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venerdì, Marzo 29, 2024

Da Piano Liguori a Punta Chiarito: la mappa degli interventi per l’isola che “frana”

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Le parole “dissesto idrogeologico” sono ben note, purtroppo, a tutti noi isolani. Non vi è inverno o coda d’estate, nubifragio o cantiere stradale, che non riporti il tema del dissesto idrogeologico agli onori della cronaca, con tutto ciò che comporta.

Ischia, l’intera isola d’Ischia è per sua costituzione a concreto rischio idrogeologico con aree più sensibili rispetto ad altre, un rischio che viene condiviso da tutti i comuni isolani. Le pagine di cronaca degli ultimi anni, vuoi per il cambiamento inaspettato del clima o vuoi per una gestione diversa del territorio stesso, sono piene di episodi che riportano la pericolosità dei fenomeni legati al dissesto idrogeologico. Pericolosità che a volte hanno portato anche alla tragica morte di nostri concittadini, travolti in pieno da fiumi di fango staccatesi da costoni o formatisi in vallate.

Grazie ai dati messi a disposizione dagli enti, in virtù della trasparenza amministrativa, è possibile vedere come gli enti stessi siano impegnati economicamente nel continuo fronteggiare le emergenze del dissesto idrogeologico e non solo.

Iniziamo col vedere la percentuale di territorio isolano consumato nel vero senso della parola. Ci riferiamo all’usura materiale dell’isola in sé, dovuta non solo ai fenomeni di dissesto, ma anche allo sviluppo economico dell’area.

Ischia rientra nella fascia più alta di usura, con una percentuale che oscilla tra il 10.51% e il 34.67%, dati in linea con l’intera Regione Campania e che collocano Ischia tra le aree più densamente “consumate” ed indicate con un rosso vivo sulla cartina interattiva realizzata.

Spostiamoci ora a considerare le risorse finanziarie impiegate.

Secondo i dati incrociati, la nostra isola rientra nella penultima fascia di investimenti, con una somma racchiusa tra i 72.808.926 euro e i 204.085.949 euro. Cifre molto alte per il nostro territorio, che incidono sulla cassa dei nostri comuni.

Molto interessante è, poi, la possibilità data dal portale “Italia Sicura” di poter visualizzare una mappa interattiva con la quale selezionare l’area di interesse e visionare i cantieri in corso o in progettazione, con anche l’indicazione degli importi attribuiti.

Iniziamo con il comune di Ischia. Nell’area di San Michele risulta, per l’incrocio di dati fornito, un importo ripartito di 1.500.000 euro per un intervento di riduzione dell’erosione e di stabilizzazione dei versanti. Sempre nel comune di Ischia, ma nelle prossimità di Piano Liguori vi è un cantiere cui è stato abbinato un importo ripartito di 1.463.616 euro per la realizzazione di muro di sostegno in c.a., tiranti di ancoraggio, interventi di disgaggio e rete paramassi sul costone, trincea drenante e cunetta in pietrame per la raccolta delle acque superficiali. L’ultimo cantiere ad Ischia, poi, vede l’attribuzione di 1.173.632 euro per la realizzazione di muro di sostegno in pietrame, consolidamento con miscele, applicazione di rete elettrosaldata, ripristino e manutenzione del Canale del Genio Civile a via Quercia.

Nel vicino comune di Casamicciola Terme vi sono 259.800 euro per la messa in sicurezza della zona costiera e 3.100.000 euro per l’intervento di riduzione dell’erosione e di stabilizzazione dei versanti nell’area sovrastante Piazza Bagni.

A Forio, nella zona interna, vi sono, poi, 1.992.544 euro per una serie di interventi che vedono la realizzazione di briglie in legname e pietrame, vasca di laminazione, sistemazione dei versanti con opere di ingegneria naturalistica (viminate e fascinate), risagomatura ed adeguamento del canale tombato sottostante via Monterone.

Sempre a Forio, ma a Punta Chiarito, vi è poi un cantiere con un importo di 516.456 euro circa per la sistemazione dissesto nell’area.

Cifre molto alte che vedono, di conseguenza un impegno economico molto grande per le autorità. Interventi su interventi, di natura diversa, che però non riescono ad impedire il verificarsi di tragici eventi legati al dissesto idrogeologico, cosa che spinge a chiedersi, davvero, quali possano essere le possibili soluzioni al problema e cosa fare per diffondere una maggiore conoscenza del territorio e della pericolosità dello stesso.

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