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Daily 4ward di Davide Conte del 3 dicembre 2022

Che lo “stile Juve” del compianto avvocato Gianni Agnelli si fosse dissolto da tempo ce ne siamo accorti un po’ tutti. I tempi cambiano, così come i giudici, i piemme, gli organi federali e la classe arbitrale. Ma anche l’appeal, la sudditanza psicologica, l’età, i medici sociali, il rendimento dei calciatori e tutto quanto, in qualche modo, concorreva a quel “vincere facile” a cui la vecchia signora aveva abituato i suoi presuntuosi beniamini.

Io sono garantista per natura e stile, ci mancherebbe altro, quindi non comincerò certamente oggi a puntare il dito contro il processo che vedrà protagonista il gotha del consiglio d’amministrazione bianconero appena dimessosi in vista della tempesta giudiziaria che ne avrebbe coinvolto i protagonisti di lì a breve. Ma è innegabile che tutta Italia e non solo, a giudicare dalle dichiarazioni provenienti dalla tutt’altro che adamantina Spagna calcistica nei giorni scorsi, vorrebbe per la seconda squadra di Torino una punizione esemplare, utile a dimostrare che se esistono delle regole, queste non possono essere sistematicamente infrante dalla legge del più forte. Perché il far west, in quanto “far”, è realmente lontano sia geograficamente che temporalmente dalla nostra realtà.

Alla mia età sono tutt’altro che affascinato dal calcio chiacchierato, ma credo che il caso specifico meriti una riflessione scevra dalla mia storica anti-juventinità! Con il processo alla Juventus, sedici anni dopo Calciopoli (che proprio una farsa, come qualcuno vuole far credere a tutti i costi, non è stata), si rischia di chiudere definitivamente una pagina amara del pallone tricolore che all’epoca, invece, si è risolta con due scudetti revocati ma affissi in casa, una retrocessione e l’immediato rientro nella massima serie, un po’ in stile “scurdammece ‘o passato” ma… riprendiamo da dove eravamo rimasti. E questo, legittimamente, tiene viva la speranza che se tutto sarà confermato in sentenza, si potrebbe finalmente ricominciare daccapo, confidando che il criterio del “chi sbaglia paga” cominci a funzionare davvero.

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