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martedì, Aprile 16, 2024

«DI TESTA NON SEGNAVO MAI…» Addio a Gennaro Illiano: suo il gol-promozione nel ‘65

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Daniele Fiore | Non potevo crederci, il gol più importante della storia dell’Ischia l’ho segnato di testa. Proprio io che di testa non segnavo mai». Questa frase, seguita da una divertita risata, ben rappresentano la semplicità e la simpatia di Gennaro Illiano, storico centravanti di un calcio romantico sempre più lontano (ahinoi!) da quello patinato e modaiolo di oggi. Ci ha lasciati ieri l’altro, e con lui un altro pezzo della magica storia dell’Ischia. Bacolese doc, Illiano aveva 84 anni.

Protagonista indiscusso delle indimenticabili finali della stagione ’64-’65, quelle che chiusero il lunghissimo periodo dilettantistico della squadra della nostra isola, per aprirne uno lungo ed importante che di fatto durò fino al 1998.
Lui che con la Puteolana segnò tantissimo, diventando una celebrità nei campionati regionali dell’epoca, nella stagione ’63-’64 si trasferisce all’Ischia dove in appena due stagioni colleziona 57 presenze, ma soprattutto segna la bellezza di 38 reti.

Già nella stagione d’esordio, Illiano diventa uno dei soli cinque calciatori nella storia gialloblù che ad oggi può vantare il primato in classifica cannonieri in un campionato. Ma è nella stagione successiva che fra le sue tante reti segna appunto quella di testa, per lui tanto rara quanto per “noi” importante, contro l’Angri al 116’ della seconda “bella” di quelle estenuanti finali regionali disputate al “Collana” di Napoli, che mettevano in palio l’accesso alla tanto bramata Serie D. Insieme a Salvatore Di Meglio, Antonio Barile, Giuseppe Zampillo, Renato Scaglione, Giuliano Spignese, Renato Tonon, Lillino e Peppino Abbandonato, Enrico D’Innocenti ed Alessandro Del Ruina, fa parte di un undici che tutti dovremmo ricordare con gratitudine ed affetto.

Con loro Ciro Barile e Raffaele Lupoli allenatori, Filippo Ferrandino direttore tecnico (a mo’ di Nereo Rocco) e Franco Di Manso presidente. Proprio con quella rete veramente fondamentale per lo sviluppo del calcio isolano si congeda dalla sua esperienza con l’Ischia. Sull’isola provò a rimanervi, tanto che se ne era innamorato, ma alla fine dovette andar via, lasciandoci però qui per sempre questo grande storico traguardo.

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