Ha iniziato la stagione come tecnico della prima squadra del Real Forio, poi è arrivata la decisione della società di separarsi ad annata in corso. Mister Giuseppe Billone Monti si è raccontato in una lunga intervista. Tanti temi snocciolati dall’allenatore: dal derby isolano in programma nel prossimo weekend allo straripante percorso della capolista, passando anche attraverso la sua esperienza sulla panchina biancoverde.
Partiamo subito dall’Ischia: più miracolo di Buonocore o di Taglialatela?
“Ischia è un contesto dove c’è da sette anni questa realtà creata da tifosi molto passionali, dopo tutti questi anni credo sia a buon punto. Si arriva in Serie D, vuol dire che è stato fatto tanto perché in sette anni non è mica facile arrivare da una Prima Categoria alla Serie D. Per il lavoro svolto, bisogna ringraziare in primis i tifosi, poi il presidente D’Abundo, quelli che ci sono adesso ovvero Carlino e il suo gruppo, principalmente Taglialatela che è stato l’uomo che, l’estate scorsa, ha preso in mano questa società. Assieme a Lubrano è stata costruita una squadra vincente, con i tasselli giusti e le caratteristiche adatte nei vari reparti. Poi è riuscito a mettere dentro Buonocore che è il primo tifoso, Taratà, Pesce, Migliaccio, Mennella. L’Ischia ha creato una bellissima situazione fatta da isolani tifosi di questa squadra e non è mancato mai nulla. Penso che il gruppo di Enrico (Buonocore, ndr) abbia fatto un cammino eccezionale. L’Ischia non ha perso neanche uno scontro diretto, anzi ha vinto e fatto qualche pareggio. Col Casoria, ad esempio, ha ottenuto il successo sia all’andata che al ritorno. Quando vinci tutti gli scontri diretti e ottieni punti, è quasi fatta. Diciamo quasi per scaramanzia”.
Hai visto in campo quest’Ischia?
“No, sempre in televisione. Ho visto partite intere e spezzoni, mi è sembrata una squadra completa in tutti i reparti, molto organizzata e che fa pressing con tutti i suoi effettivi. È una squadra che dà l’impressione di essere più forte dell’avversario, capace di mettere sotto tutti, sia quando ha giocato in casa sia in trasferta. Qualche piccola difficoltà che si è verificata, è normale: si tratta di un fatto fisiologico. Quando sono stato al Forio e l’Ischia ha giocato contro di noi, ha trovato delle difficoltà perché conoscendola bene abbiamo cercato di limitare i loro punti di forza. Sarà successo anche in qualche altra partita, ma è fisiologico. L’Ischia ha dimostrato di essere più forte di tutti. Ripeto, la cosa è più bella è che, da sette anni, questa squadra sta avendo una certa continuità sotto tutti gli aspetti: come fattore tecnico in campo e sull’aspetto organizzativo, il mantenimento degli impegni e non far mancare niente a nessuno, massaggiatori e magazzinieri. Insomma c’è un’organizzazione da categoria superiore”.
Ci hai giocato contro due volte questa stagione quando eri al Forio: che ricordo hai in merito?
“La prima partita, quella di Coppa, per settantacinque minuti abbiamo fatto benissimo, nonostante i nostri problemi. Poi siamo venuti un po’ meno fisicamente anche per il campo largo dell’Ischia o i piccoletti. Lì la squadra di Buonocore, nei settantacinque minuti, non mi ha fatto una grande impressione. Quest’ultima l’ho avuta dopo, durante il cammino in campionato. Si trattava comunque della prima partita stagionale, hanno vinto largamente e hanno portato il risultato a casa. Nella seconda partita, ripeto, c’è stato più attenzione tattica da parte nostra che ha limitato un po’ la prestazione dell’Ischia. Li conoscevamo bene, ci eravamo preparati così. Non potevamo fare altro, viste anche le note assenze, tra infortuni ed altre situazioni. Quindi abbiamo cercato di limitare le giocate dei gialloblù. Alla fine la grande squadra, anche con l’episodio, ha vinto il derby. In tante altre partite che ho visto, l’Ischia ha segnato tre o quattro gol, non concedendo nulla agli avversari. È una squadra che ha fatto benissimo. Ripeto, l’aspetto che più mi piace è il mix creato da Taglialatela. Ci sono ragazzi che, in base all’esperienza fatta, danno tanto alla causa”.
Prima di passare al capitolo Forio, una menzione per Ciro Simonetti: sono diciotto le reti messe a segno in campionato.
“È stato sempre un calciatore, per queste categorie, determinante in tutte le squadre in cui ha giocato. Poi qualche volta è stato coinvolto nei problemi societari della squadra dove ha militato. È stato sempre un ottimo elemento per queste categorie. Il problema è che se chiama l’Ischia, Simonetti accetta. Se lo chiamo io, Simonetti non accetta (ride, ndr). Il blasone fa la differenza”.
Brienza è un fattore importante dal punto di vista mentale?
“Assolutamente, sì. È importante non solo perché si tratta di Brienza, ma per le esperienze che ha accumulato, avendo giocato in Serie A e in categorie superiori, per quello che ti porta, per il carattere e per l’umiltà che ha. Brienza è rimasto quello che era da ragazzino, umile, un po’ riservato, tranquillo. L’esperienza ti può solo far bene, al di là del calciatore che non si discute. La presenza è importante”.
Capitolo Forio. Dopo l’esonero, è passato tempo dall’arrivo di Iervolino. Sembra abbia trovato le stesse difficoltà.
“Ho avuto carta bianca per fare la squadra e non sono riuscito a portare dei calciatori con determinate caratteristiche che ho contattato insieme a Vito Manna. Non era una questione di soldi, alcuni non ne volevano neppure parlare, ma di blasone e di vita quotidiana. Abbiamo avuto sempre squalifiche ed infortuni, alcuni dall’anno scorso, due giornate Iacono, cinque Castaldi, tre Sangare. Abbiamo avuto delle difficoltà e quindi la squadra non stava andando come pensavo potesse fare. È normale, ci può stare il cambio d’allenatore perché fa parte del gioco. In seguito, il Forio ha fatto acquisti importanti, come Guatieri o Delgado che ha già segnato quattro o cinque gol da difensore centrale. E ancora Martinelli, Sorriso, Capone, Filosa. La squadra è stata aggiustata. Il Forio, secondo me, sta facendo bene. Adesso ha una possibilità maggiore per evitare i playout anche perché Pomigliano e Villa Literno non sono le squadre dell’andata per le note vicissitudini societarie, quindi sono due posti che si vengono a liberare”.
L’hai rivisto giocare il Forio?
“Vedo qualche volta i filmati, ma non sono andato al Calise. Secondo me sta facendo bene. Avendo avuto quel problema iniziale, per strada si sono dovute rimescolare le carte e prendere altre cinque o sei persone. Il Forio sta lavorando bene, vanno fatti i complimenti alla società, allo staff e al presidente che è molto personale. L’ho conosciuto poco, ma gli auguro di poter costruire qualcosa per puntare in alto. Il tutto però, secondo me, passa dalla ristrutturazione del campo sportivo: ci vuole una struttura più accogliente e funzionale, meno trafficata rispetto ad oggi. Ci vuole l’apertura del campo sportivo a Panza per dividere un po’ le squadre: il presidente è la persona giusta, ha le capacità per portare il Forio in alto”.
Se dovessi dare un consiglio al Forio per affrontare questo derby? Come ti saresti comportato?
“Cosa farei io è un altro discorso, ogni allenatore ha il suo modus operandi e le sue idee. Ho sempre rispettato tutto e tutti, forse qualche volta non sono stato rispettato e non so il motivo. Non ho mai parlato del mio predecessore. Forse qualche volta mi sono scontrato e ho parlato della persona, dell’uomo in generale, ma mai di quello che uno vuole fare o di quello che uno pensa. Ognuno ha il suo modo di fare, i risultati dicono se hai fatto bene o male. Le chiacchiere le porta via il vento”.
Qual è l’arma per fermare quest’Ischia?
“All’andata abbiamo cercato di bloccare le loro fonti di gioco o d’inserimento, quali Trofa, Florio o Simonetti. Abbiamo tentato di ridurre queste loro potenzialità, cercando di guardarli sempre in fase di non possesso. Ci siamo riusciti quasi, il gol è stato un infortunio su una respinta corta”.
Un commento sul Girone A che ha riservato diverse sorprese, anche nei risultati.
“L’ho detto all’inizio: è un girone durissimo, molto difficile nella fase d’andata. Tutte le squadre si organizzano, prendono buoni giocatori e poi alcune arrivano a dicembre e, visto che non possono tagliare dei traguardi, vengono meno. Una cosa è giocare col Villa Literno di ottobre e un’altra farlo contro l’attuale squadra che sta avendo delle difficoltà. Fino a dicembre è stato un girone di ferro. Poi nel girone di ritorno cambia sempre qualcosa dal punto di vista delle motivazioni. Si può fare risultato con squadre con poca voglia”.
Una battuta su Elly Schlein.
“Sì, mi piace per quello che dice, poi bisogna vedere se mette in pratica: ridurre le diseguaglianze sociali, salario minimo, ambiente. D’altronde, è quello che ci chiede l’Europa. Tutti parlano dei 209 miliardi che ci dà l’Europa, ma nessuno dice che la Carta europea per darti queste situazioni mette al primo posto il rispetto dei diritti umani, altrimenti non concede nulla. Sono morte tutte quelle persone in mare, ma quanti conoscono il Trattato di Dublino o la Convenzione di Amburgo?”.