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giovedì, Marzo 28, 2024

#CrolloCapricho. La cupola viene giù? Nessuna meraviglia!

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Il Fondo di IDA TROFA | E’ crollata la cupola d’ingresso del Capricho, c’è chi si meraviglia come scosso da un improvviso torpore. Ma dove eravate quando pochi mesi fa crollava la cupola lato dell’ingresso secondario, dove ancora un miracolo salvò un senza tetto che aveva trovato riparo per la notte? E’ caduto solo il pezzo più evidente di un pericolo chiaro, lasciato colpevolmente dalle autorità al libero uso. E ciò incuranti, fingendo di non vedere, la minaccia palese alla pubblica e privata incolumità. Solo una mera e scandalosa speculazione elettorale spinge a sfidare la sorte a sbeffeggiare le regole, il buon senso, per una tutela minima della salute pubblica. Ho negli occhi lo sguardo gioiso e inconsapevole delle centinaia di bambini che tutti i giorni affollano quei luoghi, giocano a pallone, si fermavano su per le scale. Ho negli occhi la folla del Natale, del Capodanno. Il chiasso di un roboante congresso UDC voluto nei locali del complesso, per non parlare delle catechesi religiose e delle mostre… Ho nelle orecchie le bugie di chi alimenta le speranze delle gente solo per occupare le poltrone e muovere le fila nelle stanze dei bottoni a Palazzo Bellavista. L’evidenza di chi si arrende e subisce il degrado di ogni senso comune, di quei politici che si arrendono non lasciando alternative, se non il deterioramento, alla gente. Tengo per me il resto.
Questa estate saranno quattro le estati passate con il Capricho Chiuso. Alla fine, dopo decenni di lotte intestine e di beceri interessi personalistici, di guerre politiche e non, anche il Cavaliere Calise, unico nel bene e nel male a garantire il Capricho, non ha retto più il peso della gestione di uno stabile di cui ci si ricorda solo in campagna elettorale, proiettando di fatto Casamicciola verso il suo “Nuovo Pio Monte”. Oggi stiamo qui a raccontare la cronaca di un miracolo. Il Capricho, non vi è traccia tra gli atti del Municipio, è sprovvisto delle necessarie agibilità! Chi con superficialità ha consentito l’uso dello stabile chi ha speculato in campagna elettorale e continua, lo fa puntando sulla pelle dei cittadini, troppo spesso bambini inermi. Politici che senza alcun controllo, anche da parte delle autorità preposte, hanno fatto si che una struttura fatiscente insicura ed insalubre venisse utilizzata per attività di ogni genere dal ludico, al politico finendo per i consigli comunali.
Cittadini che forse anche con superficialità hanno frequentato i luoghi, ma per i quali l’amministrazione locale non ha fatto nulla se non marketing di basso livello e fantozziane campagne al voto.
Lo stabile deve essere messo in sicurezza. Il comune non ha nè le risorse, nè il metodo, nè sopratutto la titolarità per farlo. Il cespite è del demanio e Giovan Battista Castagna con i suoi assessori nega l’evidenza
E’ crollata la cupola d’ingresso, la seconda a seguire il crollo della cupola al lato interno sull’ingresso dinanzi alle Poste, ma è solo la punta dell’iceberg di una struttura pericolosissima dove si registrano infiltrazioni e solai cadenti in ogni punto sopratutto nei saloni. Chi asserisce il contrario fa demagogia rischiando che ci scappi la tragedia!
Vorrei indurre il lettore ad una riflessione.
Secondo il paradosso di un certo circolo di pensiero, la Calise snc era il nemico da cacciare con una richiesta di risarcimento per fitti non pagati da 4milioni di €. Il comune in ciò, seguendo tale logica, aveva le carte in regola per la gestione, era il padrone. Non c’è nessun debito con il demanio o nessun bene da restituire o acquisire dal demanio per tramite la sdemanializzazione. Questa è la tesi di chi ha gestito ed attualmente gestisce il paese, motivo e vanto di una ammiccante campagna elettorale. Questo prima del crollo.
Vincenzo D’Ambrosio da sindaco del paese, al culmine di una estenuante querelle giudiziaria proprio con la Calise snc, tentò la vendita o la nuova locazione per il dopo Calise, sostenendo che il bene era di proprietà del’Ente Locale. Intanto la Marina Mercantile presentò il conto per l’uso improprio dei siti demaniali chiedendo circa 2milioni e 100mila euro in canoni mai versati.
Nel frattempo Calise, a cui si imputavano mancati pagamenti ed omissioni avverso il comune, accettò di prorogare la via della gestione temporanea estiva per circa 25mila€ trimestrale ed evitare la distruzione di un patrimonio di inestimabile valore anche per la comunità.
La vendita, le locazioni, visti gli alti costi delle valutazioni UTE, fallirono miseramente e agli atti pende ancora la richiesta di risarcimento per l’indebita occupazione avanzata dalla Marina Mercantile. Nel frattempo subentrò un sindaco con una amministrazione “cattiva” a cui sostituirsi in ogni luogo ed in ogni dove, benchè alla stessa appartenessero molti dei gerarchi ancora in carica.
Sostenendo tesi contrarie, Arnaldo Ferrandino, optò infatti per la via diretta avviando le procedure di sdemanializzazione con i funzionari del Demanio. Quest’ultimo batteva cassa e rivendicava la titolarità. La cosa fece storcere il naso ai suoi stessi compagni di schieramento, uno a caso, l’attuale sindaco Giovan Battista Castagna che riteneva al contrario di avere la bacchetta magica e di non dover dar conto a nessun di cosa sarebbe stato di quello stabile forti di una parere legale, acquisto pagato con i soldi dei cittadini profumatamente, ma di fatto mai concretamente funzionale alla causa .
Nel mentre si era riusciti a strappare solo un anno di contratto a Calise, che dopo il 2012 non ha voluto più saperne. Ferrandino, attirandosi le ire e le beffe dei grandi pensatori, perso Calise e qualsiasi altro potenziale gestore pagante, intese interdire il sito chiudendo le aree a rischio con grate. Questo non potendo il comune sostenere i costi della gestione o l’attività di guardiana. La chiusura era finalizzata alla messa in sicurezza e trovare la soluzione alla pratica burocratica del Capricho.
A Ferrandino, il sindaco “cattivo” delle grate al Capricho, ma anche al “democratico” D’Ambrosio che almeno tenne viva una parvenza di speranza, si sostituiti con merito plebiscitario l’operazione Kennedy.
Un colpo di bacchetta magica e alle porte della balera si presentata la nuova amministrazione che lava,stira, pulisce i vetri e ridona il Capricho alla comunità con un colpo di bacchetta. Meno male che il colpo non è caduto in testa a nessuno.
Il resto storia nota, come il perché l’area Patrimonio del Municipio non intervenga direttamente sulla questione agibilità lasciando a Castagna la firma delle autorizzazioni all’utilizzo (qualora ci siano). Come è noto e strumentale il perchè si continuino ad utilizzare le forniture idriche ed elettriche ancora intestate all’utenza Calise snc. Il perchè la comunità deve pagare consulenti, avvocati pareri e ogni genere di vitalizio ai soliti noti per ottenere un bel nulla in cambio,anzi rischiando la pelle sotto le macerie della cosa pubblica.
Siamo al febbraio 2016 a raccontare di crolli, di cose fatte, di cose non dette, di contenziosi e del senso di amministrare la cosa pubblica. Stiamo qui a sorbirci le palle degli assessori, mentre il sindaco resta schiacciato dal peso della sua inerzia, che ancora ci raccontano e si raccontano di andare in missione presso fantomatiche istituzioni per il bene del paese e del Capricho. Incontrano gente visitano uffici a Autorità forse per strappare applausi, li dove non c’è la applaudire, ma solo da prendersi a schiaffi. Cosa, dunque, in questi anni di sterile agire ha senso?
AVEVA UN SENSO chiudere le aree a rischio e tutelare la salute dei cittadini o sorridere, far finta che è tutto a posto, fotografarsi in foto da rotocalco mentre i bambini sfilano in passerella? Vorrei trovare un senso li dove un senso non c’è!

1 COMMENT

  1. Cara giornalista Ida, alla tua ricostruzione dei fatti ed alle tue eleganti e toccanti parole non ho da aggiungere altro se non congratularmi per la capacità e la signorilità che hai avuto per denunciare inerzie, irresponsabilità, omissioni e complicità che accomunano tanti politici ed amministratori che sanno fare solo i galli sull’immondizia.
    Il caso del Capricho è emblematico di un modo di fare e di agire che si trasferisce in tante altre realtà e tematiche ed i problemi di sempre si accumulano negli anni affidando spesso alla ” tinteggiatura ” la possibilità di emergere e di rappresentare il nuovo.
    Penso all’urbanistica dell’intera isola che ancora conserva, là dove è stata definita, i confini amministrativi; penso alla gestione termale che viaggia sull’iniziativa individuale senza alcune indicazioni di fondo unificanti e di conservazione di un bene inestimabile; penso alle sorgenti fredde inutilizzate che pure altrove senza avere le nostre proprietà terapeutiche ben evidenziate dal compianto Mancioli diventalo il richiamo turistico per la salute; penso alla sanità ed alle tante sue problematiche che si trascina nel tempo nella precarietà e nella subcultura dell’emergenza e e dell’impreovvisazione; penso a politiche di sviluppo che nicchiano nei cassetti, che non coinvolgono la popolazione e che diventano spesso solo accaparramenti di soldi da parte di qualche imprenditore mentre il politico istituzionale perde tempo a distinguersi e/o ad accaparrarsi i favori di qualche regionale per sopravvivere; penso ai trasporti marittimi che oltre all’inerzia istituzionale di fronte a politiche regionali di basso profilo se non dannose, vedono il silenzio interessato degli’imprenditori isolani lasciando che ognuno si accaparri un vantaggio privato ai danni dell’interesse collettivo; penso ai depuratori che viaggiano a velocità ridottissime pur essendo incidenti e non poco sulla nostra salute e sulla nostra economia, penso a porti che non trovano una giusta definizione e che i pochi interventi che hanno producono soli profitti per alcuni, penso …
    Penso che sia ora che l’isola s’indigni e alzi la testa prima che la contaminazione infetti anche i giovanissimi che son ancora nelle culle!

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