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DONNE IN BILICO. Ogni 72 ore, nella nostra Italia, una donna resta morta ammazzata

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25 Novembre 2019: Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il bilancio parla ancora di una strage!

Gli ultimi dati, nel biennio 2018-2019, ad una prima lettura, dicono che la violenza sulle donne è in diminuzione.

Sarebbero calate del 16,7% le violenze sessuali (nel 2017 erano in aumento del +14%), del 2,9% i maltrattamenti in famiglia, del 12,2% gli atti persecutori. Su questi dati è la Direzione centrale Anticrimine a fare il punto proprio in occasione del 25 Novembre 2019, inteso quale Giornata internazionale contro la violenza di genere e lo ha fatto anche rispondendo ad una delle domanda più immediate: Cosa si aspetta una donna, vittima di violenza di genere, dalla polizia?. Non  v’è dubbio: “sicuramente di protezione ed indagini che portino presto ad aver giustizia, ma non solo”. Una donna vittima di violenza si sente innanzitutto sola, e prova vergogna, ha paura di ritorsioni, si convince di essere colpevole. Il poliziotto a cui chiede aiuto deve saper rispondere a questo dolore, a questi timori, consapevole che il più delle volte l’aggressore è una persona a cui la donna è legata da vincoli affettivi. E qui non basta applicare la legge, è necessario altro. Bisogna assicurare alla donna il sostegno necessario, quel sostegno che purtroppo non sempre c’è, o, se c’è, è ancora troppo poco. Si, perché i numeri continuano a dimostrarci questo, ben oltre qualche percentuale a ribasso  che vorrebbe confortarci. Se rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 è diminuito del 4% il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38 % al 34 %., tuttavia in questo quadro apparentemente positivo, è il femminicidio che fa registrare un aumento percentuale spiazzante: si passa dal 37% di femminicidi sul totale delle vittime di sesso femminile del 2018, al 49 % nel periodo gennaio- agosto 2019. Pensare che il 2018 è stato un anno record per quanto riguarda i femminicidi: una donna uccisa ogni 72 ore. Quanto agli autori, nel 61% dei casi l’autore resta il partner e l’arma da taglio la più utilizzata.

Qualche dato confortante? Sono quelli del Protocollo Eva, quelli che nel biennio 2018-2019 hanno registrato più di 9.550 interventi delle forze dell’ordine, consentendo negli ultimi 12 mesi di arrestare 106 autori di violenze domestiche e di adottare 76 provvedimenti di allontanamenti dalla casa familiare.

Solo lo scorso agosto è entrato in vigore il Codice rosso, che prevede percorsi più veloci per i reati di violenza, eppure, è la mentalità che stenta a cambiare. Francesco Messina, direttore del Dac ha giustamente chiarito che «solo 60 anni fa (1956) la Corte di Cassazione decideva che al marito non spettava lo jus corrigendi nei confronti della moglie e dei figli, ossia il potere educativo e correttivo del padre di famiglia. Estirpare le radici delle asimmetrie tra i sessi e, di conseguenza, la violenza di genere incontra ancora molte resistenze. La legislazione più evoluta, pur predisponendo una serie di strumenti di intervento preventivo e repressivo efficaci non può da sola superare la persistenza di comportamenti conseguenti ad una cultura di sopraffazione di genere».

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ogni anno si preannuncia così: con la conta delle vittime ed una presa di coscienza, seppur ancora debole. Perché è proprio così: “La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere. Le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso dentro le famiglie o perpetrati da persone conosciute”; come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella affermando che “molto resta ancora da fare”. Si, ma purtroppo, persiste ancora il pregiudizio, quello che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita, quello che non ha potuto non rilevare un report choc dell’Istat: quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza, quasi sempre da parte di partner o ex. Sono dati sconvolgenti: il 20,2% violenza fisica, il 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro. Numeri sbalorditivi se si considera che a praticare le violenze siano stati partner o ex partner. Nel dettaglio: su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2% dei casi dall’attuale partner e nel 18,9% dei casi da un ex partner.

Le forme di violenza subite dalle donne e rilevate dall’Istat non riguardano solo la violenza fisica o sessuale, le forme più gravi in assoluto, ma anche forme di abusi di diversa tipologia: minacce (12,3%), spintonate (11,5%), schiaffi, calci e morsi (7,3%), contusioni per mezzo di oggetti (6,1%). Quanto, invece, alla violenza sessuale: il 15,6% delle donne ha subito la forma di violenza sessuale più diffusa, ovvero essere baciate, toccate o abbracciate contro la propria volontà, mentre i rapporti sessuali inflitti con la forza e contro la volontà della vittima sono al 4,7%; i tentati stupri arrivano al 3,5% e gli stupri effettivi al 3%.

Chi abusa delle donne? Oltre a partner ed ex partner, si rilevano violenze anche da parte dei colleghi di lavoro nel 2,5% dei casi, da parenti nel 2,6%, da amici nel 3% e da conoscenti nel 6,3% dei casi.

Preoccupante è anche la statistica di rilevazione delle violenze a carico di donne straniere viventi in Italia, poiché i dati indicano una percentuale in crescita di abusi e violenze: partner ed ex partner compiono violenza su donne straniere nel 20,4% dei casi, rispetto al 12,9% delle vittime italiane. Molte sono anche le donne straniere arrivate in Italia proprio per fuggire da una relazione violenta nel paese d’origine.

E quando poi rabbia, violenze e sottomissione non bastano al vigliacco, ecco che sfociano in gesti tragici, come l’omicidio.

Sono ogni giorno 88, in Italia, le donne vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Più di 90 i femminicidi in un 2019 che non è ancora finito.

E  no, oltre i numeri, ci sono delle donne, con le loro storie, tutte diverse ed al contempo così simili.

C’è quasi sempre un ultimo appuntamento, la decisione di lasciare il coniuge o il fidanzato, la mancata denuncia di tanti abusi subiti in passato. C’è una striscia di sangue che scorre e le unisce tutte. La maggior parte di loro si sono fidate, per un’ultima volta di chi ha detto per anni di amarle e sono cadute, morte ammazzate. 142, lo scorso anno, di cui 119  ammazzate  in famiglia, il che significa che è fra le mura di casa che viene ancora colpito l’85% delle donne e che sono ancora e sempre più spesso i partner a colpire, per gelosia, per possesso (impropriamente definito passionale), per liti futili e dissapori quando non per il disagio della vittima.

Difendersi dalla violenza è possibile: bisogna insistere, sensibilizzare sempre di più, rafforzare i sistemi di prevenzione e di aiuto nei confronti delle donne vittime di violenze, dare supporto e risorse ai consultori con personale altamente qualificato, da diffondere sempre più capillarmente su tutto il nostro territorio. Il Telefono Rosa Antiviolenza e Antistalking, cui ci si può rivolgere contattando il numero 1522 da solo non può farcela.

Ricordiamolo: In Italia, dal 1996, la Legge considera la violenza contro le donne un delitto contro la libertà personale e non più un delitto contro il buon costume. Dopo questa prima importante legge, ne sono seguite molte altre (2001, 2009 e 2013), fino ad arrivare all’ultima, definita Codice Rosso del 2019 che introduce al suo interno reati gravi come il revenge porn, gli sfregi e le nozze forzate. Non da ultimo, sono state notevolmente incrementate le pene per violenza sessuale, stalking e maltrattamenti subiti in famiglia.

Ebbene: “Abbiamo approvato norme, sbloccato fondi, avviato confronti”, come ha detto anche il premier Giuseppe Conte, eppure, “la violenza contro le donne rimane un’emergenza”. Bisogna ripartire dalle nuove generazioni!

Il pensiero, va alle tante donne che, ancora in queste ore, restano vittime cercando di sottrarsi alla violenza, agli stupri, alla sottomissione.

La violenza contro le donne è triste cronaca di ogni giorno, in Italia e anche nel mondo.

Non dimentichiamo: le disuguaglianze di genere, che sono alla base della cultura dello stupro e del femminicidio, sono uno squilibrio di potere. Solo l’eguaglianza reale può combatterle e per raggiungerla occorre l’impegno di tutti, oltre le istituzioni e le forze dell’ordine. Occorrono le donne ed il loro impegno a sapersi dimostrare madri dei migliori degli uomini, quelli che nelle donne sapranno rispecchiarsi ritrovandosi eguali. 

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