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giovedì, Aprile 25, 2024

Covid-19, l’ASL a scoppio ritardato. Ma il primo caso, come sta?

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In quarantena alcuni lavoratori del Sebon e chiusura per la sanificazione del supermercato: c’è un caso positivo. Riscontrato dopo molti giorni dopo la diffida penale di un avvocato e dopo la nostra denuncia!

Gaetano Di Meglio | Barano d’Ischia, venerdì 13 marzo: Ischia scopre il suo primo caso di cittadino positivo al tampone Covid-19. Un giovane di Barano d’Ischia di ritorno da un lungo viaggio. Da allora, oltre a vergognose derive di delazione e di una vicenda familiare molto travagliata a causa delle condizioni sanitarie di uno dei familiari, il silenzio.
La Regione Campania ci racconta, ogni giorno, il numero dei positivi, dei ricoverati, dei deceduti e dei guariti. E il nostro primo caso? Il nostro “Paziente 1”? Nessuno sa nulla.

Però, ieri, il 5 aprile, quasi un mese dopo, l’ASL ci notizia che “partirà nei prossimi giorni un servizio nuovo, primo di questo tipo in regione Campania. Un’equipe dell’ospedale Rizzoli composta da due medici infettivologi/internisti e un infermiere visiteranno a casa tutti i pazienti COVID positivi e li arruoleranno in un percorso terapeutico condiviso con il Medico di Famiglia. Nel corso della visita saranno effettuati tutti gli esami diagnostici utili a verificare lo stato di salute dell’assistito tra cui: un’esame ecografico per monitorare lo stato dei polmoni, uno strumento portatile per l’emogasanalisi, un prelievo ematico, un test istantaneo per verificare il livello degli anticorpi al COVID19. L’equipe prescriverà il percorso terapeutico più opportuno e consegnerà al paziente i farmaci necessari. Il percorso sarà condiviso coi Medici di Famiglia del territorio».

Già, nei prossimi giorni. Una speranza per i tanti cittadini ischitani che si trovano a combattere sia contro il virus sia contro l’assenza e il ritardo dell’Asl.
Un silenzio pesante che prova a nascondere magagne e ruote marce di un sistema che non funziona.
Un sistema inceppato, nonostante la piccola porzione di territorio e il piccolo numero di casi che, ancora oggi, non ha reso noto quale sia stato il suo operato. I sindaci avevano denunciato, nei giorni scorsi, che oltre 40 tamponi non erano stati ancora esitati. Ma quanti tamponi sono stati effettuati fino ad oggi? Un dato che dovremmo sapere, soprattutto perché, “da sabato scorso sull’isola di Ischia è attiva una nuova ambulanza dedicata esclusivamente all’effettuazione dei tamponi a domicilio.”.

Quindi un’unità che dovrebbe aumentare e migliorare la prestazione più delicata in questo particolare periodo.
Purtroppo l’assenza di trasparenza, il silenzio (complice) delle amministrazioni e l’assoluta incapacità di incidere su certe decisioni dei nostri sindaci emerge forte in questa drammatica realtà.

Ma lo scoppio ritardato più grave di questa gestione è quella relativa al caso di positività al Coronavirus di un lavoratore del Supermercato SeBon di Barano d’Ischia.
Il caso. Dopo un ritardo enorme e dopo una diffida penale, l’ASL è riuscita a sottoporre a tampone uno dei lavoratori del centralissimo e frequentato supermercato Sebon. Un cittadino in quarantena da già diversi giorni e che ha atteso l’arrivo dei sanitari inutilmente per giorni.
Questa positività, è giusto dirlo, è arrivata con estremo ritardo solo dopo aver effettuato il tampone nella mattina di venerdì 3 aprile dopo che queste colonne avevano denunciato il disservizio.

Solo ieri pomeriggio, infatti, si è avuto la notizia ufficiale che l’azienda sanitaria aveva disposto la sanificazione del supermercato e degli esterni (che è in corso già da ieri) e la messa in quarantena dei lavoratori che sono stati a contatto diretto con il giovane positivo

Quanti altri ritardi dobbiamo ancora tollerare da parte dell’ASL? Fino a quando possiamo tollerare l’apatia dei nostri sindaci? Fino a quando dobbiamo far finta di non sapere che una “certa” ASL sul territorio è quella che va a braccetto con la politica e crea scompiglio da anni?
E’ la stessa ASL dei controlli alle aziende e ai ristoranti . E’ la stessa azienda che in passato ha “costretto” alcune aziende a rifare i lavori di aggiornamento dei locali dopo il passaggio dei NAS. Uno scoppio ritardato che non possiamo più accettare.

GLI ALTRI SERVIZI DELL’ASL
Su richiesta del Medico di Famiglia l’ASL fornirà per ciascun paziente COVID positivo assistito a casa un kit comprensivo di disinfettante per le mani, mascherine, pulsossimetro e i farmaci introvabili in farmacia. L’obiettivo dell’Azienda è supportare il ruolo dei Medici di Medicina Generale nella gestione dei 256 pazienti positivi al COVID19 attualmente assistiti a casa, stringendo ancora di più le maglie del sistema di sorveglianza domiciliare che nell’ASL Napoli 2 Nord sta dando buoni frutti. Qui i tassi di ospedalizzazione sono molto più bassi rispetto ai dati regionali e nazionali: solo il 16,4% dei pazienti COVID positivi è ricoverato in ospedale, contro la media del 27% campana e del 37% italiana.
Il protocollo adottato prevede che il medico di famiglia comunichi all’ASL la richiesta dei farmaci introvabili, del pulsossimetro e del kit. Entro 24 ore dalla comunicazione il Dipartimento farmaceutico dell’ASL provvede a consegnare al medico il kit dedicato al proprio paziente, comprensivo dei farmaci richiesti. Ai medici di famiglia sono stati riportati i riferimenti dei cardiologi che all’interno di ciascun reparto dei quattro ospedali aziendali (Pozzuoli, Frattamaggiore, Ischia e Giugliano) saranno a disposizione dei colleghi del territorio per consulenze su tali pazienti.
Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord: “Stiamo collabondo molto coi Medici di Famiglia per affrontare la pandemia a casa dei pazienti. Alcuni farmaci consigliati nella fase iniziale della malattia sono difficili da trovare; per questo il nostro servizio farmaceutico li fornirà direttamente ai medici di famiglia, dietro loro prescrizione. Alcuni di questi farmaci, poi, possono dare problemi cardiologici, per questo i cardiologi degli ospedali di Pozzuoli, Ischia, Giugliano e Frattamaggiore supporteranno i medici di famiglia nella gestione delle terapia. È ormai chiaro che, spesso, se si tratta bene il COVID19 nelle fasi iniziali, si può evitare il ricorso all’ospedale e, quindi, avere esiti fausti. Su questa stessa linea di gestione va il servizio di assistenza domiciliare che stiamo avviando ad Ischia; si tratta di un modelllo innovativo che si sperimenta per la prima volta in Campania.”

1 COMMENT

  1. MI domando e dico… i proprietari del sebon sapevano? Dal vociare in giro il lavoratore aveva i sintomi da almeno 15/20 giorni! Come mai (non dico chiudere del tutto cosa a cui avrebbe dovuto provvedere l’asl, giusto direttore?) non hanno messo subito in quarantena parecchio personale ed effettuato immediatamente una sanificazione dei locali per tutelare lavoratori e le migliaia di clienti? Che facciamo a fare questa benedetta quarantena se poi comanda sempre il dio denaro e in questo modo si attenta consapevolmente alla salute pubblica? Dovrebbero cadere parecchie teste per questa squallida faccenda!!!

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