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sabato, Aprile 20, 2024

Demolizioni a Citara, Lamonica pronto ad affidare i lavori!

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Forio. Il bubbone suolo pubblico è scoppiato. Giacinto Mattera intanto ha chiesto di autodemolire i bagni accanto a Teresa. Ma dai chioschi di Citara il problema ha ormai coinvolto l’intero territorio. Mentre strutture storiche sono a rischio la politica continua a gingillarsi. Un nuovo regolamento è ancora di là da venire. Vito Iacono indica alcune soluzioni, ma soprattutto invita ad agire in fretta per non mettere in ginocchio l’economia foriana

 

 

Il bubbone delle occupazioni di suolo pubblico ormai è scoppiato. Il caso nato la scorsa estate sta per avvelenare la prossima stagione turistica foriana, a conferma delle più buie previsioni. Il caso dei chioschi di Citara, scoppiato con la denuncia di Teresa Del Deo, ha prodotto una reazione a catena che adesso nessuno sembra più in grado di fermare. La contrapposizione con “Il Panino” di Giacinto Mattera ha dato la stura a una serie di provvedimenti del Comune, messo con le spalle al muro. Tutti quegli operatori che hanno occupato abusivamente il suolo pubblico con strutture fisse, in violazione del regolamento comunale, sono in pericolo. A Citara erano in quattro ad aver realizzato delle strutture fisse non in regola (pedane, tende, ecc.). Ricevendo un provvedimento di revoca delle occupazioni di suolo pubblico. Ma tre di loro, Giacinto Mattera, Carmela Sacchetti e Giuseppina Monti, non avendo ottemperato all’ordine di smantellare le strutture difformi. Incorrendo già alla fine dell’estate nel provvedimento di rimozione coatta.

Il Comune, messo con le spalle al muro dalla denuncia di Teresa, non può più fare retromarcia. Intanto Giacinto Mattera ha chiesto di poter autodemolire i bagni vicini all’attività di Teresa Del Deo. Ma dall’altro lato, dalle stanze del municipio, sta per calare la scure annunciata. Infatti Lamonica è pronto a firmare l’affidamento dei lavori di demolizione dei chioschi. La spesa, 40.000 euro, era già stata impegnata.

L’aspetto dirompente del caso è che coinvolge non più solo Citara, ma anche altre zone di Forio, comprese le strutture storiche ubicate su via Marina. Attività divenute punto di riferimento per turisti e villeggianti e pilastri dell’economia locale. Il nodo del problema è il regolamento comunale per l’occupazione di suolo pubblico, che non prevede strutture fisse. Una spada di Damocle che incombe sull’economia foriana che come al solito trova impreparata la classe politica. L’iniziativa di un nuovo regolamento da redigere, con tempi lunghi, sembra una soluzione di facciata, che non dà risposte certe in vista dell’inizio della nuova stagione turistica. E’ bastata una denuncia a far scoppiare la bomba, a costringere gli amministratori a ricordarsi del ripristino della legalità, dopo che avevano ignorato il problema per anni e anni. Chiusure d’occhi che avevano fatto credere ai diretti interessati che i loro chioschi a Citara fossero al sicuro. E perciò avevano insistito nell’ignorare gli ordini provenienti dagli uffici comunali. Invece adesso andranno giù, e non solo quelli. Sono tanti gli operatori foriani che non dormono sonni tranquilli e la prossima estate rischia di essere la più nera della storia foriana. Con numerose attività al collasso.

In attesa di un nuovo regolamento che potrebbe prevedere l’installazione di strutture semifisse, in attesa che gli amministratori agiscano concretamente negli interessi della comunità e non con logiche solo politiche, la stagione sta per iniziare. Urge una soluzione che però sembra destinata a non arrivare. A dimostrazione di una incapacità politica a gestire la vita del paese.

Una questione che non lascia indifferente il consigliere di opposizione Vito Iacono. Che nel rispetto del mandato conferitogli dagli elettori si sta impegnando per cercare una soluzione al nodo suolo pubblico: «Sto provando a studiare una soluzione rispettosa della legge, ma anche delle legittime aspettative di imprenditori e lavoratori le cui sorti dipendono dall’esito dell’attività amministrativa e della proposta politica ferma al palo ormai da troppo tempo», dichiara. Non lesinando frecciate a chi evidentemente non ha a cuore le sorti della comunità: «Non commento il silenzio ineducato di soggetti neanche degni di citazioni, li farei solo salire agli onori della cronaca. Meglio se restano nell’oblio e nell’insussistenza».

Il tempo stringe. Perciò Iacono ribadisce: «Qualcosa bisogna pur fare, oltre alle attività “tranquillizzanti” del sindaco e dei suoi».

Equalche proposta in merito il consigliere di opposizione la lancia, per poter salvare l’economia foriana. Come ad esempio «la opportunità/di acquisizione al patrimonio comunale delle strutture abusive e la possibilità di cederle successivamente in concessione di uso temporaneo ed oneroso». Per non far rischiare il tracollo a tante famiglie.

La questione ad ogni modo presenta diversi aspetti complessi: «Vi è comunque un problema che riguarda l’estetica cittadina, il suo regolamento, eventuali necessari interventi di adeguamento delle strutture», spiega. Ma non per questo si può rimanere inerti come sta facendo la classe politica che amministra: «Qualcosa bisognerà pure fare oltre a stare zitti, far finta di niente, accontentarsi di una imbarazzante “pacca sulla spalla”!». Del Deo e compagni, rimarca Vito Iacono, «sfuggono al confronto». Come al solito. Lui cercherà di affrontare la questione nel prossimo Consiglio comunale, ammesso che glielo consentano. Intanto, Forio muore.

 

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