ovviamente) democristiano!

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