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sabato, Aprile 20, 2024

Cucù, la Cappella non c’è più. Perché il prete osanna il sindaco?

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Due domeniche, fa, dopo il solito predicozzo molto “focky” del buon Emanuel Monte, molti “chiesani” della parrocchia che cura l’ex parroco di Fiaiano, ma anche quelli che fanno il tifo per il trendy-don, sono rimasti colpiti dallo slancio pro Sindaco Francesco Del Deo che è andato molto fuori dagli schemi.

Una sorta di endorsement ingiustificato che ha colto di sorpresa tutti i presenti. Ovviamente quelli non catechetizzati al silenzio, al capo chino e al grido “viva il parroco”. Passano le ore, le nubi della casta si diradano e un rumors sostenuto inizia a circolare per la piazza.

“Ma è ver’ che il sindaco ha aiutato il prete con la nuova proprietà che ha ereditato?” E così, di piazza in piazza, di vicolo in vicolo, di chiesano in chiesano la voce si è allargata a macchia d’olio. Non olio santo, magari olio vegetale per non dire esausto! Domani, forse, però, il buon Emanuel (che ha scambiato il pulpito della chiesa per il pulpito dei comizi) potrebbe fare chiarezza e ci potrebbe raccontare come sono andate le cose in merito alla proprietà dei Fratelli Monte tra “la via Chiena e la via Carano”.

Navigando il web e seguendo i rumors foriani circolano troppe voci ed è quanto mai opportuno che il prete faccia chiarezza. Dallo stesso pulpito (proprio quello che ha usato per definirci spiriti-qualcosa quando i suoi fedeli raccoglievano firme contro il suo modo di fare) con cui ha sviolinato il sindaco Del Deo.

Nel merito, per provare a fare chiarezza, c’è una discussione social che merita risposte.

«Qualcuno sa dirmi – scrive un utente social – perché sia stato demolito questo antico fabbricato, posto a Forio tra la via Chiena e la via Carano, che costituiva una stupenda cappella, pure di non modeste dimensioni, di proprietà privata ma un tempo adibito al culto pubblico e dove si celebravano finanche e spessissimo le Messe? Nessuno delle autorità competenti a proteggere il patrimonio storico-architettonico è mai intervenuto? Ricordo con nostalgia quando da piccola ci passavo in macchina e l’ammiravo. Sbaglio o fra i titolari del cespite in questione c’è un prete? Vabbè, quegli sta mandando in rovina le chiese della parrocchia a lui affidata, figuriamoci se in casa propria non fa quello che gli pare e piace. Al suo posto ne uscirebbe una bella dependance di albergo. La location è tranquilla ed ideale”.

Un missile terra aria che, se verificato sarebbe di una gravità enorme. Davvero qualcuno dal comune di Forio ha autorizzato che una Cappella venisse distrutta senza nessun tentativo di salvare il bene storico?

Davvero è stata organizzata e autorizzata la demolizione di una chiesa? Chi? Come? Quando?

Non si poteva salvare? Nessun ente pubblico poteva intervenire a difesa di un bene che, nonostante il suo essere privato, ha avuto un ruolo pubblico?

Un altro utente aggiunge: “Era dedicata a San Venanzio. La mia bisnonna materna abitava affianco. Ci passavo di fianco sempre andando a Cava. Me la ricordo ancora intera e col portone scalcagnato. Poi divelto il portone ricordo anche qualche timido affresco…”

E così, tra chiesani, c’è anche chi aggiunge che “La costruzione fu fatta dal nonno del prete, per ingraziarsi Dio, in epoca in cui il D’Ascia già era scomparso”.

Siamo sicuri che tra una maledizione e l’altra come ha già fatto durante San Sebastiano, don Emanuel domani mattina, salirà sul pulpito e farà chiarezza sulla Cappella di San Venanzio. O c’è qualcosa da nascondere?

O, se proprio non vuole parlare della nuova eredità, magari ci può spiegare perché ha sviolinato il sindaco Del Deo. Magari, torniamo ad essere “chiesa libera in libero stato”.

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