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martedì, Aprile 16, 2024

Dopo una lunga battaglia giudiziaria ottiene il possesso della sua Ferrari Testarossa

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Paolo Mosè | Ci sono voluti quasi dieci anni per tornare a riavere in possesso una Ferrari rosso fiammante che è stata oggetto di disputa tra ex vecchi amici. Una macchina all’inizio di proprietà di Vincenzo Senese, il quale a sua volta nel 2011 l’aveva ceduta ai coniugi D’Angelo-Patalano e a quest’ultima veniva intestata. A causa dell’oggetto prezioso, si era preferito mantenere l’auto nel garage di Senese, non avendo i due proprietari un’allocazione idonea e soprattutto coperta. E come accade di solito in questi casi, avere una Ferrari non è da tutti e chi la custodisce ne diventa “geloso”. Ben sapendo dell’elevato valore di mercato. E’ una delle poche macchine che non si deprezzano molto. Hanno un mercato notevole, essendo la richiesta molto elevata e chi ce l’ha, riesce facilmente a venderla. Non rimettendoci soldi e in casi particolari, per modelli di un certo prestigio, a guadagnarci anche bene.

Quest’autovettura era stata poi anche al centro di un servizio dell’emittente nazionale La7, i cui giornalisti vennero sull’isola a seguito del terremoto. E durante delle riprese in quest’abitazione il proprietario dell’immobile mostrò che comunque la sua abitazione non era stata particolarmente danneggiata dal sisma, mostrando il prezioso gioiello che era ricoperto, per ovvi motivi. Questo ha consentito in seguito alla reale proprietaria dell’auto di dimostrare in sede giudiziaria che l’auto era nella disponibilità ancora del Senese, pur essendone lei proprietaria. A seguito di questo contenzioso c’è stata una prima pronuncia in cui il giudice stabiliva che la Patalano era la proprietaria e il Senese il possessore. Questo è avvenuto nei tanti ricorsi presentati a più autorità giudiziarie che si sono occupate della Ferrari Testarossa.

LA CONSEGNA DOPO DIECI ANNI
Ieri è avvenuta la definitiva consegna dell’auto alla presenza degli agenti della Polizia di Stato che erano delegati dal pubblico ministero Valeria Sico, titolare di un’inchiesta penale che è stata aperta agli inizi di quest’anno. Il perché? Precedentemente era stata disposta dal giudice civile della sezione distaccata di Ischia Eugenio Polcari la restituzione entro 40 giorni dell’autovettura alla Patalano. Provvedimento che non è stato ottemperato dal Senese, il quale alla controparte aveva riferito che l’autovettura si trovava in tutt’altra località e che di lì a pochi giorni avrebbe consegnato l’auto. Allontanandosi da Ischia, trasferendosi momentaneamente in Germania, e questo ha fatto sì che l’avvocato penalista Luciano Buono, che rappresenta la Patalano, denunciasse il comportamento del Senese. Da qui un provvedimento del pubblico ministero di un sequestro cautelare della Ferrari. Tant’è vero che l’ordine del magistrato inquirente è stato eseguito dalla Polizia di Stato, che ha rintracciato l’auto nel garage dell’attuale indagato e nominando custode giudiziario un familiare. A questo punto l’avv. Luciano Buono, supportato anche in sede civile dall’avv. Raffaele Pesce, che aveva ottenuto dal giudice civile la restituzione del bene, ha presentato istanza di dissequestro al pubblico ministero. In pochi giorni è avvenuta la tanto sognata riconsegna all’avente diritto di una macchina che è simbolo anche di vanto per chi la detiene.

L’operazione è stata eseguita nel pomeriggio di ieri intorno alle 13.00 con la presenza degli agenti della Polizia di Stato e di un carro attrezzi della ditta Muscariello, che l’ha prelevata e trasferita nella proprietà della Patalano. Un’operazione obbligata, non avendo più la Ferrari le targhe di circolazione.
Come abbiamo detto all’inizio, la storia ha preso il via nel 2011 e si è conclusa il 4 marzo del 2021. E’ chiaro che in tutto questo tempo l’autovettura non ha solcato le strade dell’isola e molto probabilmente avrà bisogno di qualche “cura” di un meccanico all’altezza per riportare ai suoi vecchi fasti la Ferrari.

LA DENUNCIA DELLA PROPRIETARIA
L’atto di denuncia querela è stato senza dubbio l’elemento che ha definitivamente sbloccato una situazione di stallo, in cui sono stati allegati documenti inoppugnabili che dimostrano la legittimità della proprietà del bene e in più il provvedimento del giudice civile Polcari che già aveva ordinato la restituzione nei termini imposti e che non avevano trovato alcuna soluzione. Anche se le parti avevano tentato ad un certo punto di intavolare una trattativa, ma senza alcun risultato. Nella denuncia la Patalano ha ribadito di essere l’unica legittimata al possesso: «La sottoscritta è proprietaria di una autovettura marca Ferrari, Tg. ***, telaio n. ***, acquistata dal Sig. Senese Vincenzo, precedente proprietario.
Quest’ultimo, approfittando della circostanza che l’autovettura fosse rimasta per lungo tempo custodita presso il suo garage, ha sempre rifiutato di consegnarmela».

Per dare ancora più forza alla denuncia, si è richiamata la decisione di altra autorità giudiziaria, riportando il provvedimento con il quale si ordinava la restituzione all’avente diritto, come riportato nel passaggio di proprietà all’iscrizione al PRA: «Senonché, in data 13/2/2019 adivo l’autorità giudiziaria civile, con ricorso per decreto ingiuntivo, al fine di ottenere la restituzione della predetta autovettura.
Il giudice del Tribunale di Napoli- Sezione Distaccata di Ischia, in persona del Dott. Polcari, in data 26.02.2019 concedeva decreto ingiuntivo n. 22/2019, ordinando a Senese Vincenzo di consegnare a Patalano Sara entro 40 giorni dalla notifica del presente decreto, la autovettura Ferrari F 131 ABE tg. ***.
Tale ingiunzione, regolarmente notificata al Senese, non veniva impugnata divenendo, pertanto, definitiva».
Con quel provvedimento del giudice civile che chiariva in modo inequivocabile chi fosse il reale titolare al possesso, si procedeva al recupero della Ferrari. Presentandosi presso l’abitazione del Senese in compagnia dell’ufficiale giudiziario e in quella circostanza il “possessore” riferiva che non era nella possibilità di restituire il bene, trovandosi in tutt’altra parte: «In sede di esecuzione, in data 7.10.2019, l’Ufficiale Giudiziario incaricato si recava presso l’abitazione del Senese sita in Casamicciola Terme – al fine di farsi consegnare l’autovettura.
Ivi giunto, constatata la presenza del Senese in casa, gli ingiungeva di adempiere all’ordine del giudice di cui al titolo esecutivo e, quindi, di consegnare l’autovettura.
Il Senese, però, riferiva e verbalizzava anche alla presenza dei legali intervenuti – che la Ferrari si trovava in un “altro luogo”».

LA “FUGA” ALL’ESTERO
In quella stessa sede si decideva di concedere un rinvio, impegnandosi il Senese a recuperare l’autovettura e a consegnarla alla nuova proprietaria. Dando una data ben precisa per il perfezionamento dell’ordine emanato dal giudice civile: «Chiedeva, pertanto, un breve rinvio in quanto avrebbe provveduto lui stesso a consegnarla, rassicurando altresì della sua (sicura!) presenza per tale data.
Confidando (a torto) nel buon senso e nella veridicità di quanto riferito dal Senese, l’Ufficiale Giudiziario rinviava la procedura esecutiva in proseguo al 14.10.2019, come concordato bonariamente tra le parti.
In tale data, però, il Senese non solo non si faceva trovare presso la sua abitazione, ma addirittura risultava essersi trasferito in Germania per un periodo indeterminato, come appreso dai suoi vicini di casa».

Alla data prefissata il Senese non era presente in quanto all’estero e si arrivava a un confronto sul motivo del non rispetto dell’impegno preso per giungere alla restituzione della Ferrari. Adducendo che la colpa in qualche modo fosse collegata al sisma di tre anni fa. Nella denuncia consegnata al pubblico ministero Valeria Sico si legge ancora: «In data 14.10.2019 vi era, infatti, solo la presenza del legale del Senese che adduceva pretestuosi motivi circa lo sgombero di quell’immobile a seguito del sisma del 2017, circostanza questa ultronea e non rilevante ai fini dell’esecuzione de quo e, comunque, non ottemperato dallo stesso Senese, visto che era ivi presente ed ivi dimorante il precedente 7 ottobre 2019!».

LE RIPRESE TV DOPO IL SISMA
Nella denuncia querela la Patalano fa delle osservazioni, rimarcando che il Senese non aveva alcuna volontà di restituire il bene, pur avendo avuto tale ordine dallo stesso ufficiale giudiziario. Una mancanza di collaborazione che aveva indotto la Patalano a chiedere questa volta l’intervento dell’autorità giudiziaria: «E’, dunque, evidente la volontà del Senese di sottrarsi all’adempimento dell’obbligo di restituzione dell’auto, eludendo – di fatto – la sua concreta esecuzione, nonostante l’ingiunzione de visu ribadita dall’Ufficiale Giudiziario.
Invece di adempiere e collaborare, il Senese ha preferito sottrarsi al suo dovere ed andarsene all’estero!».

L’altra considerazione che ne fa la denunciante è che la controparte ha posto in essere tutta una serie di iniziative tendenti a prendere tempo. In particolare ritenendo di aver riferito non il vero all’ufficiale giudiziario, in quanto l’autovettura era nella sua proprietà e a conferma di ciò un servizio dell’emittente La7: «Il Senese ha poi coscientemente mentito al Pubblico Ufficiale anche sul luogo ove l’autovettura è attualmente custodita, non presso altro luogo come da lui riferito, bensì presso la sua stessa abitazione, all’interno del garage adiacente.
Tale circostanza emerge chiaramente dalla visione di un video, reperibile liberamente su internet, girato durante un servizio giornalistico televisivo de La7, successivamente al sisma che ha interessato il Comune di Casamicciola Terme (si allegano n. 4 screenshot e n. 1 “CD-R contenente il file video)».

Avendo quindi la certezza dove fosse custodita la Ferrari: «Vi era, dunque, fin dall’inizio la chiara volontà di non adempiere, manifestata attraverso la falsa dichiarazione in merito all’indicazione, ufficialmente richiesta dal soggetto a ciò legittimato, del “luogo” in cui il bene era custodito.
L’autovettura era ed è tuttora – custodita nel garage sito in Casamicciola Terme presso l’abitazione del Senese!».
Le ulteriori considerazioni si basano sul comportamento presunto dilatorio e tendente a non riconsegnare l’autovettura, anche con espressioni alquanto “pepate”. Ma chiudendo con una ulteriore osservazione: «E’ indubbio, infatti, che avendo il possesso a qualsiasi titolo dell’autovettura, con la sua condotta se ne è, di fatto, appropriato indebitamente, essendo ormai acclarata l’“altruità” del bene, come definitivamente stabilito dal giudice civile».

1 COMMENT

  1. Parte offesa e parte lesa, entrambi barboni ischitani. I veri signori non hanno di questi problemi, questo a testimonianza che puoi avere anche un Ferrari, ma se non sei nato signore, sempre cafonazzo rimani.

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