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sabato, Aprile 20, 2024

Crisi di mezza stagione per Giacomo Pascale. Il “Barone” scricchiola…

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Ida Trofa | Chi ha vinto. Chi ha perso. Il 4-0 che Giacomo Pascale ha incassato tra urne e contese giudiziarie in questo anno e più di “elezioni” e campagne di voto a Lacco Ameno non danno l’idea della partita. Un’idea reale di quello che sta accadendo all’ombra del Fungo. La vittoria del “Barone” rappresenta una delle vittorie più clamorose della storia locale. Ed è nel contempo una delle più umilianti sconfitte della buon amministrazione, piegata all’assenza totale di politica e cultura del dialogo, ferma ad un metodo ideologico e intransigente, sicuramente non alla portata di un personaggio per così dire aperto e, diciamo pure, complesso come Giacomo Pascale.
Il Pascale 2.0 non risolve, insomma, il nodo della governabilità e della buona amministrazione all’ombra del Fungo.

Incassata la vittoria, il “Barone” scricchiola al grido di libertà, libertà. In particolare i disastri del porto turistico e degli incarichi di favore promessi a destra e a manca a familiari e affini, il legame stretto, troppo stretto con il “Papa” foriano Francesco Del Deo, pesano sul leader lacchese che ambisce a ben altri palcoscenici che quelli della gestione di un miscuglio di soggetti e neofiti mandati allo sbaraglio nel governo della cosa pubblica, con grave rischio per il paese interessato oltre che per sé stessi.

E’ crisi tra un assunzione e un ormeggio
E’ crisi dunque. E’ servito meno di un anno per mandare a carte quarantotto tutto quanto di buono costruito, se c’è, con la ferma volontà di colpire al fondo schiena, andando diritto al punto, al nemico numero uno: Domenico De Siano.
Così mentre Giacomo Pascale tiene tutto già pronto per assumere consiglieri comunali di Forio (a giorni l’ingresso in pianta organica di Manuela Arturo con lo scorrimento della graduatoria ed un part time comodo, comodo con l’“annullamento – rinuncia” del relativo ricorso al TAR) il vero problema per Lacco Ameno sono le liti costanti e continue del melting pot amalgamatosi contro il feudatario, l’inviso senatore azzurro che aveva prima concesso e poi tolto la poltrona all’attuale sindaco.
Non a caso il posto della Arturo è da tempo bramato dal piccolo di casa Giacinto Calise, il fratello commercialista dell’assessore, Gianni.
Era ben chiaro, forse da subito, che non c’è sintonia tra il metodo Pascale, fatto di equilibri studiati, politica, mediazione e l’irruenza, i dictat e le impuntature dei consiglieri comunali più giovani e meno avvezzi a quella che è la conduzione della cosa publica. Di qualsiasi cosa si tratti, dal piccolo esercito dell’essere eletto dal popolo e dunque chiamato a rappresentarlo, fino alla spartizione del potere, degli appalti e dei posti di lavoro. Parlare poi di spartizioni, affarucci spiccioli e creste varie sarebbe arduo in questa fase.

Tavolo al ristorante per due ai piedi del Green Flash
Così, da un lato c’è chi corre la maratona, dall’altro i centometristi che vorrebbero tutto e subito. Due modelli che non si conciliano e come sul caso porto creano danni al paese e alla sua economia. A testimoniare la crisi, non ci sono solo i volti testi e il continuo svolazzare in vespa (color verde Forio) tra Piazza Santa Restituta ed la sede del Green Flash, ma anche le costanti liti e i pranzi galeotti.
E’assurto alle cronache il pasto pubblico sul litorale di Forio tra il sindaco Pascale e un ex consigliere comunale di minoranza ora sua spina nel fianco, Giovanni De Siano. Non è passato inosservato il tavolo tenuto da Ciccio, organizzato dai due proprio sotto al municipio turrita. Chiamatele casualità!

Da Ciccio per tentare di ragionare
Al tavolo da Ciccio, i presenti hanno più volte sentito il sindaco tentare di indurre al ragionamento il suo consigliere. “Voi dovete ragionare” avrebbe ripetuto più volte Pascale aggiungendo poi: “Non potete fare cosi…”. Mentre dall’altro lato, De Siano, avrebbe più volte ripetuto: “Noi ti abbiamo portato a fare il sindaco”.
La questione al tavolo sembrerebbe condurre nella direzione dello spinoso nodo porto che vede in grossa difficoltà Pascale e di rimando il suo entourage.
Se così fosse, tra un rischio concreto di incriminazione per le denunce e per la sostanza dei procedimenti giudiziari e l’accordo per dare ad ognuno la sua fetta della torta come è accaduto si qui, la scelta appare più che ovvia. Almeno appare a chi rischia il fondo schiena sull’affare approdi. Dall’altro lato anche la questione assunzioni ed incarichi di prestigio è un fatto che turba i sonni di molti inquilini della torre lacchese e di certo non quieta gli animi di chi eletto non può che stare a guardare i più esperti e navigati tessere le proprie trame e gestire tutto il potere.

Lodo o non lodo
E’ notorio come il De Siano si sia impegnato nel progetto di togliere alla Marina di Capitello Scarl di Giuseppe Perrella, uomo del senatore De Siano, lo scalo lacchese.
In queste settimane, proprio sullo scalo e i molteplici ambiti in cui la magistratura ne dibatte, si sta giocando una partita cruciale non solo per la gestione del porto con o senza Perrella, ma per il futuro e le implicazioni di molti esponenti politici ivi compreso Giacomo Pascale, passando per il fu capo degli affari pubblici Gaetano Grasso e fino al segretario comunale ora emigrato a Ischia, Francesco Ciampi. Su loro pendono pesanti accuse nel merito dei magheggi messi in atto per l’affidamento del porto turistico ed il famigerato Project Financing. E fu proprio Giovanni De Siano con Carmine Monti a formulare gli esposti. Dal Tribunale e dalle accuse per appalti pilotati fino al Lodo e al risarcimento per danni richiesto dal Perrella il passo è breve. Tra pochi giorni, a novembre, si dovrà decidere nel merito delld richieste avanzate dal legale rappresentante della Marina di Capitello Scarl per lasciare lo scalo. Ovvero: un risarcimento da oltre 700mila euro oppure la transazione.
In entrambi i casi Giovanni De Siano non ammette punti di contatto. Così Giacomo è con le scolle in fronte e tenta, strenuamente, di convincere i ragazzi a mediare e trattare. Il Barone tenta vanamente di farli ragionare motu proprio.

Il gruppo dei tre. Non solo porto
A quanto ci è dato apprendere Giovanni De Siano sarebbe unitamente a Dante De Luise uno dei tre membri del gruppo di dissidenti. Il terzo varia a seconda delle pretese, dal buon assessore Calise, passando per il non assessore Piero Monti fino alla dottoressa Pelo Monti. Insomma un mix variegato. Fatto sta che sistemato per un po’ il Dante De Luise, le richieste più spinose e complicate da riscontrare sono quelle di Giovanni.

Il paradosso e il fantasma
Paradossi Lacchesi. Il Barone rischia l’incriminazione sulla scorta delle denunce di un ex consigliere di minoranza ora esponente di spicco e corpo morto, per usare un termine marinaresco, della sua maggioranza, edizione 2021.

Contestualmente tenta di convincere lo stesso a fare un passo indietro e trovare una via di mezzo per evitare il tracollo e la disfatta pascaliana sul porto concesso all’uomo di Domenico De Siano. Quasi un fantasma che li perseguita. Altro che libertà libertà. Pascale voleva le mani libere. Ora invece è legato mani e piedi.

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