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mercoledì, Aprile 24, 2024

Dopo la mostra a Londra, domani la Coppa di Nestore torna Villa Arbusto. Resta altrove il “Cratere del Naufragio“

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Ida Trofa | Domani la Coppa di Nestore tornerà a casa. Un museo, quello di villa Arbusto, ormai aperto da settimane, ma senza poter mostrare i suoi pezzi pregiati. Il 7 luglio finalmente, però, saranno restituiti alla comunità i preziosi cimeli con il ritorno istituzionale ad Ischia degli antichi reperti  volati in questi mesi in Inghilterra. La Coppa di Nestore, principalmente, sarà riposta con protocollo istituzionale nella teca dove è allocato il ricco corredo funebre appartenente alla tomba di fanciullo in cui fu recuperata  a pezzi nel 1952 dal archeologo Giorgio Buchner e Carlo Ferdinando Russo. il museo isolano recupererà il suo pezzo più famoso e anche più pregiato, dopo la trasferta che l’aveva condotto come elemento di punta all’Evento Troy al British Museum. Attendiamo il rientro anche del cratere del Naufragio, in mostra al Museo di Napoli ed poi  ospite dei polverosi scantinati partenopei.Tesori invisibili ai nostri occhi, ma di grande pregio altrove. Beni, risorse e valori appetitosi per qualsiasi collezionista, centro culturale o polo d’attrazione  che si rispetti. Beni, risorse e valori  che potrebbero fare le nostre fortune e che invece restano solo merce di scambio senza costrutto ne prospettive per l’isola che ne ha custodito il tempo e la memoria.

Godiamoci intanto il rientro dopo 10 mesi di lontananza dell’ambasciatrice della storia di Pithekoussai, il nome con il quale fu chiamato il più antico stanziamento greco d’occidente, proprio sull’isola.

La coppa era partita il 23 ottobre 2019 , con un protocollo che le istituzioni avevano detto attentissimo e che fino ad ora non lo era  stato.  Quasi un anno a Londra, dove è stata protagonista indiscussa della mostra “Troy”, in programma al prestigioso British Museum dal 21 novembre all’8 marzo e poi relegata negli scantinati londinesi in attesa che qualche solerte funzionario si ricordasse di restituircela. Un viaggio simbolico dunque della cui valida non c’è dubbio se non fosse stato per un ritorno troppo atteso che giunge ben oltre la riapertura del Museo Lacchese.

Un viaggio nel Regno Unito per raccontare Ischia e la sua millenaria storia al popolo anglosassone, soprattutto con l’auspicio di accrescere l’appeal dell’isola per un turismo culturale ancora marginale nei flussi di Ischia, per dare nuova linfa alla crescita, già consistente, dei turisti inglesi, che nel 2018 hanno fatto registrare un incremento del 20%.

Via dunque l’avviso che indica la mancanza della coppa rodia anello di congiunzione tra la cultura greca e quella italica che da dopo tutti questi mesi oltre la manica  parlerà anche un perfetto inglese. O meglio sono stati gli inglesi a scoprire tutto un mondo partito dall’Eubea.  L’iscrizione della coppa, infatti, risalente al terzo quarto dell’VIII secolo a.C. è la più antica al di fuori della Grecia, scritta in alfabeto calcidese, da Pithecusa fu trasmesso ai popoli italici, grazie agli intensi rapporti commerciali che i coloni euboici intrattennero con gli Etruschi. Così, l’alfabeto dell’Eubea arrivò ai Romani, che lo hanno consegnato al mondo. Il reperto ischitano, uno dei più  rappresentativi della mostra al British Museum e del messaggio che quella voleva trasmettere, ritorna da dove era partita, torna ad Ischia.

Nonostante il ritorno, diciamo cosi, il museo isolano continua ad aver euro scarso appeal, a non attrarre cosi come dovrebbe  e soprattutto come meriterebbe.

Il “Cratere del Naufragio“ resta altrove

In termini di reperti in tour il 2019 è stato un periodo fertile per l’area museale del Fungo . Non solo per il viaggio programmato della Coppa di Nestore. A settembre, infatti, un altro reperto di primo piano, il Cratere del Naufragio è stato impacchettato e spedito a rappresentare Ischia al Museo Archeologico Nazionale di Napoli nell’ambito della mostra  “Thalassa. Mare, mito, storia ed archeologia”, dedicata al Mare nostrum, da sempre spazio di integrazione e di confronto. Da Pithecusae è stato qui spedito anche uno dei modellini di barche corinzie dalla celebre Stipe dei Cavalli, che ispira il logo del Museo, rinvenuta in località Pastola.Da allora né il Cratere, né il resto sono  più rientrati . Il nostro prezioso reperto, considerato l’oggetto di maggior pregio artistico in assoluto tra tutti quelli prodotti a Pithekoussai.

Sarebbe certo assai deludente se il “Cratere del Naufragio”, reduce dai mesi di notorietà  non tornasse qui sull’isola tornasse, magari lasciato a prendere polvere, lontano dai flash dei fotografi e dalla curiosità di un  turismo d’élite  che non mancherebbe di apprezzarne la sua bellezza e la magnificenza del racconto custodito da quel  vaso millenario.

Tra mostre, emergenze sanitarie e pachidermiche misure burocratiche partorire dai nostri funzionari della soprintendenza all’appello dei beni di Villa Arbusto manca il meglio.

Latita, ma lo sapevamo già, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli, e in particolare Teresa Elena Cinquantaquattro e la dottoressa Costanza Gialanella, funzionaria di zona.

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